Colombia: mons. Alvarez, eutanasia su minori è minaccia gravissima
di Giada Aquilino
È un “passo gravissimo” che permetterebbe ai minori di chiedere l’eutanasia, per di più “senza avere piena coscienza” di ciò che essa significhi. Così mons. Elkin Fernando Álvarez Botero, vescovo ausiliare di Medellín e segretario generale della Conferenza episcopale della Colombia (Cec). Il presule spiega il documento che i vescovi del Paese latinoamericano hanno stilato dopo che la Corte costituzionale di Bogotá ha chiesto al ministero della Salute di preparare per i prossimi mesi una bozza di legge per consentire a bambini e ragazzi che non hanno raggiunto la maggiore età di accedere all’eutanasia.
Il testo della Chiesa locale è stato firmato dal presidente della Cec, mons. Oscar Urbina Ortega, arcivescovo di Villavicencio, dal vicepresidente, mons. Ricardo Tobón, arcivescovo di Medellín, e dallo stesso mons. Álvarez Botero che, ai nostri microfoni, sottolinea come la Costituzione colombiana preveda “nel suo articolo 11” che lo Stato difenda la vita umana “in tutte le sue forme”: quindi la sentenza della Corte Costituzionale secondo i vescovi “è anche una violazione di questo principio costituzionale”. Sembra dunque, aggiunge, che non si voglia porre alcun “limite” alla pratica dell’eutanasia, aprendo di fatto la porta a “legittimare la soppressione di alcune persone”, soprattutto “se fragili e bisognose di aiuto”.
Oggi in Colombia, aggiunge mons. Álvarez Botero, “sentiamo che la legge e queste decisioni della Corte minacciano molto la vita”, già messa a dura prova da provvedimenti riguardanti l’aborto, la famiglia e - in particolare - “sul modo di essere famiglia”. Lo sforzo, evidenzia il presule, andrebbe diretto “più alla salute, a difendere la vita, a trovare forme per aiutare gli infermi”, perché rimane il fatto che nel Paese i più poveri riscontrano ancora serie “difficoltà per trovare un medico” o comunque un’assistenza adeguata.
I vescovi girano a tutti i medici l’esortazione di Papa Francesco a decisioni “coraggiose e controcorrente”, “specialmente a coloro che operano negli ospedali cattolici o in quelli retti da comunità religiose”, senza cedere a pressioni esterne.
La Conferenza episcopale colombiana rimane comunque fiduciosa perché, assicura mons. Álvarez Botero, la maggioranza della popolazione “sa che l’eutanasia è un grave disordine morale e anche sociale”. I vescovi, conclude, continueranno a tutelare e promuovere la vita, dal concepimento al suo termine naturale, tanto più – come evidenziato più volte dal Pontefice, che in Colombia è stato nel settembre scorso - in una società segnata dalla logica negativa dello scarto.
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