Dal Papa i bimbi abbandonati della Transilvania

A tre settimane dal viaggio apostolico di Papa Francesco in Romania (31 maggio-2 giugno), trenta ragazzi della Fondazione San Francesco di Déva, in Transilvania, guidati dal frate francescano ungherese Csaba Böjte, hanno incontrato il Papa in udienza generale. Fra’ Csaba ha chiesto a Francesco di istituire la festa di Gesù Bambino

Ágnes Gedő e Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Fra’ Csaba Böjte, concreto e carismatico francescano minore ungherese che 25 anni fa ha creato Fondazione San Francesco a Déva in Transilvania, ha aperto una finestra sulla bontà del Signore e sulla vera vita per i bambini orfani ed emarginati. E all’udienza generale dell’8 maggio, con una trentina di ragazzi, ha donato al Papa “Parvuli Dei – Una finestra sul mondo di Gesù Bambino” finestra nello stile tradizionale della Transilvania che si apre su un Gesù Bambino composto dai ritratti di oltre duemila bambini orfani assistiti dalla Fondazione.

Seimila bambini aiutati in 25 anni

Fra’ Csaba si è chinato già oltre 6.000 volte, in 25 anni, sui più piccoli, sulle vittime della sorte, per accoglierli a braccia aperte e per educarli. Grazie al suo carisma e alla sua testimonianza è diventato un maestro credibile non solo per questi bambini ma per tutta la comunità dei cattolici nella Transilvania. La sua parola, umile ma decisa, è ascoltata da tutti gli ungheresi nel mondo, voce della coscienza di un’intera nazione. “È bello fare i bravi. È bello camminare sulla via della carità senza giudicare. È bello ascoltare la volontà di Dio!” frasi semplici ma impegnative le sue in una società sconvolta da molti problemi. Con questo regalo i bambini orfani della Transilvania hanno voluto esprimere il loro affetto ed emozione al Papa per la sua imminente visita nel santuario mariano di Sumuleu Ciuc (Csíksomlyó in ungherese), dove il 1 giugno celebrerà la Santa Messa.

Il santuario mariano che il Papa visiterà

Il santuario mariano di Șumuleu Ciuc è uno dei più importanti centri spirituali dei cattolici ungheresi, non solo della Transilvania, ma di tutto il mondo. Nella chiesa dei francescani, sorta ai piedi del Monte Somlyó, si venera la monumentale statua della Madonna di Csíksomlyó, ma il monte stesso ha un significato particolare nella devozione popolare. Ogni anno a Pentecoste diverse centinaia di migliaia di ungheresi della Transilvania, assieme a tanti altri provenienti da tutto il mondo, soprattutto cattolici, ma ultimamente anche di altre confessioni, si radunano in cima al Monte Somlyó per assistere alla Santa Messa e compiere gli altri riti legati al pellegrinaggio più importante degli ungheresi.

Una festa per Gesù Bambino

Fra’ Csaba ha condiviso con il Papa il desiderio dei bambini di istituire una festa per il Bambin Gesù in cui trovano il loro esempio. La data per la festa indicata sarebbe proprio il 1 giugno quando viene celebrata la Giornata Mondiale dei Bambini. Il francescano e oltre mille bambini si stanno preparando all’incontro con Papa Francesco provando un bel canto e vestendo una statua lignea di Gesù Bambino lignea con abiti ideati e confezionati da loro.

La Fondazione San Francesco di Déva e l’accoglienza dei piccoli orfani

Centinaia di bambini orfani o abbandonati, bisognosi di cure, di educazione ma, soprattutto, di affetto, sono “la famiglia” di Fra’ Csaba Böjte. Tutto è iniziato nel 1992, quando Fra’ Csaba è stato mandato nella cittadina di Déva, in Transilvania. Una periferia in diversi sensi: abitata da una maggioranza romena ortodossa e da una minoranza dell’8% di cattolici ungheresi, un centro industriale all’epoca in crisi, con pesanti ricadute sociali. Lì cominciò ad occuparsi dei bambini abbandonati e, dopo un po’ si trovò a gestire un vero e proprio orfanotrofio. Per dare una casa ai bambini dovette forzare il portone del convento francescano da anni abbandonato.

Oggi più di 2.300 bambini sono aiutati dalla Fondazione

Dopo il cambio di regime la situazione sociale in Romania era critica, portando povertà e disagio, difficoltà e spesso l’impossibilità per le famiglie di crescere i figli. Fra’ Csaba ha creato la Fondazione San Francesco di Déva per dare un quadro istituzionale all’attività quotidiana che in questi anni ha coinvolto oltre seimila bambini. Le varie strutture di accoglienza e di educazione della Fondazione oggi sono presenti in 82 località della Transilvania, con più di 2.300 bambini affidati alle sue cure, aiutato da 300 collaboratori adulti.

Missione di un semplice prete di campagna

In realtà, tutto iniziò quando, un giorno d’estate, Fra’ Csaba aprì a caso la Sacra Scrittura leggendo i versi dove si narra di Maria e Giuseppe che rendevano grazie per Gesù Bambino. Quel giorno il religioso capì la sua vera missione e ringraziò il Signore di avere affidato a lui, “semplice prete di campagna” questi bambini, e capì che la gioia di fare cose buone è un regalo per sé stessi. Prima organizzò un campo scuola estivo ma ben presto si ritrovò a doverne organizzare uno che durasse tutto l’anno… All’inizio mancava ogni autorizzazione ufficiale e si dovette lottare a lungo con la burocrazia romena. Il riconoscimento ufficiale, con la restituzione legale dell’edificio conventuale, arrivò praticamente con la visita di Papa Giovanni Paolo II in Romania nel 1999.

Con l’allegria di Gesù Bambino

Fra’ Csaba Böjte ammette in un’intervista: “all’epoca non avrei neanche sognato che saremmo diventati così numerosi, ma giorno dopo giorno arrivavano i bambini a bussare alle nostre porte… e se qualcuno ti chiede aiuto, come servo di Dio, devi soccorrerlo. Non è complicato questo mondo – dice il religioso – se rivolgi una buona parola all’altro, quello porterà frutti. Dico sempre, la terra arida se viene coltivata e seminata, potrà diventare un giardino.” Afferma, inoltre: “Non è nostro compito di caricarci sulle spalle ogni problema del mondo intero, non ce la faremmo neanche. L’importante è che sia l’allegria di Gesù Bambino a guidarci.”
In 25 anni di attività, ogni giorno ha avuto – come lui stesso afferma – la gratitudine, l’affetto di tanti bambini: “L’amore è come una lampadina, si chiariscono le cose alla sua luce. Per me questa Fondazione è il sinonimo della provvidenza e del miracolo di Dio. Fu un miracolo di Gesù aver distribuito da mangiare a cinquemila persone al mare di Galilea, e oggi è un miracolo dello stesso Dio vivente il poter dare da mangiare ogni giorno a centinaia di bambini e ragazzi qui in Romania. Il nostro lavoro, nonostante le difficoltà quotidiane di ogni tipo, cresce e va avanti”.

Testimonianza per altri popoli in difficoltà

Fra’ Csaba è l’anima della Fondazione, dividendosi tra le varie case da essa gestite per stare con i “suoi bambini”. Ma è spesso anche in giro per il mondo a raccogliere “elemosina”, ossia fondi per il sostentamento dei bambini. Il religioso è anche un predicatore molto apprezzato in Ungheria e in Transilvania per la sua semplicità ed immediatezza con le quali riesce a veicolare una spiritualità profonda. Negli ultimi anni, inoltre, ha compiuto diversi viaggi in Iraq, Egitto, Siria e Africa per visitare le comunità cristiane locali, portandovi gli aiuti dei fedeli ungheresi.

Dio non crea scarti

Tre sono le lezioni fondamentali che Fra’ Csaba dice di aver sperimentato nel corso degli anni. La prima è che “Dio non crea degli scarti (…) anche il bambino di strada più sporco e maleducato è un capolavoro del Padre Celeste ed il nostro compito di genitori e di educatori è di aiutarlo a formare e svilupparsi”. La seconda lezione è che Dio certamente non ci pone davanti a delle sfide che superino le nostre forze: “anche nella mia vita ci sono dei momenti difficili, come pure nella vita di questi bambini, ma ho sperimentato che c’è sempre una soluzione”. Infine, la terza lezione Fra’ Csaba la riassume così: “non c’è cosa che non si possa fare meglio con allegria”.

Giocare coi bambini per svecchiare il cristianesimo europeo

Infatti, racconta: “mi sono accorto che il nostro cristianesimo europeo è molto invecchiato, manca dalla nostra vita l’allegria dei bambini. Non giochiamo più, non ci raccontiamo delle barzellette… Eppure nostro Signore Gesù Cristo duemila anni fa non ha iniziato la sua vita terrena prendendo in mano tutti i problemi del mondo ma si è messo a giocare con gli altri bambini di Nazareth. Prima ancora di compiere miracoli o annunciare il Vangelo, Gesù ha giocato con i bambini. E poi ha detto che se non diventiamo come i bambini non entreremo nel Regno dei cieli. È proprio questo spirito di allegria che oggi manca nella Chiesa, ma anche nella società. Per questo sarebbe bello avere nella Chiesa una festa dedicata proprio a Gesù Bambino…”
 

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Ragazzi della Fondazione San Francesco di Déva, in Transilvania, guidati da padre Csaba Böjte
09 maggio 2019, 08:04