Vent’anni di dialogo della Chiesa cattolica con l’ortodossia russa
Giada Aquilino - Città del Vaticano
“Questioni di rilievo per la vita della Chiesa cattolica in Russia”. Questo uno degli argomenti al centro dei colloqui giovedì scorso in Vaticano in occasione dell’udienza di Papa Francesco al Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Le relazioni tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa russa hanno conosciuto un deciso sviluppo negli ultimi decenni, dopo le difficoltà degli anni Novanta, quando c’erano accuse di “proselitismo” in Russia e di “uniatismo” in Ucraina.
Lo storico incontro del 2016
Negli anni 2000, dopo la trasformazione delle amministrazioni apostoliche in 4 diocesi, sono progressivamente migliorati i rapporti, sfociati poi con l’impegno nella Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. La concretizzazione si è avuta con lo storico incontro all’Avana del 12 febbraio 2016 tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill e con la firma della Dichiarazione comune. Da allora il 12 febbraio di ogni anno l’evento viene commemorato, con l’incontro tra il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, e il metropolita Hilarion di Volokolamsk, capo del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca: è successo a Friburgo, Vienna, Mosca e il prossimo anno a Roma. Come ogni 29 giugno una delegazione del Patriarcato di Costantinopoli viene accolta in Vaticano per la festa dei Santi Pietro e Paolo e il 30 novembre per la festa di Sant’Andrea apostolo una delegazione della Santa Sede si reca a Istanbul, ora anche col Patriarcato di Mosca c’è un’occasione ecumenica di commemorazione.
Dialogo, scambi culturali, solidarietà
Dopo l’autocefalia della Chiesa ortodossa di Ucraina, concessa da Costantinopoli, il Patriarcato di Mosca ha deciso di non partecipare a tavoli di dialogo quando questi siano presieduti da un rappresentante di Costantinopoli, ritirando la partecipazione alla Commissione mista, presieduta dal cardinale Koch e dall’arcivescovo Job di Telmessos, rappresentante del Patriarcato di Costantinopoli. Ma tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa russa il dialogo va avanti e non è soltanto bilaterale ma si riferisce anche alle 13-14 Chiese che fanno parte della Commissione mista. Proseguono ad esempio gli incontri del Gruppo di lavoro teologico misto cattolico-ortodosso Sant’Ireneo, gli scambi di conoscenza (giovani sacerdoti cattolici vanno per una settimana in Russia e una delegazione analoga del Patriarcato di Mosca viene ospitata a Roma), le attività culturali, la collaborazione di Caritas Russia con il medesimo Patriarcato in campo sociale, le interazioni tra università russe e cattoliche, gli scambi con le singole Conferenze episcopali (per esempio di Italia e Germania), i contatti con realtà e movimenti, come Comunità di Bose, Taizé, Sant’Egidio, Comunione e Liberazione: il metropolita Hilarion sarà uno dei relatori al XXVII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa “Chiamati alla vita in Cristo - Nella chiesa, nel mondo, nel tempo presente” che si terrà dal 4 al 6 settembre prossimi al Monastero di Bose; l’intervento del capo del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, dal titolo “La vita in Cristo”, è previsto la mattina di venerdì 6.
30 mila nuove chiese
In Russia, su oltre 144 milioni di abitanti, 100 milioni si professano ortodossi (più altri 20 milioni fuori dalla Russia), anche se non tutti praticanti. Ciò nonostante, negli ultimi 30 anni sono state costruite 30 mila chiese.
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