La Chiesa del Lussemburgo accoglie due famiglie di migranti da Lesbo
Giada Aquilino - Città del Vaticano
La sollecitudine della Chiesa di Francesco per i migranti, in particolare per quelli rifugiati a Lesbo, ha il volto di due famiglie di profughi giunte oggi all’aeroporto di Lussemburgo. Di loro, 8 persone tra adulti e bambini, tutte provenienti dai campi dell'isola greca, si farà carico l'arcidiocesi guidata dal neo cardinale Jean-Claude Hollerich.
Ad abbracciarle, in un misto di emozione e gioia, segni anche di una profonda perseveranza, è stato lo stesso porporato, presidente della Commissione degli Episcopati dell'Unione Europea (Comece), che nel maggio scorso aveva preso parte alla missione a Lesbo dell’Elemosiniere apostolico, il cardinale Konrad Krajewski.
A maggio la missione a Lesbo
Sulle orme di Papa Francesco, che a Lesbo si recò il 16 aprile del 2016, la delegazione vaticana, col supporto dalla Comunità di Sant’Egidio e della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, aveva portato la solidarietà del Pontefice ai migranti dell’isola, in quel braccio di mare che in poche miglia separa la Grecia dalla Turchia: sei mesi fa erano 7 mila, afghani, iracheni, iraniani, siriani, kuwaitiani, nordafricani.
Kuwait e Siria, i Paesi d’origine
Ora il Lussemburgo, granducato di poco più di 600 mila abitanti, grazie ad un corridoio umanitario entro i confini europei e alla collaborazione tra Chiesa e autorità locali oltre che greche, ha accolto le due famiglie alla sede dell’arcidiocesi.
Dopo l’arrivo allo scalo lussemburghese, le famiglie che parlano esclusivamente arabo, una dal Kuwait con due bambini di 8 e 5 anni e una siriana con due gemelli di quasi due anni, sono state ospitate per un pranzo di benvenuto alla residenza del cardinale Hollerich, per poi essere trasferite per un periodo di 10-12 giorni in un centro per rifugiati, dove saranno espletate le formalità mediche e amministrative previste dalle autorità del Lussemburgo. Quindi si recheranno negli alloggi che le ospiteranno e alle loro esigenze, per due anni, provvederà la Chiesa cattolica lussemburghese.
Gente di buona volontà
Nel corso della missione a Lesbo era stato proprio l’arcivescovo di Lussemburgo ad affiancare il cardinale Krajeswski nell'esortare i Paesi europei ad una solidarietà concreta ed una “carità attiva”: “quando le persone soffrono e perdono la speranza - aveva detto a Vatican News - la gente di buona volontà deve reagire”. Sono trascorsi sei mesi e quell’auspicio del cardinale Hollerich si è trasformato in impegno concreto verso chi porterà per sempre con sé storie di guerra, sofferenza e povertà ma che ora di certo apre un nuovo capitolo di vita.
(Con la collaborazione di sr. Bernadette Reis)
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