Il vescovo di Pinerolo: la fiducia in Dio non mi ha mai abbandonato
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Un messaggio toccante che racconta del dolore e della gioia nello stesso tempo. E' quello del vescovo di Pinerolo, Derio Olivero, ricoverato in ospedale per coronavirus dal mese di marzo. Ormai, tampone negativo, può considerarsi guarito, ma la sua esperienza è stata veramente dura. Le condizioni critiche lo avevano costretto ad essere intubato e poi sottoposto ad una tracheotomia. Questo il suo messaggio oggi che è iniziata una nuova fase della sua vita:
"È stata un’esperienza davvero dura e ho camminato due o tre giorni con la morte, lucidamente con la morte. Però ne sono fuori e quindi sono grato, felice. Piano piano, con un po’ di riabilitazione, ritorno alla vita normale.
La cosa più bella che voglio dire è che ho sentito un’enorme vicinanza della gente, di tutta la mia diocesi e dei miei amici di Fossano. Anche quando non potevo vedere il cellulare l’ho sentita. Quando poi ho aperto il cellulare veramente sono rimasto commosso da quanta gente mi è stata vicino, mi ha ricordato e da quanta gente ha pregato per me. Tutti. Veramente questo mi ha commosso. Ed è una cosa bellissima che mi porterò in cuore.
In particolare mi ha commosso il fatto che anche la comunità valdese, la comunità ortodossa e la comunità musulmana hanno pregato per me: che bella esperienza di ecumenismo, di rapporto interreligioso. Davvero molto bella.
Quando si è di fronte alla morte mi sono reso conto di questo: sono stato due giorni, non so, due giorni e mezzo lucidamente con la certezza di poter morire e mi sono reso conto che due cose contano. Due: la fiducia in Dio e le relazioni.
La fiducia in Dio non mi ha abbandonato. Anzi, grazie a quella, sono stato sereno dal primo giorno fino ad oggi. E le relazioni, gli affetti. Tutto il resto crolla.
È curioso che quest’anno il tema della diocesi sia «le relazioni». Le ho davvero sperimentate. Le relazioni sono vitali, ti tengono su, ti fanno vivere. E io posso proprio dirlo: mi hanno fatto vivere. È grazie anche a tutte queste relazioni, questi affetti, alla preghiera di tanti che sono ancora vivo".
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