Taizé, i giovani siano messaggeri di speranza di fronte a crisi e paura
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Ai giovani tutti, ma soprattutto a coloro che dal 27 al 1° gennaio, si riuniranno on line per il 43°Incontro internazionale di preghiera animato dalla Comunità di Taizé, l’augurio è di essere nel mondo, in questo momento di crisi sanitaria, “messaggeri di consolazione e gioia” per sconfiggere paure e incertezze. A rivolgerlo sono stati i leader delle Chiese cristiane che hanno inviato un messaggio a firma, tra gli altri, del Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, del Patriarca di Mosca Kirill, dell’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e del Pastore Christian Krieger, presidente della Conferenza delle Chiese Europee (Kek).
La preghiera di Bartolomeo I
“L’anno 2020 che sta volgendo al termine - scrive Bartolomeo I - ha portato con sé incertezze, sofferenze e tristezza. All’alba del 2021 stiamo finalmente vedendo il bagliore di una luce, piccola e fragile, una via d’uscita dalla crisi che dovremo comunque attendere con pazienza”. Tali crisi, soprattutto quando sono così globali, sono rivelatrici della fragilità della nostra umanità e della nostra profonda dipendenza dall’amore di Dio che non smette di abbracciarci, anche quando abbiamo smesso di crederci”. Il Patriarca, quindi, rivolge la sua preghiera affinché il Signore tenda “la sua mano benevola al nostro pianeta e a tutti i suoi abitanti per liberarci il più rapidamente possibile da questa prova”,
Kirill, la pandemia chiede un esame di coscienza
Di fronte all’interrogativo di come si possa continuare ad avere speranza di fronte alla situazione provocata dalla pandemia, il patriarca Kirill richiama ad un esame di coscienza. “La speranza cristiana – scrive– nasce direttamente da una resa totale di se stessi, della propria vita e del proprio lavoro nelle mani di Dio; solo allora ci accorgeremo che la sua luce non si indebolirà nell’oscurità di questo mondo”.
L’invito di Justin Welby
“Non abbiate paura”: è l’invito dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby che, di fronte alla “paura della malattia e della morte, o per il nostro futuro e il nostro benessere”, chiede di ricordare “il messaggio dell’angelo: un messaggio di conforto e gioia: ‘Non abbiate paura’“. Da qui l’invito ai giovani affinché possano anche loro, in questo tempo di incertezza, diventare “tutti messaggeri di consolazione e gioia per coloro che sono pieni di paura o la cui speranza sta svanendo”.
Krieger, i cristiani portatori di fiducia e speranza
Di fronte alle attuali sfide, dalla crisi sanitaria all’emergenza climatica, dalla tragedia dei migranti alla necessità del dover trovare “una risposta umana ai nostri fratelli e sorelle che stanno annegando nel mare Mediterraneo”, i cristiani, spiega il pastore Krieger, “hanno la vocazione ad essere portatori di fiducia e testimoni di speranza”.
“Nessuno si salva da solo”, il saluto di Ursula von der Leyen
Ai giovani di Taizé è arrivato anche il saluto della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che rievocando l’invocazione del Papa “Nessuno si salva da solo”, scrive come si abbia tutti bisogno l’uno dell’altro “per porre fine alla pandemia, per costruire un’economia più verde e più giusta, per porre fine alla distruzione del Creato”. “In un momento di così grandi sfide per l’Europa e il mondo – scrive ancora la presidente della Commissione europea – sarebbe facile disperarsi. Ma come ci ha ricordato frère Alois (priore della Comunità di Taizé ndr), giungono segni di speranza da tutti gli angoli della terra. Un numero incalcolabile di uomini e donne hanno dedicato il loro tempo e persino rischiato la vita per aiutare gli anziani, i malati, i soli. Giovani di tutte le nazionalità si sono mobilitati per il nostro pianeta. E qui in Europa, abbiamo deciso di unire le forze per sostenere i Paesi che sono stati più colpiti dalla pandemia. Quest’anno di sofferenza è diventato un anno di solidarietà”.
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