Pusc, da 25 anni al servizio della comunicazione della Chiesa
Federico Piana- Città del Vaticano
La Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce compie i suoi primi venticinque anni. Fondata su impulso del beato Álvaro del Portillo, primo successore di San Josemaría Escrivá de Balaguer alla guida dell’Opus Dei, mosse i primi passi nel 1996 con un obiettivo chiaro fin dall’inizio: formare dei professionisti nell’ambito della comunicazione della Chiesa e di altre istituzioni orientate da valori profondi, come ad esempio le organizzazioni no-profit. Non solo: “La facoltà – spiegano le autorità accademiche- si pone anche lo scopo di formare questi specialisti anche dal punto di vista cristiano in modo tale che possano conoscere ed interpretare i trend sociali e culturali così da essere in grado di prendere decisioni con senso di responsabilità e con spirito di servizio alla Chiesa e alla società”.
Mariano Fazio: “Fu un inizio umile”
“Per questo anniversario, prima di tutto abbiamo ringraziato il Signore” afferma monsignor Mariano Fazio, vicario ausiliare dell’Opus Dei e vice-Gran Cancelliere dell’università, che fu anche il primo decano della facoltà. L’inizio è stato umile, ricorda: “In quegli anni, gli studenti erano soltanto otto, con poca esperienza ma con molta voglia di servire la Chiesa in questa dimensione della comunicazione che sarà sempre fondamentale. Dopo 25 anni vediamo una facoltà che continua a crescere: ora ci sono cinquecento ex studenti che, nei cinque continenti, stanno servendo molte realtà ecclesiali”.
Il sogno diventa realtà
Monsignor Mariano Fazio riporta alla memoria come il sogno si sia presto trasformato in realtà. Tutto partì dall’incoraggiamento che fece il beato Álvaro del Portillo: “Chiese all’università di iniziare qualche nuovo progetto cercando l’ambito più importante ed attuale per le necessità della Chiesa: individuammo la facoltà di comunicazione sociale istituzionale”. Da non dimenticare anche un incontro con San Giovanni Paolo II, avvenuto nel 1999 “quando l’Ateneo della Santa Croce si trasformò in Università. Il Papa, da allora, fece riferimento alla nostra facoltà come uno strumento fondamentale per l’evangelizzazione”.
La Chiesa è comunicazione
La comunicazione, per la Chiesa, sarà sempre una sfida attuale, così come per la facoltà. “La comunicazione – entra nel dettaglio monsignor Mariano Fazio – non è semplicemente una dimensione della Chiesa ma la Chiesa stessa è comunicazione. La Chiesa è il Signore che è il primo comunicatore, la Chiesa è il Vangelo che è la buona novella. Quindi sarà sempre una sfida molto importante. Ed in questo contesto, i cristiani sono chiamati a comunicare con il loro buon esempio, con la loro vita”.
Il decano: diffondere riflessione e ricerca
Oggi la Facoltà di comunicazione sociale istituzionale conta un centinaio di studenti provenienti da ogni angolo del mondo. L’attuale decano, il professor Daniel Arasa, spiega che, nel tempo, “la didattica ha incorporato corsi che vanno dalla comunicazione digitale al media training ma anche la ricerca ha fatto passi da gigante: cinque anni fa abbiamo dato vita ad una rivista accademica chiamata Church Communication and Culture, scritta in inglese ed offerta in modo digitale e gratuito, perché il nostro obiettivo è anche quello di diffondere la riflessione sulla comunicazione della Chiesa ed elevarla al livello di discussione di qualsiasi altra scienza sociale”.
Indagini su fede e cultura
Ma ci sono anche altri ambiti di ricerca che fanno balzare la facoltà in testa alla graduatoria degli istituti più virtuosi e produttivi a livello internazionale. Il professor Daniel Arasa ne elenca alcuni, quelli principali: “Sono, ad esempio, tutto il legame che c’è tra la comunicazione, la fede, e la cultura. Su questo fronte, ci sono due gruppi di ricerca, uno chiamato ‘Poetica e cristianesimo’ e l’altro ‘Retorica e antropologia’. Da qui, poi, scaturiscono molte pubblicazioni e molti convegni”.
Apertura al mondo intero
Crescere in quantità ma soprattutto in qualità è uno degli obiettivi per il prossimo futuro. “Particolarmente in qualità e diversità dell’offerta- spiega ancora il professor Arasa-. Attualmente, offriamo un corso di licenza in presenza che è molto completo ma stiamo anche pensando a seminari online per persone che, per vari motivi, non possono venire a Roma e che sono interessate alla comunicazione della Chiesa”. Per questo venticinquesimo anniversario si è pensato anche alla produzione di un corso gratuito on line, dedicato ad un pubblico non specializzato, che si svolgerà nei prossimi mesi di maggio e giugno. “E’ – conclude il decano- una piccola manifestazione dello sforzo che stiamo facendo per aprirci al mondo e non rimanere in un ambito autoreferenziale”.
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