"Accanto alle donne sempre", a Roma una settimana di sensibilizzazione
Adriana Masotti e Marina Tomarro - Città del Vaticano
La condizione delle donne in Italia, e più in generale nel mondo, sollecita con urgenza la crescita di una cultura della reciprocità tra uomini e donne, di fiducia e stima, di valorizzazione delle diversità e di risposte istituzionali efficaci di prevenzione, cura, giustizia certa, e protezione quando in famiglia, negli ambienti di lavoro e di studio, nello sport e nei luoghi di divertimento, le donne vivono rapporti tossici o abusi di vario tipo.
La Chiesa per prima deve fare la sua parte
"Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna", ha affermato Papa Francesco nell'omelia alla Messa del 1mo gennaio 2020, ma innumerevoli sono le occasioni in cui Francesco ha denunciato il fenomeno di cui le cronache generalmente riferiscono quando arriva al femminicidio. "Simbolo di vita, il corpo femminile viene, purtroppo non di rado, aggredito e deturpato anche da coloro che ne dovrebbero essere i custodi e compagni di vita", aveva detto il Papa ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura, nel febbraio del 2015. Nel 2017, in un discorso ai membri della Pontificia Accademia per la Vita, aveva poi osservato: "E' una vera e propria rivoluzione culturale quella che sta all’orizzonte della storia di questo tempo. E la Chiesa, per prima, deve fare la sua parte".
L'iniziativa di sensibilizzazione a Roma
Nella Diocesi di Roma sono molte le attività di volontariato che si impegnano a fianco delle donne, e spesso dei loro figli, che soffrono per qualsiasi forma di violenza, e ben tre di esse operano in una stessa parrocchia, quella intitolata a San Frumenzio, nella zona nord-est della capitale. Insieme le tre realtà hanno organizzato una settimana di sensibilizzazione dal titolo: "Accanto alle donne sempre" che, nel salone parrocchiale Don Luigi di Liegro, prevede tre appuntamenti, e poi anche una messa e una veglia nella chiesa. Si parte martedì 27 febbraio, alle ore 18 con l'incontro promosso da "Casa Donata" che da 14 anni accoglie e segue nel tempo mamme con i loro bambini in situazioni di gravi difficoltà e di pericolo, in contatto con le Istituzioni del territorio. Vicino ai figli... accanto alle madri, è il titolo dell'appuntamento con Bina Nigro, psicologa e psicoterapeuta, esperta di minori e famiglie, giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Roma, e con Claudio Paloscia, neuropsichiatra infantile, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, responsabile del TSMREE 3 ASL Roma 1, Servizio Tutela Salute Mentale e Riabilitazione dell’età evolutiva.
Rompere il silenzio
Il secondo appuntamento è mercoledì 28 febbraio con una Messa alle ore 19, presieduta da monsignor Benoni Ambaraus, vescovo ausiliare per la Carità, seguita dalla cena. Giovedì 29, alle ore 18, "Tra le donne" proporrà il Question time: Antenne sociali per ascoltare e aiutare le vittime a rompere il silenzio ed uscire dalla violenza domestica. Risponderanno alle domande: Marzietta Montesano, referente del Percorso Clinico Assistenziale per le donne vittime di violenza dell’Ospedale Sant’Andrea, Anna Valeria Lisi, psicoterapeuta, fondatrice del Centro PRIMA Prevenzione Intervento Maltrattanti, e Claudia Clemente, avvocata esperta in Diritto di famiglia, presidente di AIF Associazione Integrata Famiglia. Venerdì 1 marzo, alle ore 20, si unirà "Unità di Strada" per dar vita ad una veglia di preghiera. Infine, sabato 2 marzo, alle ore 18, l'ultimo appuntamento animato da "Unità di Strada", forte del suo servizio ventennale sul territorio, per presentare L'impegno per l'antitratta delle donne, insieme al Servizio antitratta di Roma Capitale “Roxanne”. Interverrà Debora Diodati, vicepresidente nazionale della Croce Rossa Italiana.
Una settimana preparata nello stile sinodale
"E' importante notare - sottolinea Elisabetta Giordano, presidente di "Tra le donne" - che tutte e tre le realtà sono nate dall’ascolto del mondo circostante e sono frutto di un dialogo profondo tra laici, sacerdoti e consacrate, tutti fratelli e sorelle nell'unico battesimo animati dalla stessa missione". La concretizzazione, insomma, di quello stile sinodale con cui la Chiesa vuol camminare oggi sotto l’impulso dello Spirito e di Papa Francesco.
Lavorare tutti insieme per aiutare chi soffre
“Questa iniziativa – sottolinea Elisabetta Giordano – nasce anche grazie alla grande sensibilità del parroco di San Frumenzio, don Marco Vianello, dopo aver visto come l’efferato delitto di Giulia Cecchettin, la ragazza uccisa per mano dell’ex fidanzato l’11 novembre dello scorso anno, aveva colpito in maniera dolorosa tutta la nostra comunità parrocchiale. Noi qui già abbiamo tre realtà che insieme ogni giorno si impegnano nella difesa della donna e di chi subisce violenza, nate proprio dal voler far diventare il Vangelo azione concreta”. Tra i temi che saranno affrontati nella settimana anche quello legato alla tratta sessuale . “Fino agli anni novanta si tendeva a non parlare di questo grande problema – spiega Giorgio Carosi, referente dell’Unità di Strada di San Frumenzio – Noi cerchiamo di avvicinarci a queste ragazze senza spaventarle, perché sappiamo che hanno paura di essere scoperte da chi le gestisce e di subire ricatti, ma vogliamo dare loro un conforto, che può essere un thè caldo, un dolce, un momento di sfogo dalla vita che sono costrette a fare. Poi, se loro accettano, cominciamo ad intraprendere un percorso per portarle fuori dalla prostituzione. Non è facile, certamente, però quando riusciamo è una grande gioia per tutti”. Proprio per aiutare le vittime di violenza di genere, in alcuni ospedali è stato attivato il Percorso Clinico Assistenziale, come nel caso dell’ospedale romano del Sant’Andrea “Questo percorso è dedicato all’accoglienza, all’assistenza e alla guida di ogni vittima di violenza – racconta la referente Marzietta Montesano – la vittima viene accolta sia dal punto di vista medico, ma anche psicologico e legale, per la messa in protezione. Lavoriamo tutti insieme, medici, legali e psicologi, per aiutare queste persone, nella fase più acuta, ma anche nel reinserimento sociale subito dopo”.
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