Vescovo di Lourdes: mosaici di Rupnik, decisione non matura, per ora non si tolgono
Vatican News
Sulla questione dello smantellamento delle opere artistiche di Marko Rupnik nel santuario di Lourdes, interviene il vescovo della cittadina francese esprimendo una “opinione personale”: “Sarebbe preferibile rimuovere questi mosaici”, come forma di tutela e rispetto delle presunte vittime di abusi da parte dell’ex gesuita. La decisione, tuttavia, non è ancora “matura” e suscita polemiche e un vivace dibattito. È quanto si legge, in sintesi, in un comunicato diffuso in serata da monsignor Jean-Marc Micas, vescovo della Diocesi di Tarbes e Lourdes, sulla tematica della rimozione delle opere del noto mosaicista sloveno, accusato di abusi sessuali e psicologici su donne consacrate adulte, estromesso nel 2023 dalla Compagnia di Gesù di cui era membro. Da ottobre 2023 l’esame del suo caso è sottoposto al Dicastero per la Dottrina della Fede, per volontà del Papa che ha deciso di “derogare alla prescrizione per consentire lo svolgimento di un processo”.
Il comunicato del vescovo
“Molte vittime di violenze sessuali e abusi da parte di chierici – afferma monsignor Micas nel comunicato - hanno espresso la loro sofferenza e la violenza” che la visione dei mosaici di Rupnik esposti all’ingresso della Basilica di Nostra Signora del Rosario “rappresenta per loro”. Il presule ricorda di aver istituito lo scorso anno, tra maggio e ottobre, insieme al rettore del Santuario una commissione per determinare come rispondere a “questo difficile problema”. Tra i membri vi erano vittime di abusi (francesi e straniere), esperti di arte sacra, avvocati, persone impegnate nella prevenzione e nella lotta contro gli abusi e cappellani di Lourdes. Allo stesso tempo, Micas riferisce di aver letto e ascoltato le opinioni a riguardo di diverse persone, tra cui cardinali e vescovi, artisti, avvocati, vittime, pellegrini.
Opinioni polarizzate
Quello che il presule denota sono opinioni “molto divise e spesso polarizzate”: “I mosaici devono essere lasciati dove sono? Devono essere distrutti? Vanno rimossi o esposti altrove? Non c'è consenso su nessuna delle proposte. Le posizioni assunte sono vivaci e appassionate”.
Da parte sua, il pastore di Tarbes e Lourdes esprime una “opinione personale” chiara: “Questa situazione non ha nulla a che vedere con altre opere il cui autore e le cui vittime sono morti, a volte da secoli. Qui le vittime sono vive e lo è anche l’autore. Inoltre, nel corso dei mesi ho capito che non spetta a me ragionare sullo status di un'opera d'arte, sulla sua ‘moralità’, che va distinta da quella del suo autore”, si legge nel comunicato.
A Lourdes i sofferenti al primo posto
Micas ribadisce che il Santuario vuole accogliere tutti, in particolare chi soffre, incluse le vittime di abusi e violenze, sia bambini che adulti: “A Lourdes, i sofferenti e i feriti che hanno bisogno di consolazione e riparazione devono essere messi al primo posto”. “Poiché questo è diventato impossibile per molte persone, la mia opinione personale è che sarebbe preferibile rimuovere questi mosaici”, afferma il vescovo, dicendosi consapevole che questa opzione non è largamente accettata, anzi, “incontra una vera e propria opposizione da parte di alcuni”.
Lavoro a fianco alle vittime
Pertanto sottolinea il vescovo “la miglior decisione da prendere non è ancora matura, e la mia convinzione si è trasformata in una decisione che non sarebbe sufficientemente compresa e che aggiungerebbe ancora più divisione e violenza”. Monsignor Micas assicura, quindi, che continuerà il lavoro “a stretto contatto” con le vittime per la guarigione e la vicinanza. E anche che proseguirà, come deciso nei mesi scorsi, a non evidenziare più questi mosaici “come lo sono stati finora dai giochi di luce durante la processione mariana che riunisce i pellegrini ogni sera”. “Questo è un primo passo. Lavoreremo con le persone di buona volontà che sono disposte ad aiutarci per individuare i prossimi passi”.
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