Popiełuszko, in un libro le testimonianze sul sacerdote “martire del comunismo”
Dorota Abdelmoula-Viet - Città del Vaticano
Dalle lacrime del cardinale Amato sulla tomba del martire polacco ai ricordi dei fratelli del futuro beato, che la madre ha affidato alle cure di Sant’Alfonso Maria de Liguori, fino alle testimonianze dei collaboratori che parlano di una persona che "prima guardava il prossimo e poi sé stesso". È il patrimonio contenuto nell'ultimo libro di Włodzimierz Rędzioch e Grzegorz Górny dal titolo Jerzy Popiełuszko martire del comunismo, pubblicato da Edizioni Ares a quarant’anni dalla uccisione del sacerdote polacco, il 19 ottobre 1984.
Il libro - che contiene le foto del famoso fotografo polacco Janusz Rosikoń - si basa su quindici conversazioni che il vaticanista Włodzimierz Rędzioch ha condotto con i testimoni della vita e del martirio di Popiełuszko. Tra i suoi interlocutori ci sono i parenti, i parrocchiani e collaboratori, ma anche coloro che da una prospettiva diversa hanno osservato il suo cammino verso la santità come il cardinale Angelo Amato, prefetto emerito del Dicastero per le Cause dei Santi, che ha presieduto la cerimonia di beatificazione, e il cardinale Stanisław Dziwisz, testimone del legame che, nonostante la distanza geografica, legava Popiełuszko e Giovanni Paolo II.
L'autore afferma che la pubblicazione ha lo scopo di "salvare dall'oblio" la figura del sacerdote polacco, ma in realtà svolge un altro ruolo. Unendo le conversazioni con i testi del giornalista Grzegorz Górny, che descrivono la realtà dei tempi in cui visse e svolse il suo ministero don Jerzy, e che sono stati segnati da una lotta sistemica contro la verità e la libertà, il volume diventa una lettura importante, inscritta nell'incoraggiamento ripetuto da Papa Francesco a conoscere il passato e custodirne il ricordo. Anche se è doloroso e considerato un capitolo chiuso.
"Era un uomo coerente"
Ricchi di ricordi personali, gli incontri di Rędzioch con i testimoni della vita del beato si sintetizzano in un racconto sul "santo della porta accanto". Un vicario parrocchiale semplice e di salute cagionevole, vicino alla gente comune e alle loro faccende quotidiane, specialmente nell'ambiente operaio. "Per tutti era un fratello", come afferma don Marcin Wójcik, suo confratello della parrocchia di Żoliborz. Dalla fedeltà alla Parola trasse il coraggio di difendere la verità e la libertà, e coloro che lo hanno incontrato sulla propria strada sottolineano che gli incontri individuali con il sacerdote e la sua "bontà accattivante" avevano il potere di rinnovare i cuori. Così come hanno rinnovato i cuori le celebri Messe per la Patria celebrate da don Jerzy dopo lo scoppio della legge marziale, durante la quale molte persone sperimentarono la guarigione dall'odio, dal desiderio di vendetta contro l'oppressore politico. "Era un uomo coerente", rammenta il cardinale Dziwisz e sembra che questa sia la migliore sintesi del mosaico di testimonianze e ricordi raccolti nelle pagine del libro.
Santo del “centro Europa”
Grzegorz Górny in uno dei capitoli sottolinea che il centro geografico dell'Europa fu designato già nel 1775 a Suchowola, città nella parte orientale della Polonia, patria di un futuro martire nato quasi due secoli dopo. Don Popiełuszko è un sacerdote del “centro Europa” anche in senso simbolico, come si può cogliere grazie alla lettura del libro. La sua biografia si concentra sul drammatico destino di una parte della società europea, schiavizzata dagli eredi del totalitarismo e da una Chiesa che, nonostante le pressioni, non cedette e rimase uno spazio per proclamare la verità e la libertà e per difendere la dignità di ogni essere umano. Sembra che questa testimonianza fortificante e, allo stesso tempo, monito storico, sia ciò di cui il Vecchio Continente ha bisogno oggi con il sollecito ammonimento del Papa a riscoprirne i valori fondamentali e l’identità. Don Jerzy Popiełuszko, emerge dalla lettura del libro, è dunque patrono dell'uomo moderno, che - come quarant’anni fa ma per ragioni diverse - è di nuovo privo di speranza e che affronta ideologie che mettono in discussione i concetti di verità e libertà.
"La verità che libera"
Il martire polacco è noto per aver annunciato "conquista il male con il bene", sebbene lo abbia pronunciato per la prima volta meno di 2 settimane prima della sua morte. Il libro a lui dedicato, contenente una serie di sue affermazioni, permette di conoscere meglio il suo insegnamento semplice e allo stesso tempo radicale, che, come la sua vita, si può riassumere nell’assioma: "La verità costa molto, ma libera". "Auspico di cuore che l'edizione in lingua italiana di questo lavoro contribuisca a diffondere ulteriormente ed accrescere la conoscenza di questo sacerdote, beato e martire”, scrive nella prefazione del cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le cause dei Santi: “Attraverso il sacrificio dei martiri Dio cambia i cuori degli uomini".
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