Ascensione del Signore
L’Ascensione è una solennità liturgica comune a tutte le Chiese cristiane, che si celebra il quarantesimo giorno dopo la Pasqua di Resurrezione. Ne parlano già san Giovanni Crisostomo e sant’Agostino. Ma un’incisiva influenza per la sua diffusione la si deve probabilmente a san Gregorio di Nissa. Dato che questo giorno cade di giovedì, in molti Paesi la solennità è stata trasferita alla domenica successiva. Con l’Ascensione al cielo si conclude la presenza del “Cristo storico” e si inaugura il tempo della Chiesa.
Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: "A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,16-20)
Gli Undici
La Comunità dei discepoli che raccoglie il “testimone” dell’annuncio del vangelo è una Comunità ferita dall’assenza di un compagno, Giuda. Seppur imperfetta, è a questa Comunità concreta e reale che Gesù affida il compito di diventare testimoni del suo Vangelo, della sua proposta d’amore.
La Galilea
Una missione, precisa il testo, che riporta i discepoli all’inizio della loro esperienza con Gesù: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?” (At 1,11, prima lettura del giorno). La Galilea è dunque il luogo dove tutto ha avuto inizio per loro. Luogo dell’ascolto, del formarsi della Comunità, della quotidianità.
Un nuovo modo di esserci
Il testo degli Atti, ci offre alcune coordinate teologiche-spirituali per capire il mistero che celebriamo. Gesù “E’ stato assunto” – dice il testo degli Atti 1,11 – mettendo in evidenza che l’azione è di Dio; e la nuvola che “Lo sottrasse ai loro occhi” (v. 9) richiama l’immagine della nube del Sinai (Es 24,15), sopra la tenda dell’alleanza (Es 33,9), fino alla nube sul monte della Trasfigurazione (Mc 9,7). L’Assunzione di Gesù in cielo non è dunque un “distacco” ma un esserci in modo nuovo: questo spiega i discepoli “pieni di gioia” (Lc 24,52). In Gesù, morto, risorto e ora asceso, si sono aperte le porte del Cielo, della vita eterna. La “nube della fede” che avvolge oggi la nostra vita non è ostacolo, ma via attraverso la quale possiamo fare esperienza più viva e vera di Gesù, animati dalla certezza che se Lui è risorto e asceso al cielo, anche noi siamo chiamati alla stessa sorte, in quanto Lui è primizia (cfr 1Cor 15,20).
Chiesa in uscita
Questa attesa dell’ultimo giorno non va vissuta nell’ozio e neppure nel chiuso della propria casa, ma, ricorda Gesù, l’attesa va vissuta nell’impegno della missione, dilatata fino ai confini della terra: “Avrete forza dallo Spirito Santo…e mi sarete testimoni…fino agli estremi confini della terra” At 1,7ss), forti della promessa di Gesù: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,19), dove Gesù è il nostro Dio, il Dio-con-noi (cfr Es 3,12), l’Emmanuele (Mt 1,23; IS 7,14).
E anche se la fedeltà del discepolo troppe volte viene meno, la fedeltà di Dio nei suoi confronti non verrà mai meno: per questo il cammino della comunità e di ogni discepolo di Gesù risorto è sempre aperto a nuove prospettive e possibilità, poiché nulla è impossibile a Dio.
La tua ascensione al cielo, Signore,
mi colma di gioia
perché è finito per me il tempo di stare a guardare
ciò che fai e comincia il tempo del mio impegno.
Ciò che mi hai affidato,
rompe il guscio del mio individualismo
e del mio stare a guardare
facendomi sentire responsabile in prima persona
della salvezza del mondo.
A me, Signore, hai affidato il tuo Vangelo,
perché lo annunciassi su tutte le strade del mondo.
Dammi la forza della fede,
come ebbero i tuoi primi apostoli,
così che non mi vinca il timore,
non mi fermino le difficoltà,
non mi avvilisca l'incomprensione,
ma sempre e dovunque, io sia tua lieta notizia,
rivelatore del tuo amore,
come lo sono i martiri e i santi
nella storia di tutti i popoli del mondo.
(padri Domenicani, Provincia romana di Santa Caterina da Siena)
Preghiera
Signore Gesù,
Tu, che nella tua ascensione
hai colmato di gioia gli Undici,
rendici degni di tale gioia
in virtù della tua preghiera e della tua misericordia.
Signore Gesù,
Tu che nella tua ascensione
hai portato in cielo la nostra fragile umanità
e ci hai aperto la via che conduce al Cielo,
infondi in noi la gioia della serenità e della pace.
Signore Gesù,
Tu che salendo al cielo
ci hai rivestiti del dono dello Spirito Santo,
rendici tuoi testimoni dentro la vita quotidiana
narrando la gioia della tua Misericordia.
(Preghiera a cura di A.V.)