Papa Francesco e anziani Papa Francesco e anziani 

Giornata mondiale contro gli abusi sugli anziani: uno su sei ne è vittima

Si celebra oggi la Giornata dell’Organizzazione Mondiale della Sanità contro gli abusi sugli anziani, una piaga tristemente in crescita

Barbara Castelli – Città del Vaticano

Un dramma di cui si parla poco, sottovalutato e sottostimato, ma tristemente in crescita. In questo contesto, già nel 2006, l’Organizzazione Mondiale della Sanità istituisce la “Giornata mondiale dell’anziano vittima di abusi”, che da allora è celebrata ogni 15 giugno. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i governi a prendere provvedimenti per affrontare un problema che sta raggiungendo cifre preoccupanti, soprattutto considerando che il numero degli over 60 dovrebbe raddoppiare nel 2050. Dinanzi “all’allungamento della vita”, sottolinea Giancarlo Penza, responsabile servizio anziani della Comunità di Sant’Egidio, “la sfida è quella di dare un rilievo importante nelle nostre società agli anziani”. (Ascolta l’intervista a Giancarlo Penza sulla Giornata mondiale contro gli abusi sugli anziani).

Un anziano su sei è vittima di abuso

Un recente studio promosso dall’Oms e pubblicato su “The Lancet Global Health” mette in evidenza che quasi il 16% delle persone di età superiore ai 60 anni ha subito un abuso: psicologico (11,6%), finanziario (6,8%), trascuratezza (4,2% ), fisico (2,6%). La ricerca si basa su 52 studi in 28 Paesi di diverse regioni, tra cui 12 a basso e medio reddito. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che in Europa almeno 10.000 persone siano quotidianamente vittime di violenza nella terza età e che, ogni anno, circa 8.000 anziani muoiano per le conseguenze di tali atti. Il progressivo invecchiamento della popolazione e l’aumento del numero di anni trascorsi in una condizione di dipendenza, ma soprattutto la riduzione dell’ampiezza e della forza delle reti familiari, accentuata dalla crisi economica, sono tutti fattori che incrementano la fragilità degli anziani. “Bisogna costruire un modo di vita nelle nostre città, soprattutto nelle grandi città – precisa Giancarlo Penza – che sia amico della debolezza e della fragilità, che non emargini ma includa”.

“Viva gli anziani”, tesoro della società

La Comunità di Sant’Egidio, impegnata in più di 70 Paesi del mondo nella difesa dei diritti degli anziani, in un comunicato, lancia un appello “per sviluppare la rete delle relazioni sociali”; promuovere nuovi modelli di intervento, come il programma “Viva gli Anziani!”, che fa della lotta all’isolamento sociale e del sostegno alla fragilità il cuore della propria azione; “tutelare i diritti degli anziani, in particolare la libertà di come e dove vivere la propria vita”. Un aspetto significativo, aggiunge Giancarlo Penza, è quello di coltivare e promuovere “l’amicizia fra generazioni”.

Ignorare e scartare gli anziani è un peccato

Papa Francesco in più occasioni si è pronunciato per rimarcare la ricchezza che apportano i “nonni” nel mondo, condannando quanti, invece, cercano di emarginarli come una “zavorra”. “In una civiltà in cui non c’è posto per gli anziani o sono scartati perché creano problemi – disse all’udienza generale del 4 marzo 2015 – questa società porta con sé il virus della morte”. Così come durante la recente visita pastorale a Pietrelcina e a San Giovanni Rotondo, lo scorso 17 marzo, auspicando un “premio Nobel agli anziani che danno memoria all’umanità”.

Papa Francesco e il Nobel ai nonni

R. – Il numero degli anziani nel mondo sta crescendo con una progressione davvero formidabile: abbiamo più o meno superato gli 800 milioni su 7 miliardi nel mondo di ultra 65.enni e questo è dovuto all’allungamento della vita, ai progressi della medicina e a molti altri fattori. Dunque, la sfida di dare un rilievo importante nelle nostre società agli anziani diventa sempre più significativa, non solo in Europa ma anche in altre parti del mondo.

Qual è l’appello della comunità di Sant’Egidio, impegnata in più di 70 Paesi del mondo nella difesa dei diritti degli anziani?

R. – Bisogna costruire un modo di vita nelle nostre città, soprattutto nelle grandi città, che sia amico della debolezza e della fragilità, che non emargini ma includa. E l’altro aspetto, appello, chiamiamolo così, per cui noi ci battiamo da tanto tempo è l’amicizia fra generazioni. Noi oggi rischiamo spesso, nel modo con cui parliamo, per il modo in cui porgiamo le notizie, di creare una contrapposizione fra generazioni, soprattutto fra giovani e anziani. Questo è molto pericoloso perché si finisce di constatare come, per esempio, in Africa gli anziani vengono eliminati, accusati di stregoneria perché – si dice – rubano il futuro ai giovani, vivendo a lungo.

Il Papa più volte si è pronunciato sulla tutela degli anziani, preziosa ricchezza per la società e non malattia o zavorra…

R. – Laddove noi vediamo giovani e anziani che si incontrano, che si integrano, noi vediamo come aumenta in maniera molto significativa il tasso di civiltà, il tasso di cultura. Allo stesso tempo, mi lasci dire, il Papa è anche giustamente preoccupato dell’emarginazione degli anziani sotto la forma per esempio dell’ “istituzionalizzazione”: cioè, l’abitudine ormai molto consolidata in alcuni Paesi europei a fare in modo che gli anziani a una certa età e a una certa condizione di debolezza e di fragilità debbano abbandonare il luogo dove hanno sempre vissuto per chiudersi in istituti a volte di pessima qualità, ma a volte anche buoni. Ma il punto non è tanto quello dell’istituto, buono o cattivo, ma è anche quello del fatto che si creano dei ghetti.
 

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15 giugno 2018, 13:23