Giornata Onu: tante le sfide, essenziale il sostegno degli Stati
Chiara Colotti – Città del Vaticano
La nascita ufficiale delle Nazioni Unite coincide con l’entrata in vigore della Carta Onu: la vera colonna portante dell’organizzazione, architettata a San Francisco nell’aprile del 1945, sul finire della Seconda Guerra mondiale nel teatro europeo. L’organizzazione che in origine contava 51 Stati membri, con il passare del tempo, si è estesa sino ad includere praticamente tutte le potenze del pianeta. Sono infatti 193 i Paesi che hanno aderito alla Carta, accettando così gli obblighi che questa prevede e impegnandosi a promuoverne i valori.
La Storia
Con lo scopo di evitare un nuovo conflitto di portata mondiale, l’Onu venne fondata nell’immediato dopoguerra sulle ceneri della precedente Società delle Nazioni. Tra i suoi obiettivi, mantenere la pace e la sicurezza internazionale, sviluppare relazioni amichevoli fra le nazioni, promuovere la cooperazione internazionale e garantire il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Obiettivi ambiziosi, questi, che incontrano vari ostacoli nella loro realizzazione, “dovuti più che all’atteggiamento dell’Organizzazione stessa, all’atteggiamento dei singoli Stati”, spiega Vincenzo Buonomo, Ordinario di diritto internazionale nella Pontificia Università Lateranense di cui è attualmente Rettore Magnifico.
La Carta: un baluardo di pace
Lo Statuto nei suoi 111 articoli, suddivisi in 19 capitoli, spazia dai principi delle Nazioni Unite e dagli organi di cui si compone alla soluzione pacifica delle controversie. La Carta Onu, sebbene si appresti a festeggiare il suo 74° compleanno, rappresenta ancora oggi un baluardo di pace e di sicurezza, costituendo il cardine della vita internazionale. “I suoi principi - precisa Buonomo - coincidono con i principi delle relazioni internazionali; lo possiamo leggere nei discorsi alle Nazioni Unite tenuti da tutti i Pontefici, da Paolo VI sino a Papa Francesco”. Non dogmi avulsi dalla realtà, quindi, ma valori fondamentali che hanno implicazioni immediate sulla realtà. “Aggredire il territorio di un altro Stato o fare della popolazione civile un obiettivo dell’azione militare significa immediatamente trasgredire gli obiettivi fondamentali e i principi base della vita internazionale e della Carta Onu”, aggiunge il Rettore.
Sfide all'orizzonte: ambiente, diritti, disarmo
“In mezzo ai mari più tempestosi, la Carta rimane la nostra comune ancora morale”. Queste le parole del Segretario Generale Onu, António Guterres, alla vigilia della Giornata delle Nazioni Unite. Oggi sono molte le onde anomale e le alte maree che la nave battente bandiera Onu deve fronteggiare. Tra queste, secondo Buonomo, la mancanza di fondi per la sopravvivenza strutturale dell’Organizzazione e l’atteggiamento individualista di alcuni Paesi pronti a finanziare solamente progetti e processi finalizzati ad interessi nazionali. “Tra le sfide, dobbiamo annoverare la tutela ambientale, il rispetto dei diritti fondamentali, il disarmo, la protezione delle minoranze e la promozione dell’elaborazione di regole internazionali”. Per essere all’altezza di queste imprese, l’Onu ha bisogno di un supporto a 360° da parte degli Stati membri che ormai coincidono con l'intera comunità internazionale. "È importante ricordare - prosegue Buonomo - che il modello Nazioni Unite non si è ancora esaurito, tuttavia, il rischio è che non riesca più a rispondere alle necessità oggettive di una comunità internazionale che si è trasformata nel tempo".
Tempo di una riforma?
Oggi si discute molto su quale sia il destino dell’Onu, sulla necessità di una riforma al fine di poter svolgere un ruolo più incisivo a livello mondiale. Un'esigenza, quest’ultima, riconosciuta dallo stesso Papa Francesco nel discorso tenuto alla sede Onu di New York nel settembre 2015. "L’esperienza di questi 70 anni, al di là di tutto quanto è stato conseguito, - afferma Francesco - dimostra che la riforma e l’adattamento ai tempi sono sempre necessari". Un discorso che, se da una parte mette in luce gli importanti traguardi raggiunti da questa Organizzazione, dall’altro, sottolinea il suo bisogno di adeguarsi ai cambiamenti della società per assicurare ad ogni Paese una partecipazione reale ed equa. “Si parla tanto di riforma del Consiglio di Sicurezza con l'eliminazione del potere di veto di alcuni Stati; l'approccio dovrebbe puntare a fare dell’Onu un centro funzionale a politiche comuni per gli Stati”, sottolinea Buonomo. Perché sfide globali richiedono risposte globali.
Papa Francesco e Onu
Papa Francesco è stato il quinto pontefice a visitare il quartiere generale dell’Onu a New York, incontrando l’allora Segretario Generale Ban Ki-moon. Un discorso storico quello tenuto il 25 settembre 2015. Parole, le sue, che sottolineano la necessità di mettere in campo ogni sforzo possibile per assicurare l’inclusione sociale e la tutela dell’ambiente, uno dei pilastri del pontificato di Francesco. "Nell'immagine di Papa Francesco di un mondo che non può più essere suddiviso in blocchi, l’Onu si inserisce perfettamente, concorrendo alle attività di cui gli Stati hanno bisogno”, conclude Buonomo.
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