Giornata Mondiale degli Insegnanti: il futuro della professione
Chiara Colotti – Città del Vaticano
Quest'anno, la Giornata Mondiale degli Insegnanti è dedicata al tema “Young Teachers: The Future of Profession” (giovani insegnanti: il futuro della professione). L’intento è quello di riconoscere e riaffermare il valore prezioso degli insegnanti, la cui missione è quella di contribuire alla piena crescita dei ragazzi. “Non un mestiere qualsiasi, ma un vero e proprio servizio allo sviluppo della persona umana”, come la definisce Rosalba Candela, presidente nazionale dell’UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori) e professoressa di lettere.
Il ruolo chiave degli insegnanti è riconosciuto dalle Nazioni Unite nel quarto obiettivo dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che punta a garantire un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva. In particolare, assicurare opportunità di apprendimento per tutti, al fine di contrastare l’analfabetismo e l’abbandono scolastico, fenomeni ancora diffusi in Europa e in Italia. Come riportato dall’Istat, nel Bel Paese le competenze alfabetiche, numeriche e linguistiche si attestano al di sotto della media europea. Inoltre, l’uscita precoce dal sistema di istruzione e di formazione è aumentata negli ultimi due anni raggiungendo nel 2018 il 14,5%. “L’abbandono scolastico - spiega la presidente UCIIM - può essere combattuto in un solo modo: il raccordo con il territorio. È fondamentale che la scuola risponda alle esigenze del territorio, ma soprattutto che gli alunni vengano incoraggiati nel seguire le proprie passioni”.
L’UNESCO lancia un appello forte e chiaro ai Governi di tutto il mondo, affinché creino le condizioni necessarie all’assunzione di nuovi maestri; si prevede infatti che entro il 2030 oltre 69 milioni di docenti andranno in pensione. L’insegnamento deve tornare ad essere una professione di prima scelta.
Papa Francesco, in occasione dell’udienza con i membri dell’UCIIM, il 14 marzo del 2015, ha sottolineato la bellezza di questa professione mettendone in luce anche gli aspetti più complicati. “A voi chiedo di amare di più gli studenti ‘difficili’, quelli che non vogliono studiare, quelli che si trovano in condizioni di disagio (...) Se amate solo quelli che studiano, che sono ben educati, che merito avete?”. Francesco ha poi affermato: "In una società che fatica a trovare punti di riferimento, è necessario che i giovani trovino nella scuola un riferimento positivo”. Ma in che modo? Secondo Rosalba Candela, solo se la scuola guarda all’alunno come persona e non si limita a veicolare concetti aridi e nozioni astratte. L’insegnante ideale - sottolinea - è colui che vive mentalmente e affettivamente con i suoi alunni, che mostra veramente di pensare a loro, agendo con persuasione, con fiducia e con ottimismo. Ed è a questo punto che entra in gioco anche il ruolo della famiglia il cui supporto rimane fondamentale: "Solo se instauriamo una circolarità tra docenti, alunni e genitori, potremo formare persone".
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