Migranti, Montenegro: "L'Ue pensi di più a accoglienza e integrazione"
Elvira Ragosta e Andrea De Angelis – Città del Vaticano
“Sono numeri che fanno pensare perché sono grandi e l'1% non significa soltanto qualche persona. Noi forse abbiamo perso il significato della numerazione, ma ad ogni cifra corrisponde una vita”. Lo afferma nell'intervista a VaticanNews il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, commentando il nuovo rapporto Global Trends dell'Unhcr dal quale si evince che quasi 80 milioni di persone nel mondo sono in fuga dalla loro terra a causa di conflitti, persecuzioni o violenze. Un numero quasi raddoppiato rispetto a dieci anni fa: un essere umano su 97 nel mondo è costretto a lasciare il suo Paese d'origine.
Cambiare i nostri giudizi
“Stiamo decidendo la sorte degli altri, osserviamo dimenticando che sono persone che hanno voglia di vivere. Il mio commento - prosegue il presule - è di tristezza perché questi numeri sono destinati a salire. L'indifferenza di molti – tante volte è una forma di egoismo e per salvare la propria pelle non si pensa a quella di altri – ci fa ritrovare più soli. Tanta gente si sente sempre più sola”.
Un dramma nel dramma è quello dei minori che rappresentano il 40% delle persone in fuga. Stiamo parlando di una cifra che oscilla tra i 30 ed i 34 milioni.
R. - Noi oggi diciamo che il 40% sono minori, ma quanti minori sono diventati maggiorenni e sono ancora nella stessa condizione? Occorre davvero una riflessione che ci apra gli occhi e ci metta con le spalle al muro. Adesso ci stiamo accorgendo di quanto il mondo sia piccolo, è bastata questa pandemia che ha colpito tutti. Se il mondo è così piccolo, dovremmo davvero modificare il modo di fare i nostri conti, cambiare i nostri giudizi.
Oltre a questo rapporto dell'UNHCR, c'è la situazione nel Mediterraneo. Sono 49 le persone sbarcate a Lampedusa, intanto la Sea Watch nella notte ha effettuato un altro salvataggio di 165 persone migranti. Continua, inoltre, la ricerca di un'altra imbarcazione…
R. - Se ci sediamo sulla spiaggia ne vedremo arrivare ogni giorno, ora c'è bel tempo. Questo lo stiamo facendo da trent'anni, ogni volta ci meravigliamo, ma non si fa niente perché non accada.
Le persone migranti e l'Unione Europea
"Non voglio essere pessimista, ma fino ad ora - risponde il cardinale Montenegro ad una domanda sulla gestione dei flussi migratori da parte della UE - in alcuni campi l'Unione Europea ha cercato sì di lavorare, ma in altri non è entrata ancora. Se la UE pensa al futuro senza pensare all'integrazione, all'accoglienza, ma soltanto ai propri interessi… che Unione Europea sarà? Non vedo un futuro a colori".
Il ministro dell'Interno italiano, signora Lamorgese ieri ha detto che il cardine della UE deve essere la solidarietà e che si deve modificare Dublino. Secondo lei in questo momento come può l'Unione Europea attuare una politica di condivisione?
R. - In questo momento è difficile, ma lo era anche ieri e lo sarà anche domani. Quando vince l'io, sarà sempre difficile trovare soluzioni. Forse sarebbe più corretto dire che la soluzione non la vogliamo trovare, tanto a morire sono gli altri.
Qual è il suo auspicio?
R. - Abbiamo parlato di globalizzazione? Ragioniamo in quella chiave. Questi continenti, queste terre, questi poveri sono persone con cui dobbiamo avere a che fare. La globalizzazione non è solo denaro, ma è anche uomo. Mi auguro davvero che i diversi Stati si mettano a tavolino a ragionare sul serio per risolvere il problema. Fino ad ora non hanno dimostrato di farlo.
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