Giornata mondiale degli insegnanti: un ruolo cruciale in tempo di pandemia
Michele Raviart - Città del Vaticano
“Gestire una crisi, re-immaginare il futuro”. Questo il tema della 26 esima Giornata mondiale degli insegnanti, che si celebra oggi. Promossa dall’Unesco insieme a Education International, l’evento quest’anno acquista un significato ancora maggiore, del ricordare al mondo l’importanza dei sistemi educativi e di chi forma le future generazioni.
Inventare una nuova scuola
Durante la pandemia di Covid-19, si legge infatti nel comunicato dell’Unesco, gli insegnanti “hanno fornito un contributo cruciale nell’assicurare continuità nell’apprendimento e nel sostenere il benessere psicofisico dei loro studenti”. ”È stato un anno particolare e gli insegnanti hanno dovuto sostanzialmente inventare un nuovo tipo di scuola”, spiega a Vatican News la scrittrice, teologa ed ex-insegnante Mariapia Veladiano, “che io non chiamerei didattica a distanza, ma scuola di prossimità. Hanno dovuto infatti inventare un modo per essere vicini ai ragazzi che non venivano più a scuola”. “Questo”, spiega, “ha avuto tanti effetti, da un lato quello tecnologico – è stato il più grande corso di aggiornamento che sia mai stato organizzato-, ma soprattutto gli insegnanti, pur nella situazione di emergenza hanno trovato mille modi per essere vicini soprattutto ai bambini più piccoli e lo hanno fatto in modi creativi”.
Ricostruire la fiducia
“Gli insegnanti”, sottolinea ancora Veladiano, “sono grandi ‘riparatori’, riparano l’ignoranza, le vite, le relazioni. Adesso devono riparare la fiducia perché questa pandemia ha innescato una crisi di fiducia. Si ha paura del futuro”, e serve quell’operazione che il Papa chiama “ricostruire un patto educativo globale”. Come sottolinea l’Unesco, infatti, quasi un miliardo e seicentomila studenti, cioè il 90% del totale, sono stati in un qualche modo colpiti dalla chiusura delle scuole per il coronavirus, così come 63 milioni di insegnanti. Una situazione che ha portato alla luce le debolezze di molti sistemi educativi e aumentato le disuguaglianze nell’accesso all’educazione tra i ragazzi. Solo in Italia le stime parlano di un numero tra i 400 mila e il milione di alunni che, di fatto, non hanno potuto ricevere alcuna istruzione lo scorso anno.
Non lasciare indietro nessuno
“Ancora una volta chi ha la possibilità, chi è ricco non solo dal punto di vista economico, ma anche da punto di vista culturale si trova avvantaggiato rispetto a chi è più in difficoltà. Quindi c’è un aumento delle disuguaglianze”, spiega ancora la scrittrice. “È stato fatto anche tanto perché sono stati distribuiti computer, tablet, ma il punto non è quello”. Bisogna avere la consapevolezza di chi e perché è stato lasciato indietro, quindi, e “partire da quelli che non è stato possibile raggiungere, perché sono loro quelli che hanno perso di più. È una voragine non solo di ingiustizia, ma di talenti che non riescono ad essere espressi”.
L'appello dell'Unesco
“Senza un’azione urgente e un aumento degli investimenti”, spiega ancora l’Unesco nel suo comunicato, una crisi dell’educazione può trasformarsi in una “catastrofe dell’educazione”. Anche prima della pandemia, infatti, più della metà di tutti gli alunni dai dieci anni in giù aveva già difficoltà a leggere un breve testo scritto. Per questo l’organismo delle Nazioni Unite lancia un appello ai governi e a tutti gli attori coinvolti, affinché abbiano ancora più riguardo nei confronti degli insegnanti, proteggendo la loro salute, il loro posto di lavoro e migliorando le loro condizioni di vita.
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