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Sud Sudan, un gruppo di donne in addestramento Sud Sudan, un gruppo di donne in addestramento  

Sud Sudan, piccoli progressi e il prezzo di una pace lenta

Il ferimento di padre Carlassare, vescovo eletto della diocesi cattolica di Rumbek, riporta in primo piano la situazione tormentata di una giovane nazione che cerca di lasciarsi alle spalle anni di violenze. Un Paese che Francesco porta nel cuore

Paul Samasumo – Vatican News

Una porta fracassata in piena notte, la richiesta del motivo, la risposta in una sventagliata di proiettili sulle gambe. Pochi istanti per vedere la propria vita in pericolo e più ancora per avvertire un dolore acuto e interiore che rivaleggia con quello delle ferite che lo fanno accasciare, quello di un servizio interrotto da una fiammata d’odio.

Il motivo che ha spinto alcuni sconosciuti a sparare nella notte tra domenica scorsa e lunedì al futuro vescovo di Rumbek, il comboniano padre Christian Carlassare, resta ancora ignoto. Ma l’episodio riflette comunque l’instabilità di un Paese che fatica a trovare un assetto democratico, dove le armi sono ancora una voce cruda contro gli sforzi della democrazia.

Tra fiducia e preoccupazione

Il direttore della Scuola La Salle di Rumbek, Fratel Joseph Alak, ha recentemente detto a Vatican News: "Non ci sono combattimenti al momento. La tregua sta tenendo. Speriamo che la pace regga a lungo. La mancanza di conflitto armato è meglio di un ritorno alla guerra. Le armi tacciono e siamo fiduciosi per il futuro". I Fratelli de La Salle e la comunità di Rumbek hanno aperto una scuola per ragazzi, grazie alla fine della guerra. Purtroppo, circolano ancora troppe armi nelle mani di molti giovani nel Sud Sudan.

Una Pasqua di perdono

La domenica di Pasqua di quest'anno – proprio quando il Sud Sudan ha fatto passi timidi verso la vaccinazione di alcuni dei suoi operatori sanitari contro il Covid-19 – l'arcivescovo Stephen Ameyu Martin Mula dell'arcidiocesi di Juba ha pregato perché la Risurrezione porti al Sud Sudan uno spirito di perdono. "Il perdono è la Pasqua stessa, e la Pasqua è il perdono", ha detto il presule a Vatican News. “Questo perdono deve iniziare da noi. Dobbiamo perdonarci a vicenda dal profondo del nostro cuore. Il perdono è completo quando abbiamo perdonato gli altri. Attraverso la croce e la resurrezione di Cristo, anche noi possiamo sperimentare il paradiso qui nella nostra vita".

Papa Francesco, il cuore per il Sud Sudan

L'11 aprile 2019, al termine di un ritiro spirituale organizzato dal Vaticano per i leader politici del Sud Sudan, il Papa si è inginocchiato davanti ai leader del Paese, ha baciato i loro piedi e li ha implorati di porre per sempre fine alla guerra. “Voi avete avviato un processo: che finisca bene ", ha detto loro Francesco. " Ci saranno lotte fra voi due: sì. Anche queste siano dentro l’ufficio; davanti al popolo, le mani unite. Così da semplici cittadini diventerete Padri della Nazione (...) Vi chiedo come fratello, rimanete nella pace. Ve lo chiedo con il cuore. Andiamo avanti. Ci saranno tanti problemi, ma non spaventatevi", ha detto Papa Francesco ai leader del Sud Sudan e poi ha baciato i loro piedi.

In un messaggio del 24 dicembre scorso, firmato da Papa Francesco, dall'arcivescovo di Canterbury Justin Welby e dal moderatore della Chiesa presbiteriana di Scozia Martin Fair, i leader politici del Sud Sudan vengono nuovamente incoraggiati a mantenere la rotta della pace. “Siamo stati contenti di vedere i piccoli progressi che avete fatto, ma sappiamo che non basta perché il vostro popolo senta pienamente gli effetti della pace”, si legge nel messaggio natalizio. “Quando verremo in visita, desideriamo essere testimoni di una nazione cambiata”.

L’Onu: i vuoti di potere riempiti dai devastatori

David Shearer, l'ex rappresentante speciale del segretario generale e capo della missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan (UNMISS), a fine marzo 2021 ha rilevato nel suo briefing conclusivo al Consiglio di sicurezza la necessità di operare con più forza in Sud Sudan per costruire sui quanto di buono già ottenuto, affermando di essere fiducioso proprio grazie ai progressi registrati. Pur accogliendo con favore la formazione del governo, Shearer ha affermato che l’avanzamento in campo costituzionale, della giustizia, della riforma economica sono stati minimi, con ancor prima l’urgenza di trovare una soluzione per le migliaia di soldati lasciati a languire nei siti di smistamento senza riparo, assistenza sanitaria o cibo.

Dunque, la lenta attuazione dell'accordo di pace ha creato uno spazio vuoto riempito dalle tensioni regionali e aperto allo sfruttamento dei devastatori. Per questo il rappresentante Onu ha invitato la comunità internazionale e il governo del sud sudanese a impegnarsi nel portare avanti il processo di pace. Un modo perché quei “piccoli progressi” riconosciuti dal Papa diventino un futuro si stabile democrazia.

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27 aprile 2021, 12:58