Serve donare il sangue, farmaco salvavita
Eliana Astorri e Benedetta Capelli – Città del Vaticano
“Donare il sangue è un atto di solidarietà. Unisciti allo sforzo e salva le vite”. E’ lo slogan scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’odierna Giornata Mondiale del donatore di sangue. Secondo recenti stime, vengono raccolte circa 118,54 milioni di donazioni di sangue in un anno ma il 40% - sottolinea l’Oms - viene raccolto in Paesi ad alto reddito, dove risiede solo il 16% della popolazione mondiale, mentre la carenza di sangue è acuta nei Paesi a basso e medio reddito.
Proprio in queste aree più in difficoltà, il sangue e gli emoderivati sono salvavita per i bambini affetti da grave anemia dovuta a malaria e malnutrizione, per le donne che soffrono di emorragie associate alla gravidanza e al parto, ma anche per le vittime di traumi e incidenti. Dal 2008 al 2018 è stato segnalato un aumento di 10,7 milioni di donazioni di sangue da donatori volontari ma l’incidenza del Covid, in questi ultimi tempi, si sta facendo sentire.
L’appello ai giovani
In Italia, ad esempio, la Croce Rossa ha parlato di “dati allarmanti” e per questo ha lanciato un appello soprattutto ai giovani perché si rechino a donare. Un appello condiviso anche dalla professoressa Gina Zini, direttore del Centro trasfusionale della fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli IRCCS. “Bisogna stimolare i ragazzi perché c’è anche da considerare – afferma - il problema dell'invecchiamento dell'età dei donatori, sottolineare però che la popolazione dei donatori è una popolazione che viene controllata dal punto di vista sanitario e che quindi la donazione rappresenta anche una possibilità in più nella tutela della sua salute. Oltre al fatto che ovviamente i ragazzi, donando, contribuiscono in maniera solidale e altruistica al benessere dei nostri pazienti”.
Il peso della pandemia
L’emergenza sanitaria ha influito nel numero di donazioni di sangue. “L’ultimo report del Centro Nazionale Sangue risalente al 2021 – aggiunge la professoressa Zini - conferma che rispetto al 2019 c’è stata una riduzione del 1,8% di donatori”. Non esistono però solo notizie negative, afferma Zini, perché “l’epoca Covid ha favorito le nascite e quindi le donazioni di sangue cordonale nel 2021, sono tornate a crescere”. “La donazione di sangue intero è un diritto, il sangue è un farmaco per cui anche in occasione della Giornata Mondiale del donatore di sangue faccio appello perché si doni soprattutto guardando all’estate, un tempo in cui gli ospedali sono in difficoltà”. La professoressa ricorda che ci sono molte associazioni impegnate nella raccolta del sangue anche nei luoghi di vacanza e che si può donare pure solo una parte del proprio sangue perché il resto viene reinserito. “Si tratta – spiega – della possibilità di donare una unità di sangue intero oppure in aferesi, ovvero una raccolta selezionata di un emoderivato come il plasma, le piastrine o i globuli rossi, gli altri componenti vengono poi reintrodotti in circolo. E’ una donazione più impegnativa, è una donazione più fruttuosa per i pazienti. Sono obiettivi molto importanti che si possono realizzare con dei cittadini di buona volontà”.
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