A Milano una mostra celebra Manzoni e narra la peste, "orribile flagello" nei secoli
Maria Milvia Morciano - Città del Vaticano
Uno dei segni indelebili dell'opera del Manzoni è il suo racconto sulla peste, che si condensa nelle pagine dei Promessi sposi e nella Storia della Colonna Infame, diventando, queste opere, simbolo di ogni pestilenza. A centocinquant'anni dalla morte dello scrittore più celebre e studiato, Milano dà avvio alle celebrazioni con un’esposizione incentrata su questo tema così spaventosamente attuale. Dal 4 maggio fino all’8 luglio 2023 la Biblioteca Nazionale Braidense e la Pinacoteca di Brera presentano Manzoni 1873-2023. La peste “orribile flagello” tra vivere e scrivere, in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi e con il contributo scientifico di Casa del Manzoni. La mostra è curata da Marzia Pontone, direttrice scientifica della Biblioteca Nazionale Braidense, con Giuliana Nuvoli e Marco Versiero.
La peste, male oscuro sempre presente nella storia dell'uomo
L’uomo per sua natura cerca di rimuovere dalla memoria gli accadimenti più dolorosi. Per chi non ha subito esiti drammatici, i recenti due anni della pandemia di Covid-19 sembrano essere diventati già ricordi lontani e sfocati, come un brutto sogno. Se ripensiamo a quei giorni, quello che proprio rimane scolpito nella memoria è il senso di sgomento, di incredulità. Stava accadendo proprio a noi? A noi cittadini di un mondo talmente moderno e avanzato da sembrare asettico?
E invece, nella mostra milanese, scopriremo che dai secoli più antichi la peste c’è sempre stata. Ha sempre terrorizzato. Le epidemie appaiono fin dagli albori della storia, nelle testimonianze delle civiltà più antiche e si ripresentano nel tempo come un racconto incessante e spaventoso ma sempre sostanzialmente simile.
Due spiegazioni possibili
Sono due i filoni che tentano di spiegare l'origine della peste: quello che ne attribuisce un'origine divina e quindi la spiega come una punizione, il flagellum dei, a partire dai libri biblici di Samuele e dalle opere di Omero, e dall'altra quella che ne dà un'interpretazione razionale, naturalistica, a partire da Tucidide e Lucrezio. Attraverso le immagini esposte nella mostra, allestita nella Sala Maria Teresa della Biblioteca Nazionale Braidense, alcune delle quali visibili al pubblico per la prima volta, si percepisce bene la traccia che questo morbo "fatale" ha lasciato nelle società di ogni tempo e sotto forma di fenomeni che vanno al di là della malattia vera e propria. Senso di colpa, espiazione, conseguenza del male commesso dall'uomo, e primo fra tutti la guerra... Anche nelle visione più "laiche" i molti che hanno trattato della peste hanno cercato di darne un senso. La scienza dà indicazioni precise, ma i timori dell’uomo hanno bisogno, per essere sanati, di cercare anche altrove.
Giuliana Nuvoli: un patrimonio prezioso al servizio della narrazione della peste
“Nella Sala Teresiana della Biblioteca Braidense – dice a Vatican News la professoressa Giuliana Nuvoli, docente emerita di Letteratura italiana all’Università degli studi di Milano, scrittrice e critico letterario - sono state allestite quattordici bacheche che, in diacronia, partendo dall’Iliade di Omero e arrivando fino ai giorni nostri, illustrano le modalità con le quali la peste è stata narrata, illustrata, rappresentata, anche temuta, odiata, ovviamente. Ed è esposto un insieme assolutamente straordinario di manoscritti, incunaboli, antiche edizioni, calcografie, acqueforti, litografie. Insomma, un patrimonio prezioso della Braidense al servizio della narrazione della peste”.
Per quale motivo è stato scelto proprio il tema della peste?
Naturalmente, perché la peste è la protagonista, lo scenario, il sottofondo di tutto il romanzo di Alessandro Manzoni e perché è il male emblematico che colpisce l'umanità, i buoni e i cattivi insieme: Lucia buona guarirà, Rodrigo cattivo morirà. Ci sono personaggi innocenti che muoiono... È la narrazione di un mondo in cui la Provvidenza interviene in disegni che all’uomo sfuggono.
Questa esibizione, pur ponendo la figura del Manzoni al centro, abbraccia un arco temporale amplissimo, con molte sezioni che parlano di poeti, scrittori, musicisti italiani e stranieri, antichi e moderni...
Sono presenti numerosi autori e la parte che riguarda gli autori fra l’Otto e Novecento, in particolare quella che io ho curato partendo da Edgard Allan Poe, ovvero la letteratura del male, ha avuto una fioritura straordinaria, arrivando fino alla fantascienza che sarà oggetto di uno dei miei incontri, che non è prevista nella mostra ma che è prevista nella narrazione complessiva I musicisti c’entrano perché ci sono lettere di Verdi, di Puccini, di Donizetti e di altri che hanno raccontato il loro impatto, il loro incontro con il morbo. Sono testimonianze estremamente interessanti.
Nella mostra, appunto, ci sono incunaboli, miniature un po’ di tutti i periodi e ci sono anche copertine di libro, incisioni antiche...
Certamente le testimonianze più antiche sono gli incunaboli, cioè i testi pubblicati nel Quattrocento e sono testi che al pubblico non sono mai arrivati, per questo la mostra si rivela quanto mai interessante. Devo segnalare anche due disegnatori, Francesco Gonin e Gallo Gallina dell’Ottocento, illustratori del romanzo del Manzoni, di cui sono esposti i disegni originali.
Nell'ambito della mostra è stata organizzata una serie di laboratori, incontri, conferenze, giochi destinati ai bambini che fanno da contorno e che possono essere consultati sul sito della Braidense, nella sezione dedicata.
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