Ucraina, chiuso vertice Nato. Soddisfazione di Zelensky
Michele Raviart - Città del Vaticano
Tornato dal vertice Nato di Vlinius con quello che ha definito come “un buon risultato” per il suo Paese, il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha escluso qualsiasi compromesso con la Russia sull’integrità territoriale dell’Ucraina. “Non scambieremo mai alcuno status per nessuno dei nostri territori, anche se si tratta di un villaggio in cui vive un nonno”, ha ribadito al termine del summit. “Non rinunceremo ai nostri territori e non li scambieremo mai con un conflitto congelato. Questo non accadrà ma”, ha aggiunto, sottolineando come questa posizione sia ben chiara agli alleati.
Zelensky: importanti le garanzie del G7
Soddisfazione anche per gli impegni presi a Vilnius dai Paesi del G7 per garantire l’integrità dell’Ucraina attraverso accordi bilaterali sulla sicurezza. “È molto importante”, ha scritto Zelensky, “per la prima volta dall'indipendenza abbiamo costituito una base di sicurezza per l'Ucraina nel suo cammino verso la Nato. Si tratta di garanzie di sicurezza concrete, confermate dalle sette principali democrazie del mondo”. “In questi due giorni di vertice - ha aggiunto - abbiamo messo a tacere ogni dubbio e ambiguità sulla permanenza dell'Ucraina nella Nato".
Arrivate le prime bombe a grappolo
Tra i risultati immediati, quello di un maggiore approvvigionamento di armi da parte degli alleati occidentali. In queste ore, ha confermato il generale ucraino Oleksandr Tarnavsky, sono arrivate le prime bombe a grappolo dagli Stati Uniti, dopo la decisione presa dal presidente Joe Biden la scorsa settimana e contestata da parte della comunità internazionale. “Le abbiamo appena ricevute, non le abbiamo ancora usate, ma possono cambiare radicalmente" la situazione sul campo di battaglia, ha annunciato alla Cnn, precisando che le munizioni – che se non esplodono hanno effetti simili alle mine-antiuomo che durano decenni - non verranno usate nelle aree civili.
L'Unione europea approva l'Asap sulle munizioni
Il Parlamento Europeo, inoltre, ha approvato in via definitiva l'Atto a sostegno della produzione di munizioni (Asap) per accelerare l’invio di armi e missili all’Ucraina e rafforzare i propri arsenali. Tra le misure adottate, anche un finanziamento da 500 milioni di euro. In dirittura d’arrivo, ha confermato anche il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, i caccia F-16 di fabbricazione americana promessi dopo lunghe trattative da una coalizione di 11 Paesi guidata da Paesi Bassi e Danimarca. Arriveranno nel tempi previsti e la Russia dovrà farselo andare giù”, ha commentato.
Lavrov: l'arrivo degli F-16 sarebbe una minaccia nucleare contro Mosca
I caccia F-16, infatti, hanno la possibilità teorica di poter trasportare testate nucleari e per questo per il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, saranno considerati da Mosca come una minaccia nucleare. "Gli Stati Uniti e i loro satelliti della Nato creano il rischio di uno scontro armato diretto con la Russia, con conseguenze catastrofiche", ha dichiarato, aggiungendo che "nessuna rassicurazione sarà utile in questo caso". Lavrov ha definito poi “fake news” le voci circolate su eventuali colloqui di pace entro la fine del mese e ha ribadito di non aver formulato nuove proposte alla Turchia sul rinnovo dell’accordo sul passaggio del grano ucraino dai porti del Mar Nero, mediato da Ankara e che scade lunedì.
Attacco di droni a Kyev
Intanto durante la notte una dozzina di droni russi sono stati abbattuti nello spazio aereo della capitale Kyiv. Distrutti e incendiati alcuni edifici, con una persona che è rimasta uccisi dagli incendi causati dai detriti caduti. Una vittima, una donna di 85 anni, anche a causa di un bombardamento russo nella regione di Kherson. Un attacco ucraino ha invece colpito una caserma militare dove alloggiavano truppe cecene a Mariuopol.
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