Sbarchi in aumento a Lampedusa, necessari più sforzi per l’accoglienza
Leone Spallino – Città del Vaticano
Sono più di settemila le persone sbarcate nelle ultime ventiquattr’ore a Lampedusa. Mille sono arrivate solo la scorsa notte, quando si è purtroppo registrato il decesso di una neonata di 5 mesi, affogata durante le complesse operazioni di approdo. L’hotspot di Imbriacola risulta strapieno, riempito fino a più di dieci volte della sua originale capacità pari a 600 unità. Si parla di più di centodieci sbarchi avvenuti nelle ultime ventiquattr’ore. Sono numeri che battono ogni record precedente rispetto agli arrivi sull’isola. Anche per la Croce Rossa, la situazione è “complessa” e fonte di ulteriore allarme: le persone in arrivo non sembrano diminuire e c’è da aspettarci che gli sbarchi aumenteranno durante le prossime ore. La situazione nel frattempo è diventata incandescente al molo Favaloro, che questa mattina è stato teatro di cariche da parte delle forze dell’ordine per fermare decine di migranti che tentavano di lasciare l’area dell’approdo ormai stracolma.
Lampedusa chiama Roma
Il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, ha chiesto urgentemente assistenza allo Stato, segnalando il bisogno di interventi strutturali una volta esauritasi l’emergenza. “I numeri non sono più sostenibili”, ha dichiarato il primo cittadino, che, a conferma dei dati record, ha aggiunto: “Non si era mai visto uno spettacolo simile, con decine e decine di barchini scortati o agganciati dalle unità di soccorso davanti al porto”. La richiesta avanzata dalle autorità locali a Roma è che si tenti di evitare gli sbarchi sull’isola il più possibile, non facendo scendere i migranti a Lampedusa, ma traghettandoli direttamente su navi di salvataggio che dovrebbero poi condurli nel resto del Paese. Sembra chiaro a molti, a questo punto, la necessità di un sistema condiviso per gestire l’emergenza organizzata a livello europeo.
Marcia indietro di Parigi e Berlino
Tuttavia alcuni Stati europei sembrano muoversi in senso opposto: Parigi ha blindato le sue frontiere con l’Italia, con il ministro degli interni francese Darmanin che, da Mentone, ha annunciato l’invio di rinforzi per contrastare “l’immigrazione clandestina” che starebbe in forte aumento. La Germania ha annunciato ieri che non intende più ricevere profughi dall’Italia, attaccando l’atteggiamento di Roma tramite il ministero degli interni. I tedeschi sostengono che “le politiche italiane aggravano il ruolo della Germania nei confronti delle migrazioni”, adducendo inadempienze italiane riguardo al trattato di Dublino, lo statuto giuridico che definisce quali sono gli Stati competenti per ricevere le richieste di asilo da parte dei profughi. La posizione di Francia e Germania evidenzia la crisi che sta attraversando la politica comune europea sulle migrazioni.
Da Roma appello a Bruxelles
L’Italia, dal canto suo, continua a sostenere che il problema dei flussi migratori non può essere gestito dai singoli Paesi, ma che deve essere il sistema della solidarietà europea la strada da percorrere. La presidente del parlamento europeo, Roberta Metsola, ha fatto eco all’Italia: “Le soluzioni non possono essere sul piano nazionale, ma solo a livello comunitario” – ha dichiarato – “Penso non ci siano altre opzioni, se non concludere il Patto sulla migrazione”. Il “nuovo patto sulla migrazione” è un accordo programmatico all’interno dell’Unione Europea, che stabilisce che i Paesi membri devono impegnarsi nel seguire una linea comune sulla gestione dei flussi migratori. L’accordo non è altro che una dichiarazione di intenti sulla quale poi costruire un vero trattato. E’ stato anche contestato da organizzazioni umanitarie in quanto ridurrebbe gli standard di protezione per le persone che migrano.
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