Dal Kenya, la storia di Sheila e del suo sguardo ritrovato
Lucas Duran - Città del Vaticano
Uno strumento semplice e innovativo per garantire la salute della vista anche in Africa, con rapidi test visivi, a bambini dai sei ai quindici anni che vivono nei villaggi lontani dai grandi centri abitati, consentendo così loro di frequentare la scuola in salute e armonia con i compagni.
È questa la tecnologia Peek Vision, che CBM Italia - organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura delle disabilità visive in Italia e nel Sud del mondo - ha introdotto in un progetto avviato in Kenya e in Etiopia, dove è presente dal 1967 per rafforzare i servizi oculistici, anche nelle aree meno servite e contribuire alla prevenzione della cecità evitabile e degli errori refrattivi non corretti tra i bambini.
La storia di Sheila
Il direttore di CBM Italia, Massimo Maggio, racconta ai microfoni dei media vaticani la storia di Sheila, una bambina che ha oggi dodici anni e che vive in un piccolo villaggio della contea di Bomet, in Kenya, ad ovest della capitale Nairobi, in direzione del lago Vittoria. Qui frequenta la seconda media, dimostrando una grande passione per lo studio. La sua storia, però avrebbe potuto essere ben differente, senza l’intervento dell'ente umanitario.
“Sheila è una bambina che, come tanti suoi coetanei, afferma Maggio - ama andare a scuola, con una grande passione per lo studio. Tuttavia, fin da piccola, ha sofferto di gravi problemi alla vista. Non riusciva a vedere la lavagna e quindi neppure a comprendere e ad arricchire la sua conoscenza. Grazie ai nostri interventi di carattere comunitario e sociale siamo entrati in contatto con la famiglia della bambina e, attraverso l’applicazione Peek Vision, siamo riusciti a capire qual era il suo problema e a curarla. Sheila è affetta da una grave ipovisione, ma ora è in grado di leggere attraverso il Braille e altri ausili specifici. Il più bel regalo per noi è vedere il sorriso da lei riacquistato e la sua determinazione a raggiungere il suo sogno che è quello di diventare un’insegnante di inglese. Una storia emblematica, che rappresenta tanti bambini che vivono nei Paesi del sud del mondo”.
Cifre preoccupanti, ma anche luci nel buio
Sul pianeta sono oltre 2 miliardi le persone con problemi visivi. La metà tra loro risulta concentrata nei Paesi più poveri, dove l’accesso ai servizi oculistici è scarso o inesistente.
“Eppure - sottolinea Massimo Maggio - il 90% di tutti disturbi visivi sono prevenibili e curabili. La salute visiva è per noi un diritto di tutti. Una constatazione che ci sostiene nel nostro impegno quotidiano e che soltanto nel corso dell’ultimo anno ha raggiunto oltre 700 mila persone, attraverso 21 progetti in undici paesi tra Africa, Asia e America Latina”.
Una tecnologia semplicemente risolutiva
Il direttore di CBM Italia descrive con entusiasmo le caratteristiche di Peek Vision, dove Peek sta per Portable Eye Examination Kit, che pur nella sua apparente semplicità, rappresenta un traguardo scientifico di eccellenza e il lato buono della tecnologia.
“Peek Vision è un’applicazione per smartphone che permette di effettuare screening visivi nelle comunità e in particolare nelle scuole. Il test richiede meno di un minuto per ogni occhio, individuando i bambini con problemi visivi e indirizzandoli a trattamenti specifici in caso di patologie. In questo modo è possibile anche costruire un utile database dove i dati dei pazienti sono censiti, analizzati in tempo reale e monitorati. Gli insegnanti stessi vengono formati sul corretto utilizzo dell'app potendo così visitare in autonomia i loro studenti”
Un circolo virtuoso
L’adozione di strumenti tecnologici avanzati e, al contempo, di semplice utilizzo, rappresenta un elemento importante di supporto al sistema sanitario in paesi dalle scarse risorse, come ad esempio Kenya ed Etiopia e dove la cecità è uno dei principali problemi di salute per la mancanza di servizi adeguati di prevenzione e di cura.
"Una delle maggiori sfide nei paesi più poveri - conclude Massimo Maggio - è proprio quella di raggiungere coloro che vivono nelle comunità più remote e non riescono ad accedere alle cure. Per questo stiamo investendo tempo e risorse in questa nuova tecnologia della Peek Vision, progettata proprio per ambienti isolati e con risorse limitate, permettendo la presa in carico dei pazienti e in particolare dei piccoli più piccoli tra loro, dallo screening al trattamento. È stato infatti dimostrato che gran parte dell’apprendimento passa dalla vista, quindi ogni disabilità visiva nei bambini può avere conseguenze negative sul rendimento scolastico e più in generale sulla qualità della vita”.
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