Israele ammassa truppe al confine con Gaza. Civili in fuga
Paola Simonetti – Città del Vaticano
I civili fuggono da Gaza in gran fretta, vanno verso il sud della Striscia, raccogliendo l’avvertimento di Israele che sembra ormai pronto per l’attacco di terra, non prima che l’evacuazione sia conclusa, mentre proseguono i raid aerei sulla zona. Sarebbero già un milione gli sfollati stando alle ultime stime dell’Onu. Le truppe israeliane sono allertate al confine con la Striscia, mentre oggi, lunedì 16 ottobre, riapre il valico di Rafah con l'Egitto, dal quale potranno uscire, secondo quanto riferito da funzionari dell'Ambasciata palestinese a Washington, stranieri e palestinesi con nazionalità straniera. Il valico resterà aperto per cinque ore dalle 9 di questa mattina solo per far entrare nella Striscia di Gaza beni di prima necessità: cibo, acqua e medicinali. Dal canto suo, il ministero della Difesa israeliano ha deciso di evacuare la popolazione che risiede a ridosso del confine con il Libano ad una distanza inferiore a 2 chilometri.
Gli Stati Uniti in Israele
Un provvedimento, quello di Israele, legato all'escalation di scontri con gli Hezbollah in Libano, alleati dell'Iran, che avverte: "Nessuno può garantire il controllo della situazione con un’invasione di Gaza. Il quadro generale ha spinto il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, a tornare oggi di nuovo in Israele, dove è stato invitato anche il presidente statunitense, Joe Biden, che, pur definendo l’attacco di Hamas una "barbarie grave quanto l'Olocausto", afferma che un'occupazione israeliana di Gaza sarebbe "un grosso errore".
Anp: “Non ci riconosciamo nelle azioni di Hamas”
E, mentre il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmud Abbas, dichiara che "le azioni di Hamas non rappresentano il popolo palestinese", il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, intima il rilascio degli ostaggi, che sono al momento 199, e si appella a Israele per agevolare gli aiuti umanitari, su cui è intenso lo sforzo dell’Egitto, che si è detto anche disponibile ad ospitare un vertice sulla crisi a Gaza per discutere il futuro della causa palestinese.
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