Fuoco pesante tra Hezbollah e Israele. Forti i timori di una guerra regionale
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Per oggi ogni attacco è terminato: è con questo annuncio che Hezbollah conclude la rappresaglia contro gli israeliani in risposta all’uccisione del suo comandante militare Fuad Shukr, a Beirut lo scorso luglio. Centinaia i razzi e i droni lanciati su Israele che aveva già avviato pesanti attacchi aerei preventivi. Secondo alcuni media sarebbe anche stato sventato un attentato al quartier generale del Mossad. Per 48 ore gli israeliani sono stati sotto lo stato di emergenza, con l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv rimasto chiuso e l’apertura di 240 rifugi in tutta la città. Secondo il ministero della Salute libanese, negli attacchi israeliani nel sud del Libano sarebbero rimaste uccise tre persone. “Visti i preparativi dell’attacco, abbiamo agito subito” ha dichiarato il premier israeliano Netanyahu, spiegando che "colpiamo chi ci colpisce". Secondo quanto riportato dai media libanesi, il leader di Hezbollah, Nasrallah, terrà un discorso pubblico nel pomeriggio.
Morti a Gaza
Il pesante scambio di fuoco rischia di far deflagrare il conflitto, intanto però, nonostante il peggioramento della situazione, al Cairo sta per arrivare il team negoziale israeliano per partecipare al previsto vertice sul cessate il fuoco a Gaza. Resiste dunque la speranza che possa esserci ancora un residuo di possibilità di tregua, nonostante quanto avvenuto la notte scorsa e nonostante i bombardamenti israeliani ieri sulla Striscia, con la morte di oltre 70 persone, e l’assalto israeliano al campo profughi di Balata, in Cisgiordania.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui