Proteste contro i risultati delle elezioni presidenziali in Venezuela (Ansa) Proteste contro i risultati delle elezioni presidenziali in Venezuela (Ansa)

Venezuela, per sei Paesi il presidente non è Maduro ma Gonzalez

Il Consiglio elettorale venezuelano ha confermato la vittoria di Maduro alle elezioni presidenziali. Sei Paesi, tra cui gli Stati Uniti, riconoscono invece come presidente legittimo l’ex ambasciatore Edmundo Gonzalez Urrutia. L’opposizione ha convocato manifestazioni di protesta tutte le città del Paese

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Il futuro non solo politico del Vanezuela è di fronte ad un bivio. L'autorità elettorale ha ratificato la vittoria di Nicolas Maduro alle presidenziali.  Per gli Stati Uniti, invece, ha ottenuto il maggior numero di voti Edmundo Gonzalez. Anche Panama e quattro Paesi dell'America latina - Argentina, Uruguay, Ecuador e Costa Rica - hanno riconosciuto come presidente l’ex ambasciatore.

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Arrestati politici e attivisti

La rielezione di Maduro, al potere da 11 anni, ha innescato forti proteste e, al momento, sono oltre 20 le vittime della repressione, tra cui due minori. Diversi leader politici sono stati arrestati, Tra questi, Roland Carreño, coordinatore nazionale del partito Voluntad popular. Il governo venezuelano ha inoltre ordinato l’espulsione delle rappresentanze diplomatiche di sette Paesi.

Bloccati oltre 60 siti di informazione

Oltre 60 siti web di notizie, venezuelani e stranieri, sono stati oscurati. Tra i mezzi di informazione bloccati anche il quotidiano statunitense “Wall Street Journal”. Due giornalisti della Rai, dopo l’arrivo all’aeroporto internazionale di Caracas, sono stati espulsi con l’obbligo di tornare in Italia.

Oggi nuove proteste

E continua in tutti i modi a farsi sentire la voce delle proteste. Oggi l’opposizione, che dopo i risultati delle elezioni ha denunciato brogli su larga scala, ha convocato manifestazioni in tutte le città del Paese.  Secondo i dati ufficiali del Consiglio elettorale nazionale, Maduro ha ottenuto il 51,95% delle preferenze. L'opposizione afferma, invece, di avere le prove di una vittoria con il 67% dei consensi.

Santa Sede: serve il dialogo

Sulla situazione in Venezuela si è espressa anche la Santa Sede. L’Osservatore permanente presso l'Organizzazione degli Stati Americani (Osa), monsignor Juan Antonio Cruz Serrano, aveva sottolineato, in un intervento del 31 luglio, che per superare questa difficile fase sono necessari il “dialogo e la partecipazione attiva e piena di tutti gli attori politici”. Serrano aveva quindi spiegato che la Santa Sede “concorda con quanto espresso dalla Conferenza episcopale venezuelana che rileva la vocazione democratica del popolo venezuelano”. La Santa Sede, aveva detto infine monsignor Juan Antonio Cruz Serrano, ritiene inoltre che “la manifestazione delle diverse posizioni e richieste” debba avvenire, così come indicato dai vescovi del Venezuela, “‘con gli atteggiamenti pacifici di rispetto e tolleranza”.

 

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03 agosto 2024, 08:09