Il Cremlino smentisce il colloquio Trump-Putin. Nella notte pioggia di bombe sull'Ucraina
Vatican News
Nessuna telefonata tra Trump e Putin. Questa la categorica smentita del portavoce del Cremlino Dimitri Peskov, all'indomani delle notizie diffuse dal Washington Post secondo il quale vi sarebbe stata da parte del presidente in pectore statunitense la richiesta a Mosca di non intensificare le azioni militari nel Paese. Al centro del colloquio vi sarebbero state anche delle proposte per pianificare una rapida soluzione del conflitto. Anche il governo ucraino nega di essere stato informato in anticipo di un eventuale telefonata tra Trump e Putin. Se un colloquio c'è stato, invece, è certamente quello avvenuto domenica sera tra e Donald Trump. Al centro della telefonata le relazioni bilaterali tra Germania e gli Stati Uniti e le attuali sfide geopolitiche. "Il cancelliere - riferisce il governo tedesco - ha sottolineatola volontà del governo federale di lavorare insieme per il ritorno della pace in Europa".
Nuovi raid di Mosca in Ucraina
La Russia, intanto, ha intensificato le operazioni militari contro l'Ucraina. Nella notte almeno cinque persone sono state uccise nella città di Mykolaiv, secondo il governatore regionale, mentre un'altra è morta in un attacco a Zaporizhzhia. Circa 300 chilometri a est della città gli ucraini riferiscono di tre attacchi aerei che hanno ucciso un uomo e danneggiato diversi edifici. Raid aerei di Mosca hanno colpito diverse località nell'Ucraina meridionale. hanno detto le autorita' oggi, un giorno dopo che Mosca e Kiev hanno lanciato attacchi record con droni durante la notte. Da parte russa invece l'annuncio di aver respinto ieri un massiccio attacco alle infrastrutture civili sul territorio della Federazione, aggiungendo che nel giro di 24 ore sono stati distrutti e intercettati 96 droni ucraini, la maggior parte dei quali sulla regione di Mosca.
Truppe Nord Coreane nel Kursk
Secondo quanto riportato dal New York Times, che cita fonti ucraine, l'esercito russo ha inviato nel Kursk un contingente di 50 mila soldati, tra i quali anche militari nordcoreani. L'obiettivo è quello di riprendere il controllo della regione in vista di possibili cambiamenti nella coaliizone che sostiene militarmente Kiyv. Per il Pentagono il rafforzamento del contingente da utilizzare nel Kursk non avrebbe intaccato le forze russe dispiecate nell'est dell'Ucraina, permettendo così a Mosca di continuare a esercitare pressione su entrambi i fronti.
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