Francesca Fialdini modera la conferenza pubblica "Salute mentale, adolescenza e comunicazione: stiamo sbagliando qualcosa? Francesca Fialdini modera la conferenza pubblica "Salute mentale, adolescenza e comunicazione: stiamo sbagliando qualcosa? 

Il disagio mentale negli adolescenti, gli errori della comunicazione

A Roma, alla “Città dell’Altra Economia”, in zona Testaccio, si è svolta nella mattinata di oggi, 18 dicembre, una conferenza pubblica, voluta ed organizzata dal team di “Fame d’amore”, la docuserie sul disagio mentale giovanile condotta da Francesca Fialdini, in onda da sei stagioni su Rai3. Lo psichiatra Rullo: curare l’affettività con gli adolescenti, molte manifestazioni di disagio derivano dall'incomprensione delle loro esigenze emotive

Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano

Testaccio è un rione popolare di Roma, uno dei più vivi, noto emblema della movida romana. Non è un caso che qui, negli spazi della “Città dell’Altra Economia”, dove un tempo sorgeva l’ex Mattatoio della Capitale, si sia svolta una conferenza pubblica, aperta a chiunque volesse partecipare, e non è un caso che i protagonisti dell’evento siano stati i giovani. L’ambiente informale ha invitato al dibattito. I relatori - psichiatri, scrittori, autori televisivi, giornalisti - con un linguaggio semplice e diretto, hanno fatto luce sul tema del disagio mentale tra gli adolescenti. La giornalista e conduttrice televisiva Francesca Fialdini ha dato il via all’incontro con parole chiare: “Parlarne, (del disagio mentale tra i giovani, ndr) non significa parlarne bene”. Ed è questo che la conferenza ha voluto far emergere: come si racconta il disagio mentale giovanile e perché ancora la narrazione non è esattamente come dovrebbe essere.

L’errore comunicativo

La televisione, il più delle volte, tratta il tema del disturbo mentale quando vengono alla ribalta fatti di cronaca legati a crimini, che siano suicidi, omicidi o violenze di gruppo. Nel cinema, spesso, si cercano storie estreme, che attirino maggiormente l’attenzione del pubblico, dove i responsabili vengono demonizzati ed etichettati come “mostri”. La questione è che il problema del disagio mentale rimane sempre individuale, legato ad una determinata persona, e non entra mai nello spazio pubblico. Questo è quanto ha messo in evidenza Mariano Cirino, autore televisivo e parte del Team della trasmissione Fame d’Amore, primo relatore della conferenza. C’è un errore alla base di questo precesso comunicativo, ha sottolineato: “Non si conosce mai cosa è accaduto prima”, cosa ha portato quella persona ad agire in un determinato modo, il suo disagio e il suo disturbo. Alle parole di Cirino hanno fatto seguito quelle di Andrea Casadio, medico, giornalista ed autore della docuserie, che ha mostrato come oggi si ascolti prevalentemente la voce “dell’esperto” come se fosse quella più autorevole sul tema. In pochi ascoltano la voce dei ragazzi, delle vittime del “male oscuro” che li avvolge". Per fortuna - ha detto Casadio - alcuni professionisti spendono la loro vita al fianco dei giovani che vivono il disturbo mentale”. Tra questi il professor Santo Rullo, psichiatra, la cui testimonianza è stata raccolta dai media vaticani.

Ascolta l'intervista a dottor Santo Rullo

Che cos’è la Fame d’Amore

E’ necessario mettere al centro del rapporto tra adulti e adolescenti l’aspetto dell’affettività, perché molte delle manifestazioni di disagio da parte degli adolescenti derivano dalla necessità di questi ragazzi di essere visti nelle lore esigenze emotive, ha specificato Rullo riguardo ciò che è alla base del disagio giovanile. “Spesso sono dunque gli adulti - prosegue il medico - ad essere distratti, a non avere sufficiente attenzione per i ragazzi. Dovremmo accompagnare gli adolescenti non solo nella vita reale, ma nella conoscenza dei loro bisogni, vivendo insieme a loro le frustrazioni che il passaggio esistenziale all’età adulta comporta. Gli adolescenti stanno perdendo l’aspetto della comunicazione più semplice, quello relazionale” ha aggiunto lo psichiatra. E circa l’utilizzo dei social e dei mass-media, Rullo ha chiarito: “Non siamo qui per criminalizzare nessun strumento di comunicazione”, ma per mettere in luce come i mezzi amati dai nostri ragazzi possano essere utilizzati bene se usati insieme. “Mettiamoci vicino ai nostri figli per capire come utilizzano i social e facciamogli capire cosa si perdono quando si chiudono in quel mondo” è il consiglio dell'esperto.

Ascolta l'intervista a Camilla Mancini

La storia di Camilla Mancini

Camilla è stata vittima di bullismo all’età di 7 anni a causa di una paralisi facciale congenita. La ferita emotiva generata da questi episodi di violenza, da un aspetto che non la gratificava e dal peso di un cognome “ingombrante” - Camilla è la figlia del noto calciatore Roberto Mancini -, l’ha portata a soffrire di ansia e di attacchi di panico. La sua rinascita è un lungo e faticoso percorso dove l’aiuto della psicoterapia è stato fondamentale, insieme alla passione per la scrittura che l'ha spinta a dar vita a un libro. “Il mio romanzo è un mix tra la mia vita e la fantasia, si intitola Sei una farfalla, un emblema di libertà. Auguro a tutti di avere ali grandi che portino dove vuole il cuore” ha detto Camilla. La ragazza poi ha fatto cenno a ciò che manca nella comunicazione del disagio mentale: “L’accoglienza, l’ascolto e il non giudicare. Spesso, quando si ha paura di qualcosa la si giudica o la si evita. Se noi giovani ci sentiamo accolti e non giudicati allora possiamo aprirci agli altri” ha concluso Camilla.

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18 dicembre 2024, 17:26