Quando una giornata di divertimento aiuta a guarire
Marina Tomarro - Città del Vaticano
Kone viene dalla Costa d’Avorio, è arrivato con uno dei tanti barconi della fortuna partendo probabilmente dalle coste libiche per poi sbarcare a Lampedusa. Quando entra a MagicLand MagicLand, viene subito catturato dalle tante luci natalizie che addobbano in questo periodo il parco divertimenti, dalla musica che mette allegria in cuore e tanta voglia di ballare. “Non ho mai visto un posto così colorato!”, esclama Kone, e subito con gli altri ragazzi del gruppo inizia a fare selfie da condividere con gli amici. Momenti di gioia, un riscatto di fronte al tanto dolore in pochi anni di vita. A causa di un reato dovuto alla sua fragilità mentale, il giovane ivoriano ha conosciuto anche il REMS, una delle Residenza per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza Sanitaria. Quindi è stato accolto nella Comunità Mario Gozzano, la realtà terapeutico-riabilitativa del Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma 2, lì dove è iniziata la sua rinascita.
Un’autonomia che rende liberi
“Vedere casi come quello di Kone partiti da tanto lontano, ma anche di molti altri ragazzi, arrivare a una sorta di autonomia, che a volte diventa anche abitativa, o di conclusione di studi interrotti, è un grande risultato", spiega Emanuele Caroppo, psichiatra e responsabile della Comunità, che ha accompagnato i ragazzi in questa gita speciale. "In questi giorni - soggiunge - si laurea una delle nostre ragazze e per noi tutti è una grande festa, un altro ragazzo ha trovato lavoro in una pizzeria e ha potuto affrontare un affitto, sono questi i risultati che ci spingono ad andare avanti e a non arrenderci nonostante le difficoltà che incontriamo”.
Al centro la persona, non la malattia
Ma prima di arrivare al risultato finale, questi giovani hanno dovuto affrontare un lungo percorso. “Da noi - continua Caroppo - arrivavano quei casi segnalati dai Centri di Salute Mentale che non sono così acuti, ma che hanno bisogno di un’assistenza nella quotidianità, per potenziare quelle capacità che li aiutino poi a farli sentire inclusi nella società e raggiungere così un’autonomia lavorativa e sociale. Noi mettiamo la persona al centro, non la malattia, per costruire insieme quel percorso che li faccia andare oltre il loro disturbo mentale”. E anche passare una giornata in allegria insieme in un parco divertimenti, diventa parte del cammino verso la riabilitazione. “Noi dobbiamo rieducarli a essere integrati nella società esterna – sottolinea lo psichiatra Caroppo – a star bene con se stessi anche in presenza degli altri, e a ricercare la compagnia. Per cui rompere la monotonia quotidiana con un evento come questo per noi è fondamentale. Riscoprire la magia di un periodo dell’anno come il Natale, in un luogo privo di riferimenti familiari non ha prezzo. Poter accedere in un luogo di divertimento in cui si pensa allo svago, rappresenta un momento importante di riabilitazione e cura”.
Per Natale il dono di ricevere tanto amore
I ragazzi hanno fatto il giro del parco provando anche alcuni giochi, fino ad arrivare al Castello dove li aspettava anche Babbo Natale assieme ai suoi Elfi colorati. Tante le emozioni, come quelle di Siria e Laura, che stanno seguendo il percorso nella Comunità. “E’ bello essere qui in un ambiente differente da quello quotidiano. È stato emozionante - raccontano - fare la foto con Babbo Natale, alla fine abbiamo fatto anche noi le nostre richieste di desideri”. Chiediamo se possiamo conoscerli e li confidano con spontameità. “Io di ricevere sempre tanto amore”, dice Siria, “mentre io - confida Laura - di diventare una bravissima pasticcera”.
Un Parco sempre più inclusivo
MagicLand ha messo ha disposizione di questi ospiti un percorso creato ad hoc, perché la giornata scorresse per tutti nella maniera più divertente possibile. “Il nostro obiettivo - ha spiegato Guido Zucchi amministratore delegato del Parco - è quello di donare a tutti un giorno di serenità, di lasciare fuori i problemi. Per questo ci siamo adoperati ancora di più per questi ragazzi, perché vivessero questi momenti in allegria e spensieratezza. Il nostro sogno è quello di abbattere ogni tipo di barriera psicologica e materiale, o almeno di renderle invisibili. Abbiamo creato anche una quiet room per i visitatori con spettro autistico. È un primo passo, ma ne faremo tanti altri”.
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