Cerca

Presentazione del rapporto sul diritto d'asilo della Fondazione Migrantes Presentazione del rapporto sul diritto d'asilo della Fondazione Migrantes 

Fondazione Migrantes: il diritto d'asilo è a rischio

I dati della ricerca dell'organismo pastorale della Cei presentata presso la Pontificia Università Gregoriana tracciano un quadro a tinte fosche dei meccanismi di protezione internazionale. Monsignor Felicolo: "Abbiamo il dovere di restituire a queste persone giustizia e umanità"

Beatrice Guarrera - Città del Vaticano

Diritto di asilo a rischio in Italia e in Europa, mentre nel mondo aumenta il numero delle persone costrette a migrare, a causa di guerre e cambiamento climatico. È la fotografia che emerge dall’ottava edizione del rapporto annuale sul diritto d’asilo di Fondazione Migrantes, presentato oggi a Roma presso l’aula magna della Pontificia Università Gregoriana.

Popoli in cammino

Ad animare la costruzione del volume, dal titolo "Popoli in cammino… senza diritto d’asilo" (Editrice Tau 2024, pp. 424, euro 20) è stata un frase di Papa Francesco, pronunciata durante l’Udienza generale del 28 agosto 2024: «Bisogna dirlo con chiarezza: c’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti. E questo quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave». Da qui l’urgenza — sottolineata nella presentazione da monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes — che «questo lavoro possa aiutare a rendersi conto di chi sono le persone verso cui si stanno attuando veri crimini di “lesa umanità”», come ha definito all’inizio di questo mese il Papa tutte le forme di schiavitù moderna, in particolare la tratta di esseri umani. «Sono crimini – ha aggiunto Felicolo – che non possiamo più solo “registrare”. E sono persone alle quali abbiamo il dovere di restituire giustizia e umanità».

Ascolta l'intervista a Mariacristina Molfetta

Un quadro preoccupante

«La domanda che ci facciamo tutti gli anni — ha dichiarato ai media vaticani Mariacristina Molfetta, curatrice del report, insieme a Chiara Marchetti — è come stanno i richiedenti asilo rifugiati nel mondo e quindi proviamo a fare questa fotografia della situazione mondiale europea italiana». La risposta a questo interrogativo denuncia una realtà sempre più dura: «I rifugiati quest’anno stanno un po’ peggio dei rifugiati dell’anno scorso e un po’ peggio di quelli di vent’anni fa. Quindi se nel 2014 era costretta a scappare una persona ogni 143 nel mondo, oramai siamo a una persona ogni 67. Le guerre — ha affermato Molfetta — divampano e aumentano. I nostri strumenti di pacificazione, però, non sembrano così efficaci. Il cambiamento climatico anche fa spostare tantissime persone e anche in questo caso la nostra modalità di riuscire, in qualche modo, a contenere questo fenomeno non sembra molto efficace. Aumentano le spese militari, diminuiscono le spese alla cooperazione». Un quadro, dunque, «preoccupante», ancor più se si pensa che il 40% di chi è costretto a migrare è costituito da minori.

130 milioni di persone in fuga

Secondo la ricerca, alla fine del 2023 il numero di persone in fuga da guerre, violenze e persecuzioni a livello mondiale ha superato i 117 milioni e saranno oltre 130 milioni — riferisce l’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati — le persone bisognose di protezione a fine 2024. Di queste, più di 68 milioni rimangono all’interno del proprio Paese, mentre i rimanenti cercano protezione e sicurezza passando il confine. Il 69%, si sposta in Paesi confinanti e solo una piccola parte decide di intraprendere una delle pericolose rotte migratorie verso l’Europa. La carenza di canali di ingresso legali aumenta, inoltre, il pericolo corso dai migranti durante il viaggio nel tentativo di raggiungere luoghi sicuri. Tra il 2023 e i primi nove mesi del 2024, sono stati poco più di 520 mila gli ingressi irregolari in Europa, mentre le richieste d’asilo presentate nello stesso periodo sono state più di 1,5 milioni. Il primo Paese per richiedenti registrati nel 2023 è ancora una volta la Germania (329 mila, + 51%), seguita da Spagna, Francia e Italia. I principali Paesi d’origine delle persone che cercano rifugio nell’Ue, sono Siria e Afghanistan, il che apre scenari preoccupanti, dopo il temporaneo congelamento delle richiesta di asilo dei siriani, deciso in questi giorni, a seguito della caduta di Bashar al-Assad.

Ascolta l'intervista a monsignor Pierpaolo Felicolo

Diritto d'asilo a rischio

«Rispetto ai rifugiati — ha precisato Molfetta — nel titolo del rapporto abbiamo scritto Popoli in cammino...senza diritto d’asilo, perché Dio sarà con loro, ma il diritto d’asilo è sempre più minacciato da regole europee nazionali che limitano e comprimono i diritti delle persone, la possibilità di richiedere rifugio e quindi questa ci sembra la sintesi di come stanno rifugiati nel mondo in Europa e in Italia». In particolare, la ricerca si è soffermata sul “nuovo” Patto europeo sulla migrazione e l’asilo, definendolo un compromesso al ribasso che prelude a un ulteriore impoverimento dei diritti di richiedenti asilo e rifugiati.

La situazione in Italia

Per quanto riguarda la situazioni italiana, nel 2024, dopo quattro anni di crescita è crollato il numero di rifugiati e migranti che hanno raggiunto il Paese dal Mediterraneo: fra gennaio e la metà di ottobre si contano 54 mila sbarcati, il 61% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Risultano invece in aumento, secondo dati provvisori Eurostat, le persone che nei primi otto mesi del 2024 hanno chiesto protezione in Italia: circa 109 mila persone, il 32% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La risposta italiana a questo grido di aiuto risulta però inadeguata. Il report — che ha analizzato i decreti approvati nel 2023 — definisce, infatti, come «frammentato, grossolano e iniquo» l’attuale sistema di accoglienza.
L’ultima parte del report è stata dedicata a un approfondimento teologico. Ai media vaticani monsignor Felicolo ha spiegato la particolarità di affrontare questo argomento proprio alla Pontificia Università Gregoriana: «Io qui dentro ho studiato teologia, ho imparato a pensare, a ricercare la verità che per me è Dio». La teologia del Mediterraneo che il report vuole tracciare è «una teologia che metta al centro», i migranti, ha concluso Felicolo: «La teologia è mostrarci il volto di Dio, farcelo incontrare: ecco noi lo possiamo incontrare in queste persone».
 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

11 dicembre 2024, 15:09