Israele rafforza la presenza delle truppe sulle alture del Golan Israele rafforza la presenza delle truppe sulle alture del Golan   (ANSA)

Raid israeliani in Siria, l’Onu: una violazione del diritto internazionale

L’aviazione israeliana ha continuato a bombardare gli arsenali militari su territorio siriano per il quarto giorno consecutivo. Le Nazioni Unite hanno condannato gli attacchi perché violano il diritto internazionale. Intanto, nel Paese va formandosi il nuovo governo ad interim guidato dal premier Al-Bashir

Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano

L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha reso noto che anche nella notte di oggi giovedì 12 dicembre, i bombardieri israeliani hanno colpito le infrastrutture militari nelle zone costiere di Latakia e Tartus. Le forze israeliane, inoltre, sono avanzate di circa 300 chilometri quadrati nelle aree adiacenti al Golan siriano e al Libano. Nelle ultime ore, infine, sempre l’Osservatorio siriano dei diritti umani, ha fatto sapere che è stato oggetto di un’incursione israeliana il villaggio di Umm Batinah, a sud-est di Quneitra, nell'ovest della Siria, dove i residenti sono stati costretti a evacuare e a trovare riparo nelle zone vicine.

Per l’Onu Israele viola il diritto internazionale

“I tentativi di disarmare preventivamente il nemico sono illegali e violano il diritto internazionale”, questo è quanto affermato dagli esperti delle Nazioni Unite in merito ai raid israeliani che, dalla caduta del presidente deposto siriano Bashar Al -Assad, hanno colpito le infrastrutture militari delle Siria. Secondo l’Onu la scelta israeliana di inviare truppe in una zona cuscinetto a est delle alture del Golan annesse da Israele, viola l'armistizio del 1974. "Non esiste assolutamente alcuna base di diritto internazionale per disarmare preventivamente un Paese che non ti piace", ha affermato Ben Saul, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla promozione dei diritti umani nella lotta al terrorismo. "Se così fosse, sarebbe una ricetta per il caos globale", ha detto durante una conferenza stampa a Ginevra.

La formazione del nuovo governo di Damasco

Il premier ad interim Mohammed al Bashir sta lavorando alla formazione di un governo di transizione in Siria. In un’intervista all'emittente Al Jazeera ha reso noto che i nomi dei suoi ministri saranno pubblici entro pochi giorni, mentre i dipendenti pubblici sono già tornati al loro posto di lavoro ed entro la prossima settimana verranno aperte anche le scuole e le università. ll portavoce del Dipartimento degli affari politici, Obaida Arnaout, in un'intervista al-Jazeera ha dichiarato che i ribelli stabiliranno ''un nuovo Stato delle istituzioni e del diritto, sottolineando che quella dell’Isis è stata una pagina nera nella storia del Paese

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

12 dicembre 2024, 12:25