Papa: l'Eucaristia significa ringraziamento, non è uno spettacolo
di Debora Donnini
Comprendere meglio la bellezza dell’Eucaristia per “vivere sempre più pienamente il nostro rapporto con Dio”. Questo è l’intento con il quale Papa Francesco ha iniziato stamani un nuovo ciclo di catechesi dedicate proprio all’Eucaristia. Quelle sulla speranza cristiana sono state concluse lo scorso mercoledì 25 ottobre.
Nella catechesi il Papa si sofferma sul valore dell’Eucaristia, sulla formazione liturgica dei fedeli sottolineata dal Concilio Vaticano II, ricorda i tanti cristiani che in duemila anni di storia “hanno resistito fino alla morte per difendere l’Eucaristia” così avviene anche oggi. E ancora, esorta a insegnare bene ai bambini a fare il segno della croce e a non usare i telefonini a Messa: “non è uno spettacolo” ma un ringraziamento.
Il Papa si sofferma più volte sulla bellezza dell’Eucaristia perché “il Signore è lì con noi presente”, dice, anche se tante volte “chiacchieriamo fra noi mentre il sacerdote celebra l’Eucaristia”.
“Se oggi venisse qui il presidente della Repubblica o qualche persona molto importante del mondo – dice il Papa - è sicuro che tutti saremmo vicino a lui, che vorremmo salutarlo”. 'Ma, pensa: quando tu vai a Messa, lì c’è il Signore! E tu sei distratto, giri … È il Signore! Dobbiamo pensare a questo'. Qualcuno però - avverte Francesco - potrebbe obiettare: 'Padre, è che le messe sono noiose'. 'Ma cosa dici, che il Signore è noioso?'. 'No, no. La Messa no, i preti'. 'Ah, che si convertano i preti, ma è il Signore che sta lì, eh!'. Capito? Non dimenticate”.
Per far comprendere il valore dell’Eucaristia, il Papa fa riferimento alle persecuzioni di Diocleziano, nel 304, quando un gruppo di cristiani del Nord Africa vennero arrestati mentre celebravano la Messa, poiché era vietato. Il proconsole romano gli chiese, quindi, i motivi per i quali lo avessero fatto e loro risposero sostanzialmente che, se non potevano celebrare l’Eucaristia, non potevano vivere.
Questi cristiani “hanno lasciato la testimonianza che si può rinunciare alla vita terrena per l’Eucaristia, perché essa ci dà la vita eterna, rendendoci partecipi della vittoria di Cristo sulla morte”. Una testimonianza che – sottolinea il Papa – “ci interpella tutti” e chiede una risposta sul significato della nostra partecipazione alla Messa.
Il Concilio Vaticano II ha voluto portare i cristiani a comprendere la bellezza dell’incontro con Cristo e per questo motivo ha messo in atto “un adeguato rinnovamento della Liturgia”, sottolineando la necessità della “formazione liturgica dei fedeli", "indispensabile” proprio per il rinnovamento. Crescere nella conoscenza dell’Eucaristia è tra gli obiettivi di questo nuovo ciclo di catechesi, spiega quindi il Santo Padre.
“Partecipare alla Messa è vivere un’altra volta la passione e la morte redentrice di Cristo", ribadisce ancora Francesco che pone anche alcune domande per stimolare i fedeli nella loro vita cristiana. Prima di tutto si raccomanda di insegnare ai bambini “a fare bene il segno della croce”. Poi, a interrogarsi sul significato delle Letture o su alcune parole del sacerdote. Ad esempio, quando dice “in alto i nostri cuori” non “in alto i nostri telefonini” per fare fotografie. “Niente telefonini”, avverte con chiarezza.
“A me dà tanta tristezza quando celebro qui in Piazza o in Basilica e vedo tanti telefonini alzati non solo dei fedeli, anche di alcuni preti e anche vescovi. Ma per favore! La Messa non è uno spettacolo: è andare all’incontro della passione, della resurrezione del Signore”.
Bisogna tornare alle fondamenta, come San Tommaso che chiede di “toccare” in qualche modo Dio per poterlo riconoscere. E sono proprio i Sacramenti e la Celebrazione eucaristica "vie privilegiate” per incontrarci con l’amore di Dio. Riscoprire questa bellezza, conclude, “dà senso pieno alla vita di ciascuno”.
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