150 anni dei Giuseppini, il Papa: siate al passo coi tempi e al fianco dei giovani
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Era il 19 marzo del 1873 quando a Torino San Leonardo Murialdo fondava la Famiglia religiosa dei Giuseppini: sono trascorsi 150 anni da allora ed è l'occasione per risalire alle "sorgenti e attingervi energie nuove per il futuro", ma anche per "fare memoria grata al Signore" perchè nuovamente benedica questo carisma "volto all'educazione della gioventù, conformandolo all'oggi".
San Giuseppe patrono e modello
"Siate padri dediti alla gioventù di oggi" è infatti l'auspicio espresso dal Papa nella Lettera inviata al padre generale della Congregazione di San Giuseppe, padre Tullio Locatelli, nella solennità dello sposo di Maria, che Francesco nuovamente indica come "guida" nel ministero, esempio "mite e concreto" di uomo capace di sognare le "sorprendenti meraviglie di Dio", e che fece della propria vita il “segno” di una paternità più alta, quella del Padre celeste.
Una vita per i giovani, l'educazione e la formazione
"Gioisco con voi per questo significativo traguardo, che segna l’inizio di un Anno giubilare, nel ricordo - scrive Francesco - del cammino compiuto dalla vostra Famiglia religiosa" e riconducibile alla lungimiranza del fondatore. "A tempi nuovi occorrono nuove opere", diceva San Leonardo Murialdo e così ripete Francesco ricordando proprio la grande capacità del santo torinese della metà dell'Ottocento di "leggere l’epoca in cui viveva, cogliere le problematiche presenti a Torino", "offrire rimedi efficaci, al passo con i tempi". Nel cuore di quel giovane sacerdote, figlio di un ricco agente di cambio e di una madre profondamente religiosa, c'è stata da subito la gioventù più povera e bisognosa, quella delle periferie, quella abbandonata e sola, che lui ha aiutato - spiega il Papa - "non solo a fronteggiare i bisogni immediati, ma a prepararsi un futuro dignitoso attraverso l’istruzione e l’apprendimento di un mestiere".
Al fianco del mondo operaio e al passo coi tempi
La stessa lungimiranza e un'intensa attività pur sempre "sostenuta dalla forza mite dall’amore di Dio" - fa notare ancora Francesco nella Lettera - caratterizzò anche l'impegno del Murialdo "a favore di un’altra emergenza sociale, quella legata al mondo operaio". Ricordiamo che San Leonardo collaborò con l’Unione Operaia Cattolica di Torino, interessandosi del mutuo soccorso e della formazione cristiana degli operai, e poi, con l’Opera dei Congressi, entrando nel campo della stampa popolare di orientamento cristiano. Sempre "semplice e fiducioso" - scrive ancora il Papa - questo Santo rispose con "slancio e opere rinnovate" agli scenari imprevisti che si andavano aprendo. E "lo fece lasciandosi guidare da una sapienza antica e sempre attuale, quella di San Giuseppe":
Ispirandosi a lui, si dette da fare in umiltà e carità, esortando ogni Congregato a essere amico, fratello e padre dei giovani bisognosi, traendo forza dalla convinzione che Dio ama ciascuno con una predilezione tenera, provvidente e misericordiosa.
L'anelito missionario e le nuove sfide
Altro volto dei Giuseppini del Murialdo, spinti dalla passione per il Vangelo e per l’uomo, è la missionarietà, per cui in 150 anni sono arrivati nei cinque continenti. Un impegno molto antico, perché già nel Primo Regolamento è presente la volontà di andare oltre i confini della madre patria, anche se questo desiderio si concretizzerà solo nel 1904 con l’invio dei primi missionari in Libia. "Generosi nella missione" li definisce il Papa nella Lettera, ricordandone le diverse attività nel mondo: "dalla cura parrocchiale all’accoglienza dei piccoli, alla gestione di case famiglie ed oratori. Un campo di lavoro ampio e impegnativo in cui - precisa Francesco - ad antiche sfide se ne sono aggiunte molte nuove".
Per tutta la famiglia dei Giuseppini nel mondo da oggi, 19 marzo, si avvia un Anno giubilare intenso. Anche a questo guarda Francesco al termine della sua Lettera: l'augurio è di "approfondire, alla scuola del Fondatore, l’arte di cogliere le esigenze dei tempi e di provvedervi con la creatività dello Spirito Santo". Quindi il monito:
Vi raccomando in particolare i più giovani, i quali, oggi più che mai, hanno bisogno di testimoni credibili. Nel vostro ministero lasciatevi guidare dall’esempio mite e concreto di San Giuseppe; come lui non smettete mai di sognare le sorprendenti meraviglie di Dio; come lui che, prodigandosi per Gesù e per Maria, fece della propria vita il “segno” di una paternità più alta, quella del Padre celeste, accogliete la grande chiamata a essere padri dediti per la gioventù di oggi.
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