Il Papa: i Paesi poveri non sono in grado di curare i malati, serve una politica seria
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
La sirena di un’ambulanza, sottofondo costante nei mesi in cui la pandemia di Covid ha raggiunto i suoi picchi, apre il videomessaggio con le intenzioni di preghiera del Papa per il mese di aprile. La voce di Francesco si inserisce come un sussurro: “Preghiamo questo mese per il personale sanitario”, dice in spagnolo, mentre scorrono le immagini di medici e infermieri, categoria costretta a prestare il proprio servizio all’interno di un sistema sanitario fragile. Fragile, perché sottolinea Papa Francesco, frutto di “una cattiva amministrazione delle risorse e alla mancanza di un impegno politico serio”.
Dedizione e generosità
Nel filmato diffuso dalla Rete Mondiale di Preghiera del Papa, il Pontefice richiama proprio l’emergenza sanitaria che ha posto in luce il lavoro di dedizione e abnegazione da sempre svolto da volontari, lavoratori e lavoratrici della sanità, sacerdoti, religiosi.
“La pandemia ci ha mostrato la dedizione e la generosità del personale sanitario”.
L'appello all'Angelus dal Gemelli
Ma sempre la pandemia ha fatto emergere le carenze dei sistemi sanitari e le disuguaglianze nell’accesso a cure adeguate. “Non tutti hanno accesso a un buon sistema sanitario pubblico”, afferma il Papa. Una grave problematica già denunciata in altre occasioni, non ultimo nell’indimenticabile Angelus recitato nel luglio 2021 dal balcone del Policlinico Gemelli, dopo l’operazione al colon. “In questi giorni di ricovero in ospedale, ho sperimentato ancora una volta quanto sia importante un buon servizio sanitario, accessibile a tutti... Un servizio sanitario gratuito che assicuri un buon servizio accessibile a tutti. Non bisogna perdere questo bene prezioso”, diceva Papa Francesco.
“Agli anziani, ai più deboli e vulnerabili - aggiungeva - non sempre è garantito l’accesso alle cure, e non sempre lo è in maniera equa. Questo dipende dalle scelte politiche, dal modo di amministrare le risorse e dall’impegno di coloro che rivestono ruoli di responsabilità. Investire risorse nella cura e nell’assistenza delle persone malate è una priorità legata al principio che la salute è un bene comune primario”.
Governi e comunità locali a sostegno del personale sanitario
Parole che tornano nel videomessaggio di aprile, tradotto in 23 lingue, con una copertura stampa in 114 Paesi:
“Preghiamo perché l’impegno del personale sanitario nell’assistenza alle persone malate e agli anziani, soprattutto nei Paesi più poveri, sia sostenuto dai governi e dalle comunità locali”.
“Voglio chiedere ai governi di tutti i Paesi del mondo di non dimenticare che un buon servizio sanitario, accessibile a tutti, è una priorità”, afferma il Vescovo di Roma. E intanto nel filmato si vedono fotogrammi, suggestivi quanto drammatici, di baracche adibite a cliniche in Africa o le riprese del dottor Erik Jennings Simões che da vent’anni assiste i popoli indigeni della foresta amazzonica brasiliana.
Una cattiva amministrazione delle risorse
Dinanzi a queste immagini, il Papa - che ha istiuito una Fondazione per gli ospedali cattolici - torna a scandire la sua forte denuncia:
“I Paesi più poveri, i Paesi più vulnerabili, non possono accedere alle cure necessarie per affrontare tante malattie che continuano ad affliggerli. Molte volte questo è dovuto a una cattiva amministrazione delle risorse e alla mancanza di un impegno politico serio”.
Campagne nei cinque continenti
Secondo il rapporto 2021 dell’Ocse, la situazione negativa del sistema sanitario ha influito sull’assistenza ricevuta dai malati. La carenza di personale sanitario ha avuto un impatto maggiore rispetto a quella dei letti d’ospedale o delle apparecchiature tecniche. In un contesto così difficile, che ha acuito disparità già esistenti, un ruolo determinante lo ha giocato la dedizione degli operatori sanitari nei vari progetti nei cinque continenti, raccontata dalle immagini del video del Papa: dalle campagne “Un vaccino per noi” e “Prima le mamme e i bambini” di Cuamm – Medici con l’Africa, al progetto di Avsi in Uganda per portare in mototaxi donne incinte in ospedale, dal lavoro dell’ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio in diversi Paesi a quello dei camilliani in Thailandia e in Brasile, e molti altri ancora.
Dare la vita per i malati
Papa Francesco ricorda infatti che il servizio sanitario "non è soltanto un'organizzazione, ma comprende gli uomini e le donne che dedicano la propria vita a prendersi cura della salute dell’altro, e che durante questa pandemia hanno dato la vita per aiutare tanti malati a guarire”. Tuttavia, il lavoro straordinario del personale sanitario in questi due anni non può essere la soluzione per garantire un’adeguata assistenza a tutti. L’invito è allora a un impegno efficace e costante per garantire a tutti un servizio sanitario di qualità offerto a tutti.
Fornos: il rischio di "altre pandemie"
“Papa Francesco è sempre molto attento alle persone, ai malati, agli anziani, ai più vulnerabili”, commenta padre Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera. Il personale sanitario che li assiste ha “attraversato situazioni di crisi e spesso senza un sostegno adeguato, in particolare nei Paesi con meno risorse”, dice il gesuita, perciò “il Papa chiede che vengano sostenuti con più risorse, altrimenti ci troveremo di fronte ad altre pandemie”.
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