"Siamo un po' parenti": il Papa ricorda don Pozzoli e la sua Lodi
Adriana Masotti - Città del Vaticano
All'udienza con Papa Francesco ci sono sacerdoti, consacrate, seminaristi e fedeli laici, delegati sinodali e rappresentanti di parrocchie e associazioni, insieme al vescovo emerito, volontari e operatori della comunicazione, guidati dal vescovo monsignor Maurizio Malvestiti che rivolge al Papa un saluto a nome di tutta la diocesi, e poi pubbliche autorità della Provincia e del territorio lodigiano, con i sindaci, in particolare quelli della zona più colpita in Occidente dall’epidemia di Covid-19 nel 2020. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Il legame "battesimale" del Papa con Lodi
Francesco sottolinea i motivi che hanno spinto la diocesi a questo pellegrinaggio a Roma e che rappresentano un forte legame con la sua esperienza personale e con ciò che gli sta più a cuore:
Mi piace ricordare per primo quello che mi lega a voi con una specie di “parentela” che chiamerei “battesimale”. Come sapete, il prete che mi ha battezzato, padre Enrico Pozzoli, e che poi mi ha aiutato a entrare nella Compagnia e mi ha seguito tutta la vita, è figlio della vostra terra, nativo di Senna Lodigiana, nella “bassa”, vicino al Po. Attratto dal carisma di Don Bosco, partì da giovane per Torino e, diventato Salesiano, fu subito inviato in Argentina, dove rimase per tutta la vita. Divenne amico dei miei genitori e li aiutò anche ad accettare la mia chiamata al sacerdozio. Sono stato contento quando un vostro bravo conterraneo – che è qui presente – ha raccolto documenti e notizie su di lui e ha scritto la sua biografia. L’ho avuta subito, naturalmente, ma oggi la ricevo in forma, per così dire, ufficiale e con emozione, perché me la portate voi, amici di Senna Lodigiana, compaesani di don Pozzoli, che è stato un vero salesiano! Un uomo saggio, buono, lavoratore; un apostolo del confessionale - non si stancava di confessare - , misericordioso, capace di ascoltare e di dare buoni consigli. Grazie di cuore! Ecco perché dico che siamo un po’ parenti, ma non per via di sangue, no, il filo che ci unisce è ben più forte e sacro perché è quello del Battesimo!
Francesco, figlio di emigranti e le migrazioni di oggi
Il Pontefice ricorda poi che proprio a Sant’Angelo Lodigiano è nata una grande santa: Francesca Saverio Cabrini, fondatrice a Codogno delle Missionarie del Sacro Cuore e proclamata patrona dei migranti. Francesco afferma:
Io sono figlio di migranti; l’Argentina è diventata patria di tante e tante famiglie di migranti, in gran parte italiani, e santa Cabrini e le Cabriniane sono una presenza importante a Buenos Aires. Oggi voglio esprimere a voi la mia ammirazione e la mia riconoscenza per questa donna, che – insieme al vescovo Scalabrini – è testimone della vicinanza della Chiesa ai migranti: il suo carisma è più che mai attuale! Chiedo la sua intercessione affinché la vostra comunità diocesana sia sempre attenta ai segni dei tempi e attinga dalla carità di Cristo il coraggio per vivere la missione oggi.
Il dramma della pandemia
Il terzo motivo che il Papa sottolinea tra quelli che hanno portato la comunità lodigiana a desiderare quest'incontro è la volontà di dare un segnale di rinascita dopo "l'esperienza traumatica della prima fase della pandemia, che ha colpito il vostro territorio". Il Papa prosegue:
Questa pandemia è stata ed è un’esperienza complessa, anche troppo grande, perché possiamo dominarla pienamente. Tuttavia, non possiamo e non dobbiamo tralasciare una verifica seria, a tutti i livelli. Ripartire non vuol dire dare un “colpo di spugna”. Ma adesso non è questo lo scopo. Oggi, il segno che date è quello di una comunità che vuole ripartire insieme, facendo tesoro dell’esperienza vissuta, valorizzando i talenti emersi nei momenti più duri della prova e voi li conoscete bene. (...) Voglio dire un grazie grande – un grazie grande! – ai medici, agli infermieri, ai volontari, ai cappellani, ai sindaci del modo testimoniale come avete vissuto questa dolorosa pandemia. Siete stati un esempio, e tanti di voi sono rimasti lì, servendo gli ammalti. Grazie. Grazie per questo che avete fatto.
Il Vangelo si testimonia con la santità della vita
"Il mondo cambia, ma Cristo no, e nemmeno il suo Vangelo. Il futuro della Chiesa sta nell’andare all’essenziale, andare alle sorgenti e da lì prendere per camminare". L'evangelizzazione è un altro aspetto su cui si sofferma il Papa nel suo discorso. Ricordando ancora le figure di padre Pozzoli e soprattutto di santa Cabrini, afferma che "l’evangelizzazione si fa essenzialmente con la santità della vita, testimoniando l’amore nei fatti e nella verità". Di fronte al mondo che cambia "c’è bisogno di cercare nuove strade, nuovi metodi, nuovi linguaggi - osserva -. La via maestra, tuttavia, rimane la stessa: quella della testimonianza, di una vita plasmata dal Vangelo". Il Papa conclude esortando la comunità lodigiana "a continuare il cammino, fedeli alle radici e aperti al mondo, con la saggezza e la pazienza dei contadini e la creatività degli artigiani; impegnati - conclude - nella cura dei poveri e nella cura della terra che Dio ci ha affidato".
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