Il Papa riceve in udienza il primo ministro dell’Ucraina Denys Shmyhal
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Quando i missili russi si sono abbattuti negli ultimi giorni di febbraio e i primi di marzo dello scorso anno su Borodjanka, a nord dell’Ucraina, tra le macerie di un condominio devastato era rimasto in piedi solo un armadio con sopra un galletto di ceramica. Completamente intatto. Il soprammobile è diventato subito un simbolo per l’Ucraina: simbolo di resistenza, simbolo di un popolo che rimane in piedi nonostante il dramma della guerra. Una riproduzione del “galletto” nella forma di una caraffa è stata consegnata oggi a Papa Francesco dal primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, ricevuto questa mattina, 27 aprile, in udienza nel Palazzo Apostolico.
Colloquio di mezz'ora
Il colloquio privato con il Pontefice nella Biblioteca Apostolica è durato circa mezz’ora, dalle 9.20 alle 9.50, e Shmyhal - come ha rivelato lui stesso in una successiva conferenza alla sede della Stampa Estera di Roma - ha ribadito al Papa l’invito a visitare la capitale Kyiv e gli ha chiesto aiuto per il ritorno dei bambini deportati con la forza in Russia. "Nell’incontro avuto oggi con il Papa in Vaticano abbiamo parlato della formula di pace e del possibile aiuto di Sua Santità e del Vaticano nel raggiungimento di tutti i passi del piano di pace del presidente Zelensky", ha detto. "Ho chiesto anche a Sua Santità l’aiuto nel ritorno a casa degli ucraini e dei bambini ucraini che sono detenuti, arrestati, deportati in Russia forzatamente. Inoltre ho invitato il Santo Padre a venire a visitare personalmente il nostro Paese”.
I colloqui in Segreteria di Stato
In Vaticano Shmyhal - che ieri ha incontrato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni - dopo il dialogo con Francesco, si è trasferito in Segreteria di Stato per il colloquio con il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, e il segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, monsignor Paul Richard Gallagher. “Cordiali colloqui”, riferisce una nota della Sala Stampa vaticana, durante i quali sono stati trattati “diversi argomenti che riguardano la vita e l’attività delle Chiese nel Paese” e, naturalmente, “sono state evidenziate le varie questioni collegate alla guerra in Ucraina, riservando una particolare attenzione all’aspetto umanitario e agli sforzi per ristabilire la pace”.
I doni
La stessa pace simboleggiata dal dono che il Papa ha fatto al primo ministro ucraino: una fusione in bronzo di un fiore che nasce con la scritta “La pace è un fiore fragile”. Francesco ha consegnato pure il Messaggio per la Giornata mondiale della Pace 2023, il Documento sulla Fratellanza Umana siglato ad Abu Dhabi e il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della LEV. In dono anche il volume “Un’Enciclica sulla pace in Ucraina”. Shmyhal ha ricambiato con il già citato gallo in ceramica e un libro di foto sulla guerra in corso e la resistenza del popolo ucraino. Da parte del premier del Paese aggredito anche delle spighe di grano dall’Ucraina. Anch’esse un simbolo: il simbolo dell’accordo internazionale, siglato nel luglio 2022, per permettere il passaggio in sicurezza di navi che trasportano i cereali ucraini attraverso il mar Nero.
L'accordo per il grano
Accordo che però rischia di concludersi la prossima settimana, dopo che la Russia ha dichiarato che non approverà nessuna nuova nave a meno che i loro operatori non garantiscano che i transiti saranno effettuati entro il 18 maggio. Sulla questione, Shmyhal ha detto di aver chiesto all'Italia e alla Santa Sede - che aveva dato il suo sostegno all'intesa - un aiuto perché possa sostenere questi "corridoi della solidarietà", evitando il blocco dell'export del grano ucraino. "Stiamo aspettando il sostegno di tutti i partner, per creare una pressione appropriata in modo che la Russia proroghi il lavoro del corridoio del grano senza ulteriori ostacoli anche dopo il 18 maggio e non blocchi l'esportazione di grano ucraino, come sta accadendo ora purtroppo. Certo, ho chiesto sia alla leadership italiana che alla Santa Sede di aiutare l'Ucraina a continuare a far funzionare il corridoio senza ostacoli, e in generale, a liberare l'esportazione di grano ucraino dalle limitazioni deliberatamente create dalla Russia".
I rapporti con la Cina e la Conferenza per la ricostruzione
Interpellato dai giornalisti alla Stampa Estera, il premier ha commentato positivamente il colloquio telefonico avvenuto ieri tra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e l'omologo cinese, Xi Jinping: un dialogo "fruttuoso e importante" che "apre una nuova fase nei nostri rapporti", ha affermato. Mentre ha parlato di "atmosfera promettente" in merito alla Conferenza bilaterale sulla ricostruzione che si è svolta ieri 26 aprile a Roma: "Abbiamo firmato sei memorandum nel campo di ecologia, industria, logistica, settore energetico; due memorandum sono stati firmati dalle regioni dell’Ucraina e dell’Italia e questo dimostra lo stabilimento dei rapporti diretti tra le nostre comunità e i cittadini”, ha detto, illustrando i risultati dei lavori. "Per le imprese italiane abbiamo tracciato le direzioni chiave per la nostra veloce ricostruzione cosicché le aziende italiane sanno quando e cosa aspettarsi per poi venire in Ucraina”. Si parla di rinnovo della capacità energetica; bonifica dei terreni minati; restauro delle abitazioni delle persone (quelle non completamente distrutte, ma solo danneggiate); ripristino delle infrastrutture critiche e anche della capacità economica nel campo di piccole e media imprese. "Il business italiano ha dimostrato l'interesse straordinario a partecipare alla ricostruzione dell’Ucraina. In questo processo di ricostruzione il nostro principio è di essere uniti nella difesa, uniti nella ricostruzione per dare il segnale che, con i partner con i quali oggi siamo su questa strada, continueremo ad andare avanti".
Entrata nell'UE
Avanti va pure il processo per l'entrata dell'Ucraina nell'Unione europea: "Stiamo implementando tutte le riforme, nonostante la guerra", ha assicurato il primo ministro. "L'Ucraina ha compiuto tutte le sette richieste della Commissione europea per la prima tappa della nostra candidatura. Saremo completamente pronti per la procedura della trattativa entro la fine di quest'anno". Quanto all'adesione alla Nato, essa "porterà vantaggio per la stessa Nato": "Al summit di Vilnius ci aspettiamo, sicuramente la concretezza dai nostri partner e speriamo di ricevere la risposta alla domanda quando l’Ucraina diventerà il membro della Nato”.
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