Francesco: nel calcio vince la squadra non l’individualismo
Alessandro De Carolis - Città del Vaticano
Agli ultimi Mondiali di Qatar 2022 il 2-1 finale sul Marocco gli era valso il terzo posto e il secondo podio consecutivo dopo la medaglia d’argento a Russia 2018. Francesco - che conosce bene il calcio e viene “da un Paese dove tutto questo è vissuto al massimo” - accoglie la nazionale croata e i suoi dirigenti, che si apprestano a vivere l’Europeo di calcio in Germania, complimentandosi per prima cosa per gli allori recenti.
Fantasia al servizio della squadra
Ma come sempre in queste occasioni, il Papa allarga l’orizzonte sul valore di uno sport e di un “fenomeno globale” capace di “smuovere emozioni e sentimenti collettivi” di milioni di persone.
Questo del fare squadra è un aspetto dello sport che amo sottolineare, perché è una metafora della vita sociale, nei vari ambienti in cui si vive e si lavora insieme agli altri. Le azioni individuali sono importanti, la fantasia, la creatività… Ma se prevale l’individualismo, allora tutta la dinamica si rovina e non si raggiunge l’obiettivo.
Il buon esempio
Francesco chiude il breve saluto dando risalto ai “tanti altri valori in gioco”, dal “senso dell’onore” all’“amicizia fra voi e alla fraternità, alla lealtà e all’autocontrollo”.
A questo proposito, non dimenticate mai che i tifosi, specialmente i giovani, si rispecchiano in voi: il vostro ruolo va oltre l’ambito sportivo e diventa modello di vita riuscita e di successo. Dunque è importante per voi coltivare le qualità spirituali e umane, per poter essere di buon esempio.
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