Francesco ricorda chi soffre per i “frutti amari” della guerra e della persecuzione
Lorena Leonardi – Città del Vaticano
L’eroismo dei primi missionari, il coraggio dei martiri giapponesi e la perseveranza di una comunità cattolica “piccola ma fedele”, così come tutti i "fratelli cristiani" che ai nostri giorni subiscono "la persecuzione e perfino la morte nel nome di Gesù". Dunque, l’invito a pregare per quanti soffrono per i "frutti amari della guerra, della violenza, dell’odio e dell’oppressione". Sono i punti salienti della riflessione di Papa Francesco, nel ricevere in udienza nella Sala dei Papi stamani, 30 novembre, i membri della “Hidden Christian Research Association”, provenienti dal Giappone, e giunti a Roma per un pellegrinaggio sulla scia dell’iscrizione dei Siti Cristiani nascosti della regione di Nagasaki nella Lista del Patrimonio Mondiale, avvenuta nel 2018.
Testimonianze preziose di un nobile popolo
Il Papa ha espresso apprezzamento per lo sforzo di preservare questi siti come “testimonianze preziose” di un “grande, ma celato capitolo” della storia della Chiesa universale e del “nobile popolo” giapponese, facendo poi riferimento alla gioia per l’imminente porpora all’arcivescovo metropolita di Tokyo Tarcisius Isao Kikuchi.
Auspico che il riconoscimento dell’importanza di questi siti, oltre ad assicurare la loro adeguata conservazione, serva anche da testimonianza vivente della fedeltà di tanti cristiani giapponesi, che hanno trasmesso il prezioso tesoro della fede come eredità, di generazione in generazione.
Rinnovare lo zelo evangelizzatore
Ricordando l’ormai imminente celebrazione della memoria di San Francesco Saverio, il gesuita tra i primi missionari cristiani a raggiungere, nel 1549, il Giappone, il Pontefice ha auspicato che l’impegno per l’educazione e la conservazione possa valorizzare questo “eminente capitolo” della storia dell’evangelizzazione.
Possa la visita a tali luoghi storici servire ai seguaci di Cristo, nel Giappone di oggi, da «memoria e fuoco vivo dell’anima di ogni apostolato in questa terra, capace di rinnovare e far ardere continuamente lo zelo evangelizzatore».
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