Francesco: urgente un patto educativo tra famiglie, scuole e società
Edoardo Giribaldi - Città del Vaticano
È un'esortazione a creare spazi di apprendimento in unione con le famiglie e dove "mente e cuore" si aprano al mondo, quella di Papa Francesco alla delegazione della casa editrice La Scuola, ricevuta oggi, 21 novembre, in Sala dei Papi. Francesco rilancia ancora una volta l'appello ad "un patto educativo" che metta insieme famiglie, scuole e società.
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Onore, incoraggiamento e riconoscimento
Sono le parole di san Paolo VI a fare da traccia al discorso del Papa; proprio il papà di Montini aveva contribuito alla fondazione di questa realtà attiva nella produzione editoriale rivolta a docenti e studenti.
Diamo onore alla vostra consumata scienza pedagogica; diamo incoraggiamento alla vostra attività in servizio della scuola; diamo riconoscimento alla vostra sensibilità moderna dei problemi scolastici
Nel solco di Paolo VI
Il Papa nota le "audaci" acquisizioni di due case editrici di ispirazione cattolica, la SEI e Il Capitello, come attuale realizzazione degli auspici del Pontefice originario della provincia di Brescia, luogo dove La Scuola è nata nel 1904.
Concorrenza e trasformazione culturale
La concorrenza in ambito editoriale e la "trasformazione culturale in atto, segnata da dislocazione della ricerca religiosa e da una diffusa indifferenza" sono sfide affrontate dalla casa editrice senza paura. Una coraggiosa eredità che affonda le sue radici nel sostegno dei fondatori de La Scuola alla rivista Scuola Italiana Moderna. Una "presenza pedagogica di ispirazione cattolica" negli istituti italiani, capace di unire intelligenze di presbiteri e di laici appassionati per l’educazione delle nuove generazioni.
Formare i giovani ai valori del Vangelo
"Passione per l’educazione e formazione dei formatori" sono le pietre d'angolo su cui si basano le attività della casa editrice bresciana. Dalle pubblicazioni alle opere di pedagodia e formazione per gli insegnanti, passando per le collaborazioni con con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, tutto converge nella consapevolezza che "formare ai valori del Vangelo i ragazzi e i giovani significa offrire un contributo essenziale a una società di persone responsabili, capaci di costruire vincoli di fraternità con tutti".
Accogliere le ricchezze
Dai libri agli ambiti circostanti per, come affermato nell'enciclica Fratelli tutti, "assumere il bene che lo Spirito Santo diffonde ovunque, senza timore di perdere la propria identità". Citando la Lumen gentium, il Papa ricorda poi come la Chiesa sia chiamata ad accogliere tutte le ricchezze, le risorse e le forme di vita dei popoli in ciò che esse hanno di buono".
Il linguaggio del cuore e delle mani
Un atteggiamento "dialogante" che, declinato alla scuola, la rende "luogo in cui si impara ad aprire mente e cuore il mondo". Riprendendo una sua catechesi, Francesco ricorda come l'apprendimento non consista nel "riempire la testa di idee, ma nell’accompagnare e incoraggiare gli studenti nel cammino di crescita umana e spirituale, mostrando loro quanto l’amicizia con Gesù Risorto dilati il cuore e renda la vita più umana".
Un'affermazione che è l'occasione per rilanciare "il bisogno di un patto educativo capace di unire le famiglie, le scuole e l’intera società". Per farlo, Francesco aggiunge un aneddoto personale a braccio. "Una volta io ho detto una parolaccia - avevo 9 anni – alla maestra", racconta il Papa. "Chiama mamma. Parlarono e poi mi chiamarono. La mamma mi disse: 'Chiedi scusa alla maestra'. Io chiesi scusa. E sono tornato in aula felice che era andata così facile, ma non era vero. Il secondo atto dell’opera è quando sono arrivata a casa e lì mi hanno dato il secondo atto".
C’era un’unità, no? Oggi tante volte è a rovescio, no? I genitori vanno a lamentarsi perché la maestra ha fatto questo al bambino, le ha fatto … è terribile quello. Ma tornare a quei ricordi ci fa bene.
Il sapere degli studenti, tra passato e presente
Sono diverse le conseguenze tratte dalla pubblicazione di testi per la scuola: aiutare "gli studenti a pensare", allargare le loro menti e cuori "alle varie forme di sapere", così come "dilatare lo spirito alla storia che ci ha generato" e "comprendere il valore anche sociale della religione". In esse, il Papa traccia un parallelismo a tre, legando le attività dei soci fondatori de La Scuola e degli odierni responsabili con "l'inizio della nostra latinità". Ovvero la fuga di Enea dalla "sconfitta" Troia.
Cosa ha fatto? Lamentarsi? No. Prende il bambino, prende per mano il papà, e vanno avanti. Questo è un po’ l’atteggiamento, quel “sublato montem, sublato patre montem petivi”. E il modo di andare avanti, sempre è un’opportunità nei momeni brutti e nei momenti belli.
L'umanità appresa tra i banchi di scuola
In tempi di crisi, è stata la voce dei profeti ad "indicare nuovi orizzonti di speranza". Un insegnamento tratto dalla Bibbia e che Francesco auspica per la Casa editrice bresciana, consapevole che "un’umanità fraterna si apprende sui banchi della scuola, grazie a testi efficaci, a docenti competenti e appassionati, a strumenti tecnici adeguati alla condizione degli studenti".
Con l’aiuto di Dio, possiate essere all’altezza della vostra storia!
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