Il Papa ai Calasanziani: servire i poveri, non si parli mai di "carriera ecclesiastica"
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Mantenete, nelle vostre scelte, la stessa “docilità coraggiosa alla Provvidenza” del vostro fondatore, san Giuseppe Calasanzio, “la stessa apertura e la stessa prontezza” nell’ “avventurarvi, per rispondere ai bisogni dei poveri, in sentieri diversi da quelli già battuti nel passato”. E mantenete il “talento carismatico” delle Scuole Pie nella “cura della crescita integrale della persona”, in un mondo che spinge sempre più i giovani alla “frammentarietà nei sentimenti e nelle cognizioni” e all’individualismo nelle relazioni. È l’invito che Papa Francesco rivolge ai membri della Famiglia Calasanziana, consacrati e consacrate, laici e laiche, ricevuti questa mattina nella Sala del Concistoro, in occasione del 75 .mo anniversario della nascita. In quattro continenti la Famiglia è riunita, ricorda il Papa “nel carisma educativo del Patrono universale di tutte le scuole popolari cristiane nel mondo, San Giuseppe Calasanzio”, e celebrerà presto, nel 2025, il centenario della morte di due dei fondatori, san Faustino Míguez e la beata Celestina Donati.
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La docilità coraggiosa alla Provvidenza
Francesco ricorda che san Giuseppe Calasanzio ha ricevuto da Dio l’ispirazione “di dedicare la vita all’educazione dei giovani, specialmente dei piccoli e dei poveri, come loro ‘angelo custode’”, per usare l’espressione con cui Egli stesso amava definire la missione del “maestro”. E sottolinea “due aspetti delle vostre origini che ritengo importanti per voi e per il vostro futuro”: la docilità coraggiosa alla Provvidenza e la cura per la crescita integrale della persona. Parlando del primo aspetto, il Pontefice ricorda che san Giuseppe “di famiglia agiata" era "destinato probabilmente a una carriera ecclesiastica”. Un termine, questo della "carriera ecclesiastica", che - dice il Papa a braccio - "mi fa schifo, dobbiamo mandarlo via".
San Giuseppe Calasanzio, "venuto a Roma con incarichi di un certo livello", non ha esitato a stravolgere “programmi e prospettive della sua vita per dedicarsi ai ragazzi di strada incontrati in città”.
Non piani predefiniti ma seguire le necessità
Così, ricorda, sono nate le Scuole Pie, non grazie ad “un piano predefinito e garantito, quanto per il coraggio di un bravo prete che si è lasciato coinvolgere dalle necessità del prossimo, là dove il Signore gliele ha poste davanti”. Ai suoi figli spirituali, Papa Francesco chiede allora, citando la sua esortazione apostolica Evangelii gaudium, di “mantenere, nelle vostre scelte, la stessa apertura e la stessa prontezza, senza calcolare troppo, vincendo timori e titubanze, specialmente di fronte alle tante nuove povertà dei nostri giorni”. "Le nuove povertà… - aggiunge il Papa ancora a braccio - e sarebbe bello che oggi o domani, uno di questi giorni, nella vostra riunione, cercate di descrivere le nuove povertà, quali sono le nuove povertà".
Non temete di avventurarvi, per rispondere ai bisogni dei poveri, in sentieri diversi da quelli già battuti nel passato, anche a costo di rivedere schemi e di ridimensionare aspettative. È in questo abbandono fiducioso che affondano le vostre radici, e rimanendo fedeli ad esse manterrete vivo il vostro carisma.
La cura della crescita integrale della persona
Sul secondo aspetto, “la cura per la crescita integrale della persona”, il Papa ribadisce che “La grande novità della Scuole Pie era di insegnare ai giovani poveri, assieme alle verità della fede, anche le materie di istruzione generale, integrando formazione spirituale e intellettuale per preparare adulti maturi e capaci”. Una scelta profetica a quei tempi, commenta, “pienamente valida anche adesso”. Si tratta, come Francesco ripete spesso, “di fare unità, nella persona, tra le ‘tre intelligenze’: quella della mente, quella del cuore e quella delle mani. "Le mani sono intelligenti! -, e così noi possiamo fare con le mani quello che si sente e si pensa, sentire quello che si pensa e si fa, pensare quello che si sente e si fa".
Oggi è molto urgente aiutare i ragazzi a fare questo tipo di sintesi, unità armonica delle tre intelligenze, a “fare unità” in sé stessi e con gli altri, in un mondo che li spinge invece sempre più nella direzione della frammentarietà nei sentimenti e nelle cognizioni e dell’individualismo nelle relazioni.
Relazioni normali, non col telefonino
Da questo punto di vista Papa Francesco chiede di "insistere sulle relazioni 'normali', guardandosi negli occhi e non le relazioni virtuali tramite il telefonino". Racconta di un vescovo che gli riferiva di un pranzo a un ristorante una domenica con i cugini: "Al tavolo accanto c’era una famiglia: papà, mamma, figlio e figlia, tutti e quattro con i telefonini, tra loro non parlavano. Il vescovo molto imprudente si è alzato, si è avvicinato e ha detto: 'Ma, guardate, una bella famiglia siete voi, ma perché parlate con il telefonino, perché non parlate tra voi che è molto mas (più) bello?'. Lo hanno sentito, lo hanno 'mandato a quel paese' e hanno continuato a parlare così. È terribile questo, una mancanza di umanità".
Talento carismatico
"Le tre intelligenze", insiste il Papa. "È importante che i ragazzi facciano questa unità in se stessi, con gli altri e con il mondo".
Lo stile educativo integrale è un “talento carismatico” importantissimo che Dio vi ha affidato, perché lo mettiate a frutto al meglio delle vostre capacità per il bene di tutti.
L’importanza di camminare insieme
Il Pontefice conclude sottolineando l’importanza del camminare insieme della Famiglia Calasanziana. “Uomini e donne, consacrati, consacrate e laici”, in ascolto dello Spirito. avete sentito l’esigenza di “fare famiglia”, di unire i vostri sforzi e di condividere le vostre esperienze "in una rete di carità, per il servizio dei fratelli. È lo stile di Gesù, ed è anche lo stile della Chiesa”.
La Famiglia Calasanziana, unita dal 1949
Ieri, 27 novembre 2024, ricorreva il 75.mo anniversario della costituzione della Famiglia Calasanziana, proposta nel 1949 dall’allora padre generale dell’Ordine delle Scuole Pie (Padri Scolopi), padre Vincent Tomek di Sant’ Antonio, come comunione nello spirito e nella missione di San Giuseppe Calasanzio per i religiosi e le religiose delle varie Congregazioni che ne fanno parte, insieme ai Padri Scolopi. Si tratta delle Figlie di Maria, Religiose delle Scuole Pie (MM. Scolopie); Istituto delle Scuole di Carità (PP. Cavanis); Istituto Calasanzio. Figlie della Divina Pastorella (RR. Calasanziane); Società del Santo Nome di Dio (Suore Cavanis); Istituto delle Scuole Cristiane a Voorselar; Compagnia di Maria, Istituto Provolo; Povere Figlie di San Giuseppe Calasanzio (Suore Calasanziane); Istituto dei Lavoratori Cristiani di San Giuseppe Calasanzio (PP. Kalasantiner); Congregazione del Sacro Cuore di Gesù (Religiosi di Timon-David). Infine i laici e le laiche della Fraternità delle Scuole Pie.
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