Ep. 349 - Papale papale - "Invocazione"
Francesco, Angelus 6 ottobre 2013
Oggi, il brano del Vangelo comincia così: «In quel tempo gli apostoli dissero al Signore: “Accresci in noi la fede!”» (Lc 17,5-6). Mi pare che tutti noi possiamo fare nostra questa invocazione. Anche noi come gli Apostoli diciamo al Signore Gesù: “Accresci in noi la fede!”. Sì, Signore, la nostra fede è piccola, la nostra fede è debole, fragile, ma te la offriamo così com’è, perché Tu la faccia crescere. Vi sembra bene ripetere tutti insieme questo: “Signore, accresci in noi la fede!”? Lo facciamo? Tutti: Signore, accresci in noi la fede! Signore, accresci in noi la fede! Signore, accresci in noi la fede! Ce la faccia crescere!
Giovanni Paolo II, udienza generale 18 agosto 1999
L'invocazione “Liberaci dal male” o dal “maligno”, contenuta nel Padre Nostro, scandisce la nostra preghiera perché ci allontaniamo dal peccato e siamo liberi da ogni connivenza con il male. Essa ci richiama la lotta quotidiana, ma soprattutto ci ricorda il segreto per vincerla: la forza di Dio che si è manifestata e ci è offerta in Gesù (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 2853).
Il male morale provoca la sofferenza, la quale viene presentata, soprattutto nell’Antico Testamento, come castigo collegato a comportamenti in contrasto con la legge di Dio. D’altra parte, la Sacra Scrittura evidenzia che, dopo il peccato, si può chiedere a Dio la sua misericordia, cioè il perdono della colpa e la fine delle pene da essa provocate. Il ritorno sincero a Dio e la liberazione dal male sono due aspetti di un unico percorso. Così, ad esempio, Geremia esorta il popolo: ”Ritornate, figli traviati, io risanerò le vostre ribellioni” (Ger 3, 22). Nel Libro delle Lamentazioni si sottolinea la prospettiva del ritorno al Signore (cfr 5, 21) e l’esperienza della sua misericordia: “Le misericordie del Signore non sono finite, non è esaurita la sua compassione; esse sono rinnovate ogni mattina, grande è la sua fedeltà” (3, 22; cfr v.32).
Paolo VI, Angelus 19 febbraio 1978
Vedete tanti altri paesi. vicini e lontani tormentati da fermenti di nuove tensioni.
Il momento è febbrile. Noi conserviamo la nostra fiducia nelle istituzioni umane create per la pace, l’equilibrio e la concordia nella vita internazionale.
Ma qualche cosa di indomabile risveglia a quando a quando focolai di lotte che possono essere fatali per tanta gente pacifica e innocente. Osserviamo gli spiriti che soffiano oggi negli animi. Alcuni, pochi ma scatenati, bastano a produrre rovine e a generare spavento. Altri sono invasi da uno «spirito di vertigine», (Is. 19, 14) barcollano come ebbri fra ipotesi contrastanti. Dove sono gli spiriti umili e forti, che ascoltano la voce di Dio?
Occorre che Dio ci aiuti. Occorre meritare almeno con umile e sincera invocazione qualche provvido intervento dell’imponderabile e salvifico aiuto di Dio. Cioè occorre pregare. Oremus!
Ogni giorno pregate anche per tale scopo e non manchi mai l’invocazione e la devozione a Maria Santissima, la “Vergine fedele”, che si consacrò totalmente al mistero della Redenzione, nell’accettazione umile e ardente della volontà del Signore.
Pio XII, radiomessaggio ai popoli del mondo intero 24 dicembre 1943
Animati da questa speranza, Noi con paterno affetto a voi, diletti figli e figlie, soprattutto a coloro, che soffrono in maniera particolarmente dolorosa i disagi e le pene della guerra e hanno bisogno dei divini conforti, e non ultimi a tutti quelli i quali, rispondono alla Nostra invocazione, aprono il cuore all'amore operoso e misericordioso, o, reggendo i destini dei popoli, sono bramosi di tranquillarli con l'olivo di pace, impartiamo, come pegno di abbondanti favori celesti, la Nostra Apostolica Benedizione.