Siria. Card. Zenari: leader religiosi siano architetti della riconciliazione
Gabriella Ceraso- Città del Vaticano
Dialogo, fiducia tra le parti, ricostruzione dei cuori, accoglienza: è lo sforzo che il Papa, parlando ieri al Corpo diplomatico, ha chiesto per raggiungere la pace nei punti più caldi del pianeta a partire dalla penisola coreana e dalla Siria, sempre nel cuore di Francesco. “Il Papa ha toccato il centro del problema di oggi in Siria” commenta commosso il cardinale e nunzio nel Paese, mons Mario Zenari.
Ricostruire i cuori prima ancora che gli edifici
“E’ facile”, spiega, “farsi impressionare dalle macerie evidenti in tante città come Aleppo, Homs, Raqqa, Deir Ezzor, macerie prodotte da più di sette anni di guerra”, ma “non è quella la vera distruzione”. Il nunzio parla di una rottura profonda nei cuori e nel tessuto sociale che il Papa chiede di ricucire, di risanare. “Quel mosaico multietnico e multireligioso che un tempo rappresentava questo Paese, ora non c’è più ”.
Bambini in guerra: ripariamo le loro ferite profonde
Le bombe in realtà non si fermano: Damasco è sotto attacco israeliano e continuano i raid nella provincia nord occidentale di Idlib. A pagare le conseguenze di tutto questo sono soprattutto i bambini, denuncia il cardinale Zenari .“Sono stati testimoni delle violenze peggiori: molti sono rimasti orfani e hanno visto uccidere i loro genitori , molti sono stati sfruttati sessualmente o arruolati. Quindi ricordiamoci, come ha detto il Papa nel Messaggio natalizio, di iniziare a riparare le ferite profonde che sono nei loro animi”.
Leader religiosi siano ora gli architetti della riconciliazione
Nel discorso al Corpo diplomatico, il Papa per il futuro della Siria ha raccomandato anche “un clima propositivo di accresciuta fiducia tra le parti”. Ma come è possibile realizzarlo in queste condizioni di precarietà? Per il cardinale Zenari si tratta di una "sfida enorme" che non deve scoraggiare, ed "è rivolta soprattutto alle religioni presenti in Siria". “I leader religiosi in questo momento", afferma, "devono essere gli architetti, gli ingegneri di questo risanemento degli odi e della sete di vendetta: è un dovere che si impone perentoriamente”.
I cristiani profughi: troppo lento il loro rientro
Ed il rientro dei cristiani profughi negli Stati vicini, che il Papa tanto raccomanda? Per mons Zenari questo è una tasto doloroso. "Loro", osserva, "che hanno un ruolo fondamentale nella ricostuizione, proprio per lo spirito che li contraddistingue , rientrano, per così dire, col contagocce. Per la loro mentalità i cristiani rappresentano in Siria una finestra aperta sul mondo che la guerra ha socchiuso. Spero. conclude il nunzio- che questa finestra possa riaprirsi".
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