Briefing Sinodo. Mons. You: nella penisola coreana un futuro di pace per i giovani
Barbara Castelli – Città del Vaticano
“La Corea del Nord è pronta per aprirsi al mondo”, appena un anno fa abbiamo avuto paura per lo scoppio “di una nuova guerra, ma grazie al soffio dello Spirito Santo la situazione tra le due Coree è completamente cambiata”. Così mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon, intervenendo, in Sala Stampa Vaticana, al briefing dedicato ai lavori della XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. L’appuntamento con i giornalisti è stato introdotto da Paolo Ruffini. Il prefetto del Dicastero per la Comunicazione e presidente della Commissione sinodale per l’informazione, in particolare, ha messo a fuoco i temi affrontati nelle ultime 24 ore all’assise: il processo di discernimento, le relazioni generazionali, la bellezza della liturgia eucaristica, il dinamismo dei giovani e il ruolo dei laici.
Lo Spirito soffia sulla penisola coreana
Sollecitato dalle domande dei giornalisti, il vescovo coreano ha chiarito che un eventuale visita di Papa Francesco a Pyongyang rappresenterebbe “un passo enorme” per la pace e la riconciliazione nella penisola coreana. Nei giorni scorsi, infatti, il portavoce della Blue House, la casa presidenziale della Corea del Sud, aveva annunciato che un invito di Kim Jong-un sarà presentato al Pontefice in occasione della visita in Vaticano del presidente Moon Jae-in, il 18 ottobre. Certo, ha riconosciuto mons. Lazzaro You Heung-sik, “ci sono tanti passi da fare, alcune cose devono cambiare”, soprattutto per quello che riguarda “la libertà religiosa”, ma ora Pyongyang “è pronta a essere un Paese nuovo”. Il presule, recatosi in Corea del Nord in quattro occasioni, per aiuti umanitari, ha pensato con trasporto alle tante cose che potranno fare insieme le due Coree, come la “ferrovia”. “Lo Spirito Santo – ha aggiunto – ci aiuta ad andare avanti”.
Vescovi cinesi al Sinodo: fratelli da amare
Tra i temi toccati nel corso del briefing, ampio spazio è stato dato anche ai due vescovi della Cina continentale: mons. Giuseppe Guo Jincai e mons. Giovanni Battista Yang Xiaoting. La presenza dei due presuli, dopo la firma dell’accordo provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese, ha detto mons. Lazzaro You Heung-sik, “è una gioia immensa” e segno di “una speranza nuova”, che “porterà frutti buoni per la Cina e per il mondo”. In loro, ha concluso il presule coreano, ho visto “fratelli da amare” e loro mi trattano come “un fratello maggiore”. “La Cina è un mondo al quale aprirsi”: ha aggiunto mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto.
Immaginare la Chiesa che verrà
Il vescovo italiano ha ricordato che “i giovani sono una promessa e una sfida che riguarda tutti” e che “la vera posta in gioco di questo Sinodo è quale Chiesa vogliamo, sogniamo e desideriamo per il futuro”. Mons. Bruno Forte, nel suo intervento libero, ha tracciato “tre direzioni” per “lo sguardo dei giovani”: presente, futuro e passato. Nell’oggi dei ragazzi, infatti, c’è certo una grande complessità di aspettative e problematiche, ma ciascuno ha sete di “accoglienza e integrazione”. Riguardo al domani, invece, il presule ha identificato due macro gruppi: i "giovani della speranza e del desiderio” e quelli “della paura e della solitudine”. Una realtà, la seconda, che preoccupa i pastori e di cui è largamente responsabile il Web. “Dobbiamo strappare i giovani alla rete del Web – ha sottolineato – per farli tornare alla realtà”, abbandonando le “relazioni virtuali”. Infine, il passato, che “non può essere trascurato” perché rappresenta la storia stessa dei giovani. L’arcivescovo di Chieti-Vasto ha toccato anche il tema della migrazione, che “non è stata affrontata in maniera comunitaria”. “Si sente un’assenza dell’Europa – ha precisato – mentre i migranti sono una forza preziosa”.
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