Mons. Ayuso, Dialogo interreligioso: diffondere anche sui social il Documento sulla fratellanza
Hélène Destombes - Città del Vaticano
Il Papa è stato un vero "portatore di pace" nel suo viaggio "storico" negli Emirati Arabi, e la firma del “Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune” - insieme al Grande Imam di Al- Azhar - richiama tutti a farci strumento di quanto il mondo richiede, il dialogo interreligioso. E' questo in sintesi il cuore della riflessione rilasciata a Vatican News da mons. Miguel Ángel Ayuso Guixot segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso a due giorni dalla fine del 27° Viaggio Apostolico del Pontefice. Nell'intervista l'appello a far conoscere il testo della Dichiarazione, per volotntà di Francesco a tutti gli uomini di buona volontà anche per mezzo dei social media: si tratta della "road map del dialogo interreligioso del futuro".
R. – Ho visto il Santo Padre come portatore di pace, per riprendere le parole del motto del viaggio: “Signore, fai di me uno strumento della tua pace”. E vorrei sottolineare il carattere interreligioso e pastorale di questo viaggio apostolico, che può, senza esitazione, essere definito come un “viaggio storico”. Risuona ancora – penso – nelle nostre menti e nei nostri cuori, l’invito al dialogo interreligioso attraverso la fratellanza umana, per la pace mondiale e la convivenza comune. E poi, dall’altra parte, la testimonianza di aver reso visibile una comunità cristiana in cammino, che attorno al suo pastore ha partecipato all’Eucaristia in un luogo pubblico. Di conseguenza, ringraziamo il Santo Padre perché il suo viaggio ci ricorda che siamo chiamati a realizzare ciò che è, oggi e ovunque, strettamente necessario per il nostro mondo, e cioè il dialogo interreligioso e la testimonianza di vita cristiana sempre, al centro del suo viaggio apostolico.
Quali possono essere i frutti di questo viaggio apostolico storico?
R. – Con certezza, mi auguro che questo viaggio e il grande gesto che il Santo Padre ha compiuto insieme a tanti alti rappresentanti delle diverse comunità religiose, possa trovare una eco da parte di tutti coloro che sono preposti, nei vari ambiti della vita sociale e civile, per il bene di tutta la famiglia umana, che deve passare dalla semplice tolleranza alla vera convivenza e alla coesistenza pacifica. E da questo punto di vista vedo che questa Dichiarazione mostra con chiarezza la “Road Map” del dialogo dell’avvenire.
La sfida oggi è di toccare i fedeli, e anche di tradurre questo documento, con punti essenziali, a livello legislativo…
R. – Sì, io credo che la Dichiarazione lo indichi con chiarezza. E cioè che attraverso la cultura del dialogo, la collaborazione comune e la conoscenza reciproca, che rimangono la via, la condotta, il metodo e il criterio, perché la fraternità universale in vista della pace diventi una realtà: da qui, la necessità di far conoscere la Dichiarazione. Ieri, Sua Santità, nell’Udienza Generale del mercoledì, si è molto raccomandato perché la Dichiarazione sia letta e conosciuta, perché dà tante spinte per andare avanti. Abbiamo tanto da ricucire, tanto da ricostruire e tanto da risanare. E come segretario del Pontifico Consiglio per il Dialogo Interreligioso faccio un accorato appello perché la Dichiarazione sia conosciuta, condivisa e diffusa sui Social Media e sui canali di comunicazione. È volontà del Santo Padre espressa al nostro Dicastero.
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