Ruolo della donna nella Chiesa: madre e sposa
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Nel giorno in cui si celebra la festa della donna, tre donne che ricoprono importanti ruoli in Vaticano hanno offerto preziosi spunti di riflessione durante un incontro tenutosi nella sede della Pontificia Università della Santa Croce. Nataša Govekar, direttore della Direzione teologico-pastorale del dicastero per la Comunicazione, ha articolato il proprio intervento soffermandosi su alcune immagini che decorano la cappella Redemptoris Mater nel Palazzo apostolico.
Tenerezza delle donne
Una immagine, in particolare, mostra una donna che unge i piedi di Gesù. Il suo volto non è visibile ma il baricentro della scena, ha ricordato Nataša Govekar, è orientato verso questa donna che introduce nella scena profumo e tenerezza. Da un punto di vista umano, si porta a pensare che sia umiliata, che sia una presenza marginale. Ma la prospettiva del Signore è un’altra e Gesù stesso lo spiega nel brano evangelico di Marco: “In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto”.
Amore relazionale
In un’altra immagine sono raffigurati Gioacchino e Anna. La prospettiva presentata in questa scena è quella dell’amore sponsale. La donna, ha sottolineato Nataša Govekar, incarna l’amore relazionale: è proprio la relazione con la donna che aiuta l’uomo a non confondersi, a non sentirsi un piccolo creatore.
Vedere il bene nel male
Un’altra immagine raffigura Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) accanto al roveto ardente. Ricordando la vita di questa donna, deportata e morta nel campo di concentramento di Auschwitz, Nataša Govekar ha affermato che nessuna intelligenza umana ma solo l’amore può portare a vedere il bene nel male.
Maggiore attenzione al ruolo della donna
Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani, ha ricordato la propria positiva esperienza lavorativa in Vaticano. Queste le sue parole a Vatican News: “Mi ritengo una donna fortunata, privilegiata; sono stata sempre valorizzata e aiutata nel mio percorso, personale e professionale e familiare. La mia è un’esperienza più che positiva: non c’è mai stata conflittualità. Si parlava di misoginia, perché era un ambiente prettamente maschile e quindi non c’era l’attitudine a relazionarsi professionalmente con le donne”.
Pontificato di Francesco e cambiamenti della società
Negli ultimi 30 anni, ha detto Barbara Jatta, il ruolo della donna è cambiato perché è profondamente mutata la società. E il Pontificato di Papa Francesco, ha spiegato, ha recepito questi radicali cambiamenti. Oggi c’è un’attenzione maggiore al ruolo della donna, al suo contributo. Barbara Jatta ha sottolineato poi che per la dottrina sociale della Chiesa è fondamentale eliminare tutti gli ostacoli che impediscono alla donna “di svolgere pienamente le sue funzioni materne”. La mia nomina come direttore dei Musei Vaticani, ha aggiunto, è servita anche all’interno della Chiesa perché ha aperto una breccia e altre donne hanno ricevuto ruoli apicali.
La Chiesa è madre
Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita ha ricordato il recente incontro tenutosi in Vaticano su “La protezione dei minori nella Chiesa” e le parole pronunciate da Papa Francesco: “Invitare a parlare una donna sulle ferite della Chiesa è invitare la Chiesa a parlare su sé stessa”. “Non si tratta ha affermato il Papa in quell’occasione - di dare più funzioni alla donna nella Chiesa. Si tratta di integrare la donna come figura della Chiesa nel nostro pensiero. E pensare anche la Chiesa con le categorie di una donna”.
Ruolo dei media
I mezzi di informazione, ha aggiunto Gabriella Gambino, hanno un ruolo cruciale nell’offrire un giusto sguardo sulla donna. I media possono orientare come vogliono “la visione della donna nella Chiesa e nella società”. È importante “avere una visione integrale della donna come persona: sempre donna, madre e sposa, come dice Papa Francesco, proprio a livello costitutivo”.
Ogni donna è madre
Intervistata da Vatican News, Gabriella Gambino ha sottolineato che “oggi abbiamo spesso una visione riduttiva della maternità nel suo aspetto puramente biologico e funzionalistico”. Ma “ogni donna davvero è sempre madre, cioè ha una capacità generativa non solo biologica ma anche morale, spirituale che è molto importante e che ne definisce quella originalità e specificità che la differenzia rispetto all’uomo: proprio nella sua capacità di dare alla luce l’uomo, in senso anche morale e spirituale”.
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