Il cardinale Sigitas Tamkevičius SJ arcivescovo emerito di Kaunas
“Se 35 anni fa, quando sono stato imprigionato nel carcere del Kgb, che lei ha visitato poco fa, avessi immaginato che un Papa sarebbe venuto un giorno proprio lì, sopportare la sofferenza sarebbe stato molto più facile. Grazie, Santo Padre! Per me è un sogno. Lei è venuto a visitare il Golgota lituano!”. C'è il significato profondo della porpora del gesuita Sigitas Tamkevičius in queste parole, da lui stesso pronunciate il 23 settembre 2018 durante l'incontro di Francesco con i rappresentanti della Compagnia di Gesù, nella nunziatura apostolica a Vilnius, in occasione del viaggio nei Paesi baltici.
Testimone coraggioso, capace di resistere al regime sovietico anche in carcere, ai lavori forzati e nell'esilio in Siberia, non ha mai smesso di alzare la voce in difesa della libertà religiosa e civile. Per denunciare persecuzioni e violazioni dei diritti ha creativamente inventato un samizdat, puntuale bollettino clandestino con le “cronache” della Chiesa cattolica lituana.
È nato il 7 novembre 1938 a Krikstonys, nella provincia in provincia di Lazdijai, in diocesi di Vilkaviškis, nella Lituania meridionale. Dopo essersi diplomato alla scuola secondaria di Seirijai nel 1955, è entrato nel seminario di Kaunas. Ha continuato gli studi di Teologia e, dopo alcuni anni di servizio militare nell'esercito sovietico, si è laureato nel 1962, sempre in seminario. Ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale dal vescovo Petras Maželis, amministratore apostolico di Telšiai, il 18 aprile 1962. Negli anni seguenti è stato vicario nelle parrocchie di Alytus, Lazdijai, Kurdirkos Naumiestis, Prienai e Simnas. Nel 1968 è entrato nella Compagnia di Gesù, all'epoca in cui l'ordine religioso era illegale secondo la legge sovietica.
È stato tra gli iniziatori delle petizioni per protestare contro le restrizioni discriminatorie del regime sovietico nei confronti del seminario di Kaunas. Per questo motivo le autorità sovietiche gli hanno proibito di esercitare il suo ministero sacerdotale e lo hanno costretto a lavorare, per un anno, in fabbrica e in un'area di bonifica.
Nel 1972, mentre era vicario nella parrocchia di Simnas – e poi parroco a Kybartai dal 1975 al 1983 – ha iniziato la pubblicazione clandestina della Cronaca della Chiesa cattolica della Lituania, che ha registrato e reso pubblici in Occidente i fatti di discriminazione religiosa nella Lituania sovietica. Nel 1978, insieme ad altri quattro sacerdoti lituani, ha anche dato vita al Comitato cattolico per la difesa dei diritti dei credenti: un gruppo che ha denunciato al mondo la verità di ciò che avveniva dietro la cortina di ferro. I redattori della Cronaca – le cui denunce si appellavano, in particolare, ai contenuti della Dichiarazione di Helsinki (1975), sottoscritta anche dall’Unione Sovietica – venivano sistematicamente arrestati e imprigionati, ma qualcuno era sempre pronto a sostituirli.
Pur tra tante “attenzioni” da parte del famigerato Kgb, Tamkevičius ha curato la pubblicazione della Cronaca per 11 anni, fino al suo arresto avvenuto nel 1983. Processato con l'accusa di propaganda e agitazione antisovietica, è stato condannato a dieci anni di prigione e di esilio. Ha trascorso la pena detentiva nei campi di lavoro di Perm' e in Mordovia. Esiliato in Siberia nel 1988, è stato liberato dopo la svolta attuata dalla politica sovietica con la cosiddetta perestrojka.
Tornato alla libertà, ha ripreso la sua testimonianza senza avere parole di rancore verso i suoi persecutori. Nel 1989 la Conferenza episcopale lituana lo ha chiamato all'incarico di direttore spirituale del seminario di Kaunas e l'anno dopo ne è divenuto rettore.
L'8 maggio 1991 Giovanni Paolo II gli ha assegnato la sede titolare di Turuda, nominandolo vescovo ausiliare di Kaunas, dove ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 19 maggio successivo, nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, dal cardinale arcivescovo Vincentas Sladkevičius. Come motto episcopale ha scelto Dominus illumimatio mea ("Il Signore è mia luce"), tratto dal salmo 26.
Nel settembre 1993 ha accolto Giovanni Paolo II, insieme agli altri vescovi lituani, nel viaggio apostolico nei Paesi baltici: in particolare gli ha presentato la realtà delle nuove generazioni nello stadio di Kaunas. E nel 1994 ha partecipato all'assemblea del Sinodo dei Vescovi dedicata alla vita consacrata, prendendo la parola per presentare la realtà dei religiosi e delle religiose della Lituania che hanno saputo resistere alla persecuzione nella clandestinità.
Il 4 maggio 1996 Papa Wojtyła lo ha nominato arcivescovo metropolita di Kaunas, dove è rimasto per oltre nove anni, attingendo alla sua sofferta esperienza la forza per un servizio pastorale sempre attento ai temi della libertà religiosa, del dialogo, della difesa della dignità umana. Nell'ambito della Conferenza episcopale lituana è stato presidente (1999-2002, 2005-2008 e 2008-2014) e vicepresidente (2002-2005). Inoltre, dal 2005 al 2015 è stato presidente della Commissione per le comunicazioni sociali e, dal 2011 al 2014, responsabile del Consiglio per gli affari sociali.
L'11 giugno 2015 Papa Francesco ha accettato la sua rinuncia al governo pastorale dell'arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d’età. Ma lo ha voluto accanto a sè, il 23 settembre 2018, nella visita alle prigioni del quartier generale del Kgb a Vilnius. In una di queste oggi è allestito un memoriale che ricorda le persecuzioni, con tanto di foto di vescovi, sacerdoti e laici detenuti proprio a motivo della fede. E lì c'è anche la foto del cardinale Tamkevičius. Proprio per la sua testimonianza, il 13 gennaio 2014, nella sede del Parlamento della Repubblica della Lituania, gli è stata conferita l'onorificenza della Libertà.
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