Giurano 38 nuove Guardie Svizzere: la divisa, segno di fedeltà e amicizia
Isabella Piro – Città del Vaticano
Uno squillo di tromba, il rullo dei tamburi, l’inno Pontificio seguito da quello nazionale elvetico, e poi il passo solenne e cadenzato degli uomini della Guardia Svizzera Pontificia che entrano lentamente nel Cortile San Damaso del Palazzo Apostolico, spazzato dal vento. “Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Pontefice regnante e i suoi legittimi successori, di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, se necessario, anche la mia vita in loro difesa”: questa la formula di giuramento per le 38 nuove reclute. Una cerimonia sobria ed essenziale, svoltasi nel pieno rispetto delle normative anti-contagio da coronavirus. D’altronde, l’emergenza sanitaria aveva già costretto a posticipare l’evento, tradizionalmente previsto per il 6 maggio, giorno in cui si commemora la morte eroica di 147 soldati elvetici caduti in difesa del Papa Clemente VII durante il “Sacco di Roma” del 1527.
Monsignor Peña Parra in rappresentanza del Papa
Alla sola presenza dei familiari più stretti, seduti distanziati e muniti di mascherina, e senza la rappresentanza di alcun cantone ospite, dunque, le 38 nuove reclute hanno prestato giuramento, la mano sinistra posta sulla bandiera del Corpo, ondeggiante al vento, e la mano destra alzata con tre dita aperte, a simbolo della Trinità. Sullo sfondo, i colori giallo, blu e rosso della "Gran Gala", cioè l'uniforme di gala comprensiva di armatura, che viene usata esclusivamente per la benedizione papale "Urbi et Orbi" a Natale e Pasqua. A rappresentare il Pontefice, è stato monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato.
Comandante Graf: avere fiducia nel Signore che non delude mai
Il Comandante della Guardia Svizzera, colonnello Christoph Graf, ha richiamato alle nuove reclute i principî della solidarietà e della lealtà, riprendendo le parole di Papa Francesco: “È importante avere amici di cui fidarsi, ma è essenziale avere fiducia nel Signore che non delude mai”. Di qui, l’invito ai nuovi arruolati affinché dedichino quotidianamente del tempo alla preghiera e, talvolta, anche al digiuno, secondo le proprie intenzioni. L’auspicio del colonnello Graf è stato che le Guardie possano tener fede al loro giuramento con “dedizione, convinzione e gioia”.
Cappellano Widmer: coltivare amicizia, carità e disponibilità
Si è soffermato, invece, sul significato del giuramento il cappellano della Guardia Svizzera, don Thomas Widmer: “Il giuramento non è semplicemente una forte promessa - ha detto - Il giuramento è un atto di culto”, perché Dio ne è “testimone”. “Caro alabardiere, non sei solo - ha aggiunto, rivolgendosi ad ogni singola recluta - Con te, ci sono gli altri commilitoni che sono disposti a dare la vita per il Santo Padre, gli altri che portano la tua stessa divisa che dà uniformità nella diversità e diventa un simbolo dall’amicizia”. Un’amicizia che cresce con “la carità e la disponibilità” e diventa una forza che aiuta a portare a compimento i propri doveri.
Altre 15 reclute in fase di formazione
Le nuove reclute hanno giurato per lo più in tedesco ed in francese, ma anche l’italiano e il romancio sono stati rappresentati, seppur in percentuale minore. Al termine della cerimonia, è stata eseguita per la prima volta la “Marcia Christoph Graf” per soli tamburi, scritta da Pietro Giulio Damiani. Attualmente, i cantoni più numerosi all’interno della Guardia Svizzera sono il Vallese, seguito da San Gallo e Lucerna. Altri 15 nuovi soldati, inoltre, sono in fase di formazione; il loro giuramento è previsto per il 6 maggio del 2021, mentre a breve, dal 6 al 10 ottobre, avrà luogo una “Settimana di informazione” per permettere ai giovani elvetici interessati di conoscere la Guardia Svizzera e la sua missione. La cittadinanza elvetica è, infatti, requisito essenziale per arruolarsi nel Corpo, oltre ad essere maschi e celibi, tra i 19 ed i 30 anni, con un’altezza pari o superiore a 174 cm e una specchiata reputazione. Il matrimonio è possibile per le Guardie che abbiano almeno 25 anni, che prestino servizio da cinque e che si impegnino a farlo per altri tre.
L’incoraggiamento del Papa
Prima della cerimonia pomeridiana di giuramento, stamani le nuove reclute hanno partecipato Santa Messa presso l’altare della Confessione della Basilica di San Pietro, celebrata dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato. Giovedì 2 ottobre, invece, sono state ricevute in udienza da Papa Francesco, il quale le ha esortate ad essere “fedeli alla vocazione battesimale, cioè a Cristo, che vi chiama ad essere uomini e cristiani, protagonisti della vostra esistenza. Con il suo aiuto e con la forza dello Spirito Santo, affronterete serenamente gli ostacoli e le sfide della vita”. All’Angelus di oggi, inoltre, il Papa ha rivolto un saluto “ai familiari e gli amici delle Guardie Svizzere”. “Questi ragazzi sono bravi! – ha detto - La Guardia Svizzera fa un percorso di vita al servizio della Chiesa, del Sommo Pontefice. Sono ragazzi bravi che vengono qui per 2, 3, 4 anni e più. Vi chiedo un caloroso applauso alla Guardia Svizzera”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui