Sinodo, a Praga in febbraio la fase continentale europea
Michele Raviart – Città del Vaticano
Comunione, partecipazione, missione. Sono queste le tre parole chiave che guideranno la fase continentale del Sinodo per quanto riguarda l’Europa, che si svolgerà a Praga dal 5 al 12 febbraio prossimo. L’evento, che è stato presentato in mattinata nella sede di Radio Vaticana - Vatican News, e che è organizzato dal Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE), dalla Conferenza episcopale ceca e all’arcidiocesi di Praga, prende le mosse dal Documento per la tappa continentale, pubblicato di recente e che riunisce le riflessioni del popolo di Dio sui temi sinodali a livello nazionale e diocesani.
I partecipanti alla fase continentale europea
Nella capitale della Repubblica ceca saranno presenti 200 delegati in presenza, ovvero i 39 presidenti delle conferenze episcopali nazionali, accompagnati ciascuno da tre rappresentati, e 44 esponenti delle realtà ecclesiali più rappresentative a livello europeo, invitati direttamente dalla CCEE. A questi si aggiungeranno 390 partecipanti in remoto, dieci per ogni conferenza episcopale. Inoltre parteciperanno ai lavori anche alcuni delegati di altre confessioni cristiane. L’assemblea si dividerà in due fasi: la prima dal 5 al 9 febbraio coinvolgerà tutti i delegati, la seconda, dal 9 al 12, solo i presidenti delle conferenze episcopali.
Camminare insieme
“Vogliamo camminare insieme, come ci esortava Papa Francesco, per fare l’esperienza di una Chiesa che riceve e vive il dono dell’unità e si apre alla voce dello Spirito per essere realmente una Chiesa sinodale, una Chiesa dell’ascolto, una Chiesa della vicinanza”, ha affermato monsignor Gintaras Grušas, arcivescovo di Vilnius e presidente del CCEE, che ha ricordato anche i due Sinodi per l’Europa voluti da San Giovanni Paolo II dopo la guerra fredda e all’inizio del nuovo millennio.
Il pensiero alla guerra in Ucraina
La tappa continentale europea avverrà a poco meno di un anno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. “Tutti sentiamo la pesantezza della guerra, che tocca anche la nostra vita ecclesiale con tante attenzioni sia caritative sia di preghiera per aiutare il popolo ucraino, fermare la guerra e stabilire la pace”, sottolinea a Vatican News monsignor Grušas, che dalla Lituania ha visto da vicino l’esodo dei profughi. “Come arcivescovo di Vilnius sono contento della risposta del popolo della Chiesa al bisogno dell’Ucraina”, racconta, “abbiamo fatto varie raccolte. Abbiamo preso tanti rifugiati per aiutarli. Si apre il cuore delle persone per allungare la mano per aiutare il vicino popolo ucraino con la preghiera e con l’aiuto caritativo e questo dice anche chi siamo come Chiesa”.
Per una Chiesa missionaria
“Il Sinodo aiuterà la Chiesa ad essere veramente missionaria”, ha detto il cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e vicepresidente del CCEE. “Abbiamo un declino del cristianesimo in Europa e questo Sinodo non dovrebbe privarci dall’essere nuovi missionari”. “La missione della Chiesa è di proclamare Cristo, di proclamare il nostro impegno per la creazione, ma anche per la giustizia e la pace,e un impegno di tutto il popolo di Dio”, ha affermato il porporato, ribadendo che “una Chiesa sinodale è prima tutto una Chiesa missionaria”.
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