Sinodo in Africa, appello ad una maggiore inclusione di donne, giovani, malati
Andrew Kaufa - Addis Abeba
Divisi in gruppi di dieci, cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, laici e giovani provenienti da tutta l'Africa si sono alternati per raccontare ciò che hanno vissuto e imparato in questi circa due anni di processo sinodale. “La sinodalità è stata accolta con favore dalla Chiesa in Africa, poiché fa già parte del nostro modo di agire qui”, ha espresso un gruppo dei Paesi anglofoni.
Inclusività e conversione
Allo stesso tempo, è stato ribadito l’apprezzamento per il fatto che il processo sinodale abbia incoraggiato l’inclusività come modo di essere Chiesa in futuro. “Riteniamo che la Chiesa debba essere inclusiva nei confronti di coloro che si sentono trascurati, in particolare le donne, i giovani e le persone con disabilità”, ha affermato lo stesso gruppo anglofono ha affermato, esprimendo la preoccupazione per il crescente fenomeno di movimenti pentecostali.
“Il processo sinodale è un buon esercizio di inclusione che dovrebbe essere incoraggiato con un senso di conversione. Per esempio, durante il processo abbiamo sentito che lo Spirito Santo ci sta invitando a camminare insieme come Chiesa in Africa i giovani, le donne, le persone disabili”. È stato ribadito inoltre che “la Chiesa appartiene a tutti noi”: “I laici si stanno assumendo la responsabilità, sono liberi di prendere iniziative per migliorare la Chiesa. Ovviamente, notiamo che questo è un processo in corso, ma deve diventare il modo di essere Chiesa in Africa”, affermano altri due gruppi anglofoni.
Un modello più partecipativo e di ascolto
Da parte dei gruppi francofoni, invece, i delegati hanno indicato la struttura piramidale della Chiesa come qualcosa che deve lasciare il posto a un nuovo modello di Chiesa più partecipativo e di ascolto. “Il processo sinodale deve essere accolto come uno stile di vita della Chiesa. Il coinvolgimento e l’impegno dei fedeli è un must. Il quadro del processo sinodale ci chiama tutti a essere missionari, il che richiede la responsabilità della missione che ci è stata affidata”.
Un altro gruppo ha sottolineato che: “La sinodalità è uno stile della Chiesa che può anche portare a un processo di riconciliazione. Questa struttura della Chiesa può solo migliorare grazie allo spirito della sinodalità e aprire l’accesso ai Sacramenti per quei cristiani che sono bloccati dal ricevere i sacramenti come il battesimo e la comunione”.
Il ruolo delle donne e dei giovani
All’unisono i delegati hanno auspicato che il Sinodo ha rivelato alcune intuizioni sul ruolo delle donne e dei giovani nella Chiesa futura: “Le donne sono membri chiave della Chiesa; ci sono molti gruppi di donne che vengono lasciati indietro e devono poter condividere i loro doni nella Chiesa e nella società. Inoltre, i giovani riconoscono nella Chiesa una fonte di speranza. Chiedono di avere l’opportunità di esprimersi; non devono tacere sulle forze negative che influenzano la loro vita”.
Ognuno ha qualcosa da offrire
Altri aspetti che l’esperienza sinodale ha messo in luce in Africa sono la richiesta di promuovere una spiritualità di comunione, la conversione delle strutture ecclesiali attraverso i movimenti cristiani che rafforzeranno il senso di appartenenza, evitando il rischio del clericalismo. “Tutto questo ha bisogno di una nuova catechesi”, hanno sottolineato i partecipanti all’assemblea continentale, riconoscendo che il cammino insieme, benché importante, “richiede pazienza, perché implica la realizzazione di riforme”. “Ognuno – ha affermato un gruppo - ha qualcosa da offrire alla Chiesa e la sinodalità richiede una comunicazione costante, l’ascolto reciproco e l’adempimento da parte dei laici delle loro responsabilità nella Chiesa e la corresponsabilità con i sacerdoti”.
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