La Santa Sede: le armi nucleari una minaccia per l’umanità, cercare sempre il dialogo
Vatican News
“I conflitti armati in corso, in particolare la guerra in Ucraina, servono a ricordare che la ricerca del dialogo deve essere incessante e che il possesso di armi nucleari e di altre armi di distruzione di massa rappresentano - come ha scritto Papa Francesco nella lettera al vescovo di Hiroshima il 19 maggio 2023 in occasione del G7 – “un moltiplicatore di rischio che dà solo un'illusione di pace”. Lo ha evidenziato oggi, 23 luglio, l'arcivescovo Ettore Balestrero, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e le altre Organizzazioni Internazionali a Ginevra, che ha preso parte al secondo Comitato Preparatorio della Conferenza di Revisione del Trattato di Non Proliferazione delle Armi Nucleari che si terrà nel 2026. Nel suo intervento il diplomatico vaticano ha detto che “la Santa Sede è profondamente preoccupata per la minaccia esistenziale che la proliferazione nucleare e le armi nucleari continuano a rappresentare”, minaccia che è “ulteriormente aggravata dalla tensione dell'ambiente strategico e dalla continua modernizzazione ed espansione degli arsenali nucleari”. È dunque “imperativo riconoscere che gli arsenali nucleari, in quanto strumenti di strategia militare, hanno intrinsecamente una disposizione attiva all'uso”.
Il preoccupante aumento delle armi nucleari
L’arcivescovo Balestrero ha sottolineato che Papa Francesco ha ribadito “l'immoralità della produzione e del possesso di armi nucleari” nel discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede di quest’anno e ha rimarcato quanto sia “preoccupante la continua crescita delle spese militari legate alle armi nucleari e l'aumento della retorica e delle minacce sul loro possibile uso”, aggiungendo che “tali minacce sono un affronto all'umanità”, perchè “una guerra nucleare avrebbe senza dubbio un impatto irreparabile e devastante, con una perdita di vite umane senza precedenti”.
Il disarmo una responsabilità etica
Di fronte alla incessante produzione di armi occorre riflettere sul fatto che “la non proliferazione e il disarmo, oltre ad essere obblighi legali, sono responsabilità etiche nei confronti di tutti i membri della famiglia umana”, ha detto l’osservatore permanente ricordando che nel discorso sulle armi nucleari pronunciato all’Atomic Bomb Hypocenter Park di Nagasaki il 24 novembre 2019, Papa Francesco ha definito la pace e la stabilità internazionale “possibili solo a partire da un’etica globale di solidarietà e cooperazione al servizio di un futuro modellato dall’interdipendenza e dalla corresponsabilità”. Balestrero ha fatto notare inoltre che, considerando le “tensioni prevalenti” e le “catastrofiche conseguenze umanitarie” che scaturirebbero dall'uso di armi nucleari, “è urgente riprendere un dialogo sincero al fine di stabilire limitazioni vincolanti” proprio “su tutte le armi nucleari e i sistemi di lancio su scala globale”. Tutto questo considerando che “il progresso dei sistemi di lancio e delle tecnologie informatiche” ha complicato i rischi legati al “possesso di armi nucleari, anche in caso di escalation involontaria”, poiché comporta “una riduzione dei tempi decisionali e di risposta”, e aumenta “la probabilità di un uso nucleare”.
Reindirizzare le spese verso progetti di sviluppo
Le armi nucleari, poi, hanno “costi enormi che si ripercuotono sul bene comune globale”, ha osservato l’arcivescovo, mentre invece “le risorse umane e finanziarie attualmente destinate agli sforzi di modernizzazione potrebbero essere reindirizzate verso progetti di sviluppo che affrontino i bisogni urgenti e universali delle popolazioni più povere e vulnerabili”. A tal proposito l’osservatore permanente ha fatto presente che la Santa Sede da tempo ha avanzato la proposta “di istituire un fondo globale, finanziato con una parte del denaro altrimenti speso in armi e altre spese militari” per sradicare la fame e promuovere lo sviluppo nei Paesi più impoveriti”, per contribuire “alla realizzazione di una cultura della vita e della pace”.
Impegnarsi per la non proliferazione nucleare
“La Santa Sede desidera ribadire la sua ferma convinzione che un mondo libero da armi nucleari sia possibile e necessario”, ha affermato poi Balestrero considerando che il Trattato di non proliferazione nucleare e quello sulla proibizione delle armi nucleari “possano rafforzarsi reciprocamente, anche nei settori della verifica del disarmo nucleare, del risanamento ambientale e dell'assistenza alle vittime” e tenendo conto del “ruolo prezioso del Partenariato internazionale per la verifica del disarmo nucleare”, il quale “negli ultimi dieci anni ha lavorato per identificare le sfide tecniche e le possibili soluzioni associate alla verifica in uno spirito di collaborazione tra Stati dotati e non dotati di armi nucleari”. “Nel mezzo della tragedia dei conflitti armati in corso - ha concluso l’osservatore permanente - dobbiamo recuperare la consapevolezza di essere membri di una stessa famiglia umana”.
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