Papa à RCC: unidos no Espírito Santo para o bem da Igreja
Manoel Tavares - Cidade do Vaticano
O Santo Padre concluiu sua série de audiências, na manhã deste sábado (08/6), recebendo na Sala Paulo VI, no Vaticano, cerca de 6 mil participantes na Conferência internacional dos Líderes do Movimento “Renovação Carismática Católica” (Charis).
O Papa iniciou seu discurso, aos numerosos presentes, recordando que “precisamente na Solenidade do Dia de Pentecostes, há 52 anos (19.5.1975), teve um novo início uma nova etapa para o Movimento, que se desenvolveu por vontade de Deus. Por isso, Francisco agradeceu ao Movimento e à Fraternidade Católica pela missão que cumpriu nestes trinta anos, um caminho novo que se tornou possível graças à sua lealdade. E acrescentou:
“Hoje começa uma nova etapa neste caminho. Uma etapa marcada pela comunhão entre todos os membros da família carismática, na qual se manifesta a poderosa presença do Espírito Santo para o bem de toda a Igreja. Esta Presença torna todos iguais, graças ao mesmo Espírito: grandes e pequenos, idosos e recém-nascidos, engajados, em nível universal ou local, que formam um todo”.
Trata-se, segundo o Santo Padre, de um “serviço de comunhão novo e único”: Novo, pela ação do Espírito Santo; Único, por ser um serviço para todas as realidades carismáticas, criadas pelo Espírito no mundo; Serviço, não governo, é prestado a todas as necessidades e acompanha seu caminho; enfim, Comunhão, todos, com o mesmo coração, para dar testemunho da unidade na diversidade: diversidade de carismas, que o Espírito suscitou nestes 52 anos.
Mas, o que o Papa e a Igreja esperam deste novo serviço da Renovação Carismática? E Francisco respondeu:
“Que compartilhe a graça, recebida no Batismo pelo Espírito Santo, com todos os membros da Igreja; que sirva a unidade do Corpo de Cristo, que é a Igreja, uma comunidade de fiéis em Cristo; e que sirva aos pobres e aos que têm mais necessidade, física e espiritual”.
Estas três coisas, concluiu o Papa, são necessárias para o testemunho e a evangelização no mundo. Evangelização, recordou, não é proselitismo, mas, sobretudo, testemunho de amor a todos os seres humanos. Tudo é possível mediante o amor cristão. Que a Renovação Carismática, corrente de graça do Espírito Santo, exortou Francisco, seja testemunha deste amor!
Pronunciamento do Papa Francisco na íntegra (em italiano):
"Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
A me piace come alcuni popoli si salutano in questo tempo di Pasqua. Non dicono: “Buongiorno” o “Buonasera”, dicono: “Gesù è risorto”. Ci salutiamo così, insieme: “Gesù…” [tutti rispondono: “è risorto”.
Sì, Gesù è vivo! Grazie perché vi ricordate che mi piace questo canto iniziale che avete cantato.
In questa solennità di Pentecoste comincia una nuova tappa nel cammino iniziato dal Rinnovamento Carismatico 52 anni fa. Rinnovamento Carismatico che si è sviluppato nella Chiesa per volontà di Dio e che, parafrasando San Paolo VI, “è un’opportunità per la Chiesa” (cfr Discorso ai partecipanti al III Congresso internazionale del Rinnovamento Carismatico Cattolico, 19 maggio 1975, Pentecoste).
Ringrazio oggi, a nome della Chiesa, l’ICCRS e la Fraternità Cattolica per la missione realizzata in questi trent’anni. Voi avete tracciato la strada e avete reso possibile, con la vostra fedeltà, che CHARIS sia oggi una realtà. Grazie!
Grazie anche all’équipe di quattro persone che ho incaricato della concretizzazione di questo nuovo servizio unico; e al Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, nella persona del Cardinale Farrell, che vi ha accompagnato.
Oggi finisce qualcosa e ne incomincia un’altra: incomincia una nuova tappa di questo cammino. Una tappa segnata dalla comunione tra tutti i membri della famiglia carismatica, in cui si manifesta la presenza potente dello Spirito Santo per il bene di tutta la Chiesa; in cui questa Presenza rende uguale ciascuno, perché tutti e ciascuno sono nati dal medesimo Spirito; grandi e piccoli, ricchi di anni e appena nati, impegnati a livello universale o piuttosto locale, formano il tutto, che è superiore sempre alla parte.
Nuovo e unico servizio di comunione
Andiamo verso l’unità: questa è la strada dello Spirito.
Nuovo. Come vi dicevo al Circo Massimo, il nuovo può destabilizzare. C’è all’inizio una sensazione di insicurezza circa i cambiamenti che il nuovo può portare: a volte uno preferisce rimanere nel proprio, e si stacca dall’unità. E questa è una tentazione del diavolo: ogni volta che qualcuno sente: “No, il mio è più di quello”, e “io preferisco il vecchio al nuovo”, lì c’è il diavolo, perché mi stacca dall’unità. È umano un certo timore per il nuovo – questo sì, è vero – ma non è il caso delle persone spirituali: «Io faccio nuove tutte le cose», dice il Signore nel libro dell’Apocalisse (21,5). Il nostro Dio è il Dio delle novità. Le novità di Dio sono sempre di benedizione, perché procedono dal suo cuore amoroso. È sempre presente la tentazione di dire: “Stiamo bene come stiamo, le cose vanno bene, perché cambiare? Lasciamole così come stanno, che noi sappiamo come si fa”. Questo pensiero non viene dallo Spirito, almeno non dallo Spirito Santo, forse dallo spirito del mondo… Non cadete in questo errore. «Io faccio nuove tutte le cose», dice il Signore.
Nuovo e Unico. Un servizio per tutte le realtà carismatiche che lo Spirito ha suscitato nel mondo. Non un organismo che serve alcune realtà e un altro organismo che serve altre realtà e un terzo…, e così via. No: unico.
Servizio. Non governo, servizio. A volte succede che nelle associazioni umane, sia laiche sia religiose, c’è la tentazione di andare sempre cercando i profitti personali. E l’ambizione di farsi vedere, di dirigere, dei soldi... Sempre così. La corruzione entra così. No: servizio, sempre servizio. Servizio non vuol dire “intascare” – il diavolo entra dalle tasche –; servizio vuol dire dare: dare, darsi. Certo, lo sappiamo, nella Chiesa anche il governo è un servizio, ma non è il vostro. A voi è chiesto di provvedere alle diverse necessità e accompagnare il cammino nel modo migliore possibile.
Comunione. Tutti con uno stesso un solo cuore rivolto al Padre per dare testimonianza dell’unità nella diversità. Diversità di carismi che lo Spirito ha suscitato in questi 52 anni. “Allungare le corde della tenda”, come dice Isaia 54 (cfr v. 2), perché possano starci tutti i membri di una stessa famiglia. Una famiglia dove c’è un solo Dio Padre, un solo Signore Gesù Cristo e un solo Spirito vivificante. Una famiglia in cui un membro non è più importante dell’altro, né per età, né per intelligenza, né per le sue capacità, perché sono tutti figli amati dello stesso Padre. L’esempio del corpo che ci dà San Paolo è molto eloquente in questo senso (cfr 1 Cor 12,12-26). Il corpo ha bisogno, un membro ha bisogno dell’altro. Tutti insieme.
Ho visto che nel Servizio Internazionale di Comunione c’è una rappresentante dei giovani. È presente qui? Complimenti! Me ne rallegro! I giovani sono il presente e il futuro della Chiesa, è vero, ma sono il presente: sono presente e futuro nella Chiesa. Sono contento che abbiate dato loro la visibilità e l’esercizio della responsabilità che a loro spetta, di vedere il presente con altri occhi e guardare il futuro con voi.
Ho saputo anche che CHARIS oggi possiede i diritti di pubblicazione dei Documenti di Malines. Il presidente mi ha regalato la versione spagnola, grazie! Buona cosa. Fateli conoscere! Vi ho detto in diverse occasioni che sono il “documento di accompagnamento”, la bussola della corrente di grazia.
Mi avete chiesto di dirvi che cosa il Papa e la Chiesa si attendono da questo nuovo servizio, da Charis e da tutto il Rinnovamento Carismatico. Scherzando io dico: che cosa si aspetta il Papa dagli “spiritisti”. [ridono] Cosa si aspetta il Papa da voi:
- Che questo movimento condivida il Battesimo nello Spirito Santo con tutti nella Chiesa. È la grazia che voi avete ricevuto. Condividetela! Non tenerla per sé!
- Che serva all’unità del corpo di Cristo che è la Chiesa, comunità dei credenti in Gesù Cristo. Questo è molto importante perché lo Spirito Santo è Colui che fa l’unità nella Chiesa, ma anche è quello che fa la diversità. È interessante la personalità dello Spirito Santo: Lui fa la diversità più grande con i carismi, ma poi fa sì che questi carismi, in armonia, si ritrovino in unità. Perché, come dice san Basilio, “lo Spirito Santo è l’armonia”, che dà l’armonia, nella Trinità, e anche tra noi. è il Signore.
- E che serva i poveri, i più bisognosi di ogni bisogno, fisico e spirituale. Questo non vuol dire che, come qualcuno può pensare, adesso il Rinnovamento si è fatto comunista. No, si è fatto evangelico, questo è nel Vangelo.
Queste tre cose: Battesimo nello Spirito Santo, unità del Corpo di Cristo e servizio ai poveri, sono la testimonianza necessaria per l’evangelizzazione del mondo, alla quale tutti siamo chiamati per il nostro Battesimo. Evangelizzazione che non è proselitismo ma principalmente testimonianza. Testimonianza di amore: “guardate come si amano”, è ciò che richiamava l’attenzione di quanti incontravano i primi cristiani. “Guardate come si amano”. A volte, in tante comunità, si può dire: “Guardate come si sparlano!”, e questo non viene dallo Spirito Santo. “Guardate come si amano”. Evangelizzare è amare. Condividere l’amore di Dio per ogni essere umano. Si possono fare organismi per evangelizzare, si possono fare programmi pensati e studiati con cura, ma se non c’è amore, se non c’è la comunità, non serve a nulla! “Guardate come si amano”. Questa è la comunità: nella Seconda Lettera di Giovanni c’è un monito, un avvertimento, al versetto 9. Dice: “State attenti perché coloro che vanno al di là della comunità, non sono dello spirito buono”. Forse qualcuno avrà questa tentazione: “No, facciamo un’organizzazione così, così…; facciamo un palazzo così, o quell’altra cosa…”. Prima l’amore. Con l’ideologia, con la metodologia soltanto, questo è eccedere, andare oltre le comunità, e Giovanni ha detto: “Questo è lo spirito del mondo, non è lo Spirito di Dio”. “Guardate come si amano”.
Rinnovamento carismatico, corrente di grazia dello Spirito Santo, siate testimoni di questo amore! E, per favore, pregate per me. Grazie.
Adesso, io vorrei anticipare di 25 minuti – poi, se voi volete, fatelo voi – ma io con voi vorrei farlo: di 25 minuti anticipare l’atto che oggi in tutta la Chiesa si fa, un minuto di silenzio per la pace. Perché? Perché oggi è la ricorrenza, il quinto anniversario, dell’incontro qui in Vaticano dei Presidenti dello Stato di Palestina e dello Stato di Israele. Abbiamo pregato insieme per la pace, e in tutto il mondo oggi si farà alle 13 un minuto di silenzio. Lo facciamo adesso, prima della Benedizione, tutti insieme, in piedi.
Grazie, e che una comunità del Rinnovamento faccia silenzio, è quasi eroico! [ridono] Grazie!
Adesso vi dò la Benedizione.
[Benedizione]
Cristo è risorto!
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